Alla fine quelle foto dovevano simulare dei modelli. Avevo posato con Adrien per una linea in stile San Valentino. Mi sono divertita. Sono arrivata stanca, ma mi sono divertita. Stamattina a scuola sono stata tempestata da Alya che, dopo aver letto tutte le riviste di gossip, sono uscita viva per miracolo. Adesso invece sto studiando per un interrogazione di storia. Sono sempre stata negata in quella materia,ma cercavo comunque di avere voti decenti, e ci riuscivo sempre. Mentre stavo svolgendo degl'esercizi mi arrivò una telefonata di Adrien. Posai la matita e risposi al telefono. La voce calda di Adrien mi arrivò dall'altro capo. "Mari! No...non si tratta di lavoro se te lo stai chiedendo. Ti va di uscire?" Guardai con odio il libro di fronte a me e con tristezza nella voce dovetti rinunciare all'offerta. Lui mi disse "ah ok. Scusa non lo sapevo. Mi dispiace, veramente. Allora ci vediamo domani, va bene?" Io lo ascoltai senza pronunciare parola. Dopo pochi minuti in cui Adrien mi chiamava di continuo, borbottai "oh, la diavolo! Tra cinque minuti puoi venirmi a prendere" lui mi chiese confuso "ma...I compiti...non mi va di farti andare male l'interrogazione" mi limitai a dirgli "corri! Sto cambiando idea!" Lui emise una risatina e mi staccò la chiamata. Dopo pochi minuti era arrivato. Scesi velocemente le scale, mentre attaccavo i nastri delle ballerine dorate. Amavo apportare modifiche alle mie scarpe. Le rendono speciali ai miei occhi, e ogni tanto, a quelle degli altri. Prendo al volo il telefonino e rubo un paio di banconote dal portafogli di mio zio, per poi mandargli un messaggio di avviso. Quando uscimmo, stavo mettendo in tasca i soldi, quando Adrien mi disse "guarda che pago io!" Io lo guardai come per dirgli 'non ti azzardare perché poi sei un uomo morto" , ma lui rimase della sua idea. Non rispose alla mia occhiata fulminante, ma si limitò ad abbracciarmi. Camminammo così per un po fino a quando non arrivammo la centro città. Poi ci siamo dovuti staccare. Alcuni giornalisti, facciamo anche due dozzine, stavano appostati davanti all'hotel della città. Se ci vedevano abbracciati, apriti cielo! Succedeva un finimondo. Fortuna che appena ci siamo staccati e apparsa in tutta la sua magnifica bellezza la mia dolce cuginetta. Mentre mia cugina si faceva fotografare con un mio abito, mentre noi passavamo indisturbati. Poco dopo apparve mia zia, la luce dei miei occhi, con un bellissimo cappello di feltro, e subito dopo mio zio con uno stemma che sostituiva la corona. Era troppo pesante. Da piccola, io e mia cugina Ingrid l'avevamo provata e tra le due ero l'unica che sopportava il peso della corona d'oro massiccio. Per tutto il pomeriggio ho costretto la servitù e i politici che passavano nei corridoi a chiamarmi 'Sua Altezza Reale La Regina Di Norvegia'. Adrien si fermò davanti ad una vecchia pasticceria, lui mi guardo un secondo, poi mi disse "qua c'era una pasticceria che apparteneva a dei vecchi amici di scuola dei miei genitori" il mio sguardo raggelò sempre disse più al vecchio ricordo di quella pasticceria. La mia vecchia casa. Finsi di non sapere nulla e commentai con "e poi come è finita?" Adrien, mi guardo con un espressione grave "sono morti su un aereo che li doveva portare su un aereo diretti a Mosca, la figlia era in Svezia con la sorella di lui, Pr un viaggio di lavoro" abbassai la testa cercando di ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di scorrere. Non mi saprei potuta inventare nulla, ma non volevo che la gente lo sapesse. Ogni commento che facevano derivano più del fatto in sé. E io non volevo. Cercai di pensare positivo. Tipo al prossimo set che avrei dovuto fare o ,addirittura, a quando sarei tornata a casa tra le braccia di mia cugina. E lì avrei potuto piangere avrei dirotto, fino a sentirmi male. Lui mi guardò mantenendo sempre il silenzio poi mi passo un braccio attorno alle spalle. Dopo due interminabili minuti disse "facevano i croissant più buoni di Parigi,li mangiavo sempre al cioccolato e alla marmellata di fragole" vedendo la mia espressione si scusò immediatamente "scusa! Non avrei dovuto, mia madre mi ha detto di farti vedere questo posto per un motivo che non mi ha voluto dire. Io, sembrerà stupido, ma credevo che potesse avere ragione anche se non sapevo il motivo. Sono stato uno stupido". Non dissi nulla, mi limitai solo ad abbracciarlo. Non piansi. Le lacrime si sono ritirate. Poco dopo guardò l'orologio ed esclamò " è tardissimo! Ti devi ancora studiare per l'interrogazione di storia! Ti raccontano a casa! In caso domani domani e sabato, possiamo vederci domani, non so a prendere un gelato" annuì convinta e lui mi accompagnò a casa.
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L'amore in una bolla
Fiksi PenggemarMarinette è sempre stata abituata ad avere tutto sotto al naso. Al vivere in un castello sperduto tra le foreste della Norvegia. Ad avere obblighi e vizi. Un giorno, però , insieme agli zii si trasferisce a Parigi, la città in cui è nata. Lì conosce...