Erano tre giorni che ero chiusa in camera. Tre giorni che non vedevo i miei zii. Tre giorni che non vedevo Ingrid. Tre giorni che non chiamavo Isabelle. Tre giorni che non andavo a scuola. Tre giorni che staccavo sempre le chiamate di Nino,Alya. Tre giorni che chiedevo a mio cugino di mandare via Adrien. I miei zii erano appena un filino preoccupato e io ero immersa nella confusione più totale. Mannaggia all'algido re delle nevi e al suo marchio di stile. Ero sdraiata sul letto le tende tirate e le persiane chiuse. Mi ero ridotta a fissare il soffitto con insistenza, quasi a tentate di estorcegli la soluzione al mio problema. Ma mica i soffitti parlano. Sconsolata mi girai a controllare la sveglia. Erano le 7:30 del mattino. Quasi quasi mi vestito e andavo a scuola. Poi mi ricorda dei compiti non svolti. Mi lasciai cadere sul letto sospirando. Ma porca mattina, proprio io dovevo essere disturbata nella mia solenne pace. Sentì il campanello, o meglio campana, di casa suonare, segno che qualcuno aspettava all'uscio di casa. Incominciai a pregare Zeus,Ade,Poseidone e Afrodite che non fosse Adrien. Senti la voce di mia zia Lisbeth rispondere alla seconda suonata con impazienza. Subito dopo la sentì urlare dallo stupore "Adrien! Caro, dimmi cosa ti serve? Oh scusa, che maleducata, entra...gradiresti una tazza di tè, un caffettino?" Mi girai premendo il cuscino contro la testa per cercare di ovattare i suoni, ma non ci riuscì. Lo senti chiedere di me, e subito dopo mia zie stette in silenzio. Poi senti mia zia dire "mi spiace caro, sta dormendo..." trassi un respiro di sollievo, ma poi la maledetta continuo tutta contenta "ma se vuoi puoi entrare e svegliarla sono certa che ne sarà a dir poco felice!" Il biondo non se lo fece ripetere due volte e corse al piano di sopra che conosce meglio delle sue tasche ed aprì la quarta posta sulla sinistra: una porta di mogano laccata in verde scuro, la mia. Mi sistemai facendo finta di dormire. Mentre lui apriva lentamente la porta e la lasciava socchiusa mentre si avvicinava al mio letto, dove io recitavo la parte della bella addormentata nel bosco. Si sedette sul bordo del letto scaraventandomi vicino a lui. Mi girai ,mugolando, dall'altra parte mentre lui mi poggiava una mano sulla spalla e mi scuoteva leggermente. Mi chiamo due volte e disse "Mari sono io, Adrien" mi girai facendo finta di dormire e spostando la sua mano in malomodo. Lui credette sul serio che io stessi dormendo e non ci fece caso è continuò "dai Mari alzati e tardi e devi andare a scuola, siamo tutti preoccupati per te" sospirai mentre lui mi smascherava "lo so che sei sveglia dai principessa alzati" e si diresse al mio armadio mentre io mi alzato di scatto e gli urlavo rossa in viso "come mi hai chiamata?!" Lui mi guardò sorridendo sornione e disse "io?! Niente" gli tirai il cuscino con fare disinvolto. Lui fece finta di farsi male, mentre io mi alzavo. Certe volte è proprio un idiota. Presi un paio di pantaloncini neri elastici e sotto misi i leggins bianchi. Lui mi guardava stranito della serie : ma sta pazza che si vuole mettere? Presi una camicetta bianca e corsi in bagno. Appena uscì mi ritrovai la zazzera bionda di Adrien vagare nel mio cassetto guardando fotografie. Tentò di aprire l'ultimo cassetto ma era chiuso a chiave. Mi guardò come se aspettasse delle spiegazioni, ma io mi degnai neanche di guardarlo, troppo intenta a sistemarmi la borsa con i libri. Aprì la porta della mia stanza e dissi "che dici, Adrien, andiamo?" Lui mi sorrise di rimando e pochi minuti dopo eravamo fuori a parlare di anime.
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L'amore in una bolla
ФанфикMarinette è sempre stata abituata ad avere tutto sotto al naso. Al vivere in un castello sperduto tra le foreste della Norvegia. Ad avere obblighi e vizi. Un giorno, però , insieme agli zii si trasferisce a Parigi, la città in cui è nata. Lì conosce...