CAPITOLO 63

409 20 5
                                    

"Come mai non puoi venire da me?" Mi chiede Luke cambiando tono.

"Una mia collega mi ha invitata a pranzo." Gli spiego uscendo dalla scuola.

"Ok.. Poi passi da me però?"

Sospiro.

"Non so Luke.. Devo prepare il compito per questo mese." Dico attraversando.

Lui sbuffa.

"Sei sempre occupata questi giorni. Non stiamo quasi mai insieme." Borbotta e quasi mi immagino il cipiglio sul suo viso che si forma ogni volta che é dispiaciuto.

"Potrei prepare tutto oggi pomeriggio e stasera stiamo insieme." Propongo.

"D'accordo." Sbuffa di nuovo.

"Luke dai.. Non ho ancora nemmeno un'amica. Sono contenta di conoscere qualcuno finalmente." Mi giustifico.

"Non ti basto io?" Chiede facendomi sospirare.

"Si. Ma ho bisogno anche di un'amica. Possibilmente del mio stesso sesso. Ero abituata a vivere con le ragazze, e qui a Sydney non ne conosco nemmeno una." Dico sperando che mi capisca.

"Hai ragione. Ci vediamo stasera." Mormora.

"Ti amo." Continua facendomi sorridere.

"Ti amo." Rispondo riattaccando.

Scorgo Barbara nel bar di fronte che mi saluta con la mano facendomi segno di raggiungerla.

Sorrido ed entro nel bar sedendomi al suo tavolo.

"Ciao Jennifer." Mi dice ed io ricambio timidamente il saluto.

"Sono contenta che tu abbia accettato di venire." Continua.

"Anche io. Non ho legato con nessun collega fino ad ora." Ammetto.

"Forse perché sono tutti vecchi e antipatici." Dice lei facendomi ridere.

Ammiro questa donna.

É alta con la pelle scura. I capelli marroni ricci e folti che le incorniciano il viso perfetto.

É cosí sicura di se.. Mi ha colpita subito.

"Allora.. Hai un fidanzato?" Mi chiede mentre mangiamo l'insalata che ci é stata offerta.

"Si.." Rispondo.

"E tu?" Domando.

"Oh si.. Ho un marito rompiballe e due gemelli di sei anni." Borbotta lei sbuffando.

Ridacchio leggermente notando la sua espressione.

"Non sposarti mai." Mi dice indicandomi con la forchetta.

"Tutto il rapporto scompare ed arrivano i problemi." Continua bevendo avidamente il bicchiere di vino che ha ordinato.

"Ho già abbastanza problemi cosí." Mormoro.

"Allora.. É carino almeno?" Chiede sorridendo.

"Beh.. Hum.. Abbastanza." Rispondo imbarazzata.

"Che vuol dire abbastanza? É muscoloso? Ha delle belle braccia? É sexy?" Dice facendomi ridere.

"Penso di sí." Ammetto.

Lei sospira scuotendo la testa.

"Lo mangi tutto?" Chiede indicando il sandwich che ho tra le mani.

"Uhm.. si perché?" Rispondo.

"Oh tesoro, sai quante calorie ci sono lí dentro?" Esclama.

"É una bomba!" Continua scuotendo la testa.

"Non mi importa molto delle-" Inizio.

"Invece devi! Quando sarai brutta e grassa non penso che il tuo fidanzato ti vorrà piú!" Mi interrompe facendomi innervosire.

Mi sento anche ferita da quello che mi ha detto.

Non rispondo perché non so cosa dire.

Mi piace la sua spontaneità ma forse ha superato i limiti.

Abbasso lo sguardo e continuo a mangiare timidamente.

Poi rompe il silenzio.

"Se vuoi conosco una dietologa che potrebbe aiutarti."

"Stai dicendo che dovrei mettermi a dieta?" Chiedo triste.

"Beh.. Forse si.. Dovresti." Ribatte guardandomi dalla testa ai piedi.

"Mi hai invitata per farmi da consulente o per conoscere una collega?" Sbotto io alzandomi.

"Calmati tesoro. Ti sto solo dando dei consigli." Dice lei sorridendo.

"Beh i tuoi consigli non mi piacciono." Ribatto ed esco a grandi passi dal bar.

Lei non mi segue ma la sento mentre borbotta qualcosa di poco piacevole.

Mi specchio in una vetrina.

Sono davvero cosí grassa da dover andare da una dietologa?

Non sono magra, questo é sicuro.

I miei fianchi sono il doppio di quelli di Barbara e forse ho anche il seno troppo grande.

Guardandomi mi salgono le lacrime agli occhi.

Almeno lei é stata schietta e me l'ha detto faccia a faccia.

Come fa Luke a dire che sono sexy o attraente?

Io vedo l'opposto.

Mi guardo attorno e non riconosco questo vicolo.

Dove vado ora?

D'istinto chiamo Luke.

"Già finito di pranzare?" Chiede appena risponde.

"Non é andato a gonfie vele." Ammetto.

"Il problema é che non so dove mi trovo." Continuo sospirando.

"Non c'é un punto di riferimento?" Domanda Luke e sento che prende le chiavi dell'auto.

"Hum.. Sono di fronte a un ristorante." Borbotto.

"Come si chiama?" Chiede.

"Da Carlo.." Rispondo.

"Oh si.. É dello zio di Calum!" Esclama ridendo.

"Calum ha uno zio che si chiama Carlo?" Chiedo.

"No ma ha voluto chiamarlo cosí perché gli piaceva il nome Carlo." Mi spiega.

"Ookay." Ribatto sedendomi sul marciapiede.

"Sto arrivando." Mi dice.

"Ti aspetto." Rispondo sospirando.

So close but so far away.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora