CAPITOLO 9

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"Perché mi odi?" Chiedo a Michael quando si stende accanto a me.

"Non ti odio." Mi risponde lui.

"E perché ti comporti così?"

"Non é colpa tua. É un problema mio." Ribatte lui sbuffando.

"Allora combatti questo problema, perché ti ritroverai da solo." Lo avviso io.

"Che importa, sono già da solo." Mi risponde facendomi scaldare il cuore.

"Non sei da solo. Ci sono i tuoi amici.." Gli dico sorridendo.

"Certo, amici. Gli faccio pena, ecco perché stanno con me. Ma non voglio che la gente mi guardi come un cucciolo ferito o si interessi a me. Sto bene così."

"Perché dovresti fargli pena?"

"Smettila di fare domande e dormi. Non ho bisogno di una psicologa." Sbuffa e si gira di spalle.

"Certo. Tu non hai bisogno mai di niente." Ribatto secca, girandomi.

"Hai afferrato il concetto." Dice e spegne la luce.

"Non é così che si risolvono i problemi." Dico alla fine dopo qualche minuto di silenzio.

Lui non risponde.

"Non fare finta di niente. So che non stai dormendo." Continuo girandomi verso di lui.

"Oh falla finita. Si che sto dormendo."

"Allora anche tu parli nel sonno." Lo sfido avvicinandomi di più.

Lui geme frustato e si mette il cuscino sulla faccia.

"Perché non mi parli?" Gli chiedo facendo una voce dolce.

Per una volta voglio essere io a stuzzicarlo.

Fa finta di russare.

"Non attacca con me. Continueró a torturarti finché non mi risponderai." Lo avverto accendendo la luce.

"Buonanotte." Mi dice lui spegnendola.

"No." Ribatto accendendola.

Lui sbuffa e la rispegne.

Ed io la riaccendo.

"Ok ok." Dice esasperato girandosi verso di me. " Di cosa vuoi parlare?" Continua.

"Dei tuoi problemi." Rispondo guardandolo.

So close but so far away.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora