Quando al mattino mi svegliai, avevo un mal di testa così forte da impedirmi quasi di aprire gli occhi. Improvvisamente odiai tutta la luce che entrava in quella camera.
Mugolai dal dolore, e quando stesi il mio braccio per cercare Fabio, capii che il letto era vuoto. Tastai con una mano la parte di letto che occupava, e trovai un bigliettino.
"Sono andato a fare la spesa. Dopo la sbronza di ieri ho preferito non svegliarti. Un giorno di riposo non ti farà male."
Sicuro non mi avrebbe fatto male quanto la mia testa.
Passai in rassegna delle cose presenti in camera, e trovai il mio povero vestito Gucci, testimone della mia epica sbronza, a giacere indisturbato ai piedi del letto. Capii poi che l'unica cosa che mi copriva era il lenzuolo, e ricordai la piccola parte del mio ritorno a casa, ieri sera. Divenni un fuoco senza nemmeno rendermene conto.
Quando mi alzai, presi la prima cosa che vidi e la indossai. Era una maglia di Fabio e mi stava tre volte, bastava quella per coprirmi. Indossai le mie mutandine e andai in cucina per prendermi un'aspirina.
Mi preparai un caffè e mi rilassai sulla poltrona del salone. Lentamente del mal di testa rimase solo un piccolo accenno, per fortuna.
Non ero per niente abituata a stare la mattina in casa, e non sapevo cosa fare. Avrei potuto pulire, ma la voglia scarseggiava. Avrei potuto anticiparmi sul lavoro, ma a quel punto sarei potuta anche andare in ufficio a farmi un permesso.
Per cui, quella mattina per me fu di totale riposo. Mi accucciai sul divano verso le dieci del mattino circa, e riaprii gli occhi solo quando sentii le labbra di Fabio posarsi sulla mia fronte.
"Buongiorno." Mugolai in risposta, con la faccia impressa nel cuscino.
Sentii le braccia di Fabio prendermi a mo' di sposa e caricarmi su di lui.
"Non me lo merito un bacio dopo che ti ho fatto da babysitter ieri sera?" Mi chiese. Afferrai il suo viso con una mano e gli baciai caldamente le labbra.
"Hai fatto tutt'altro che il babysitter ma un bacio te lo concedo comunque."
Fabio ridacchiò, aggiustandomi tra le sue braccia. "Sono passato dal tipografo, le partecipazioni sono pronte."
Fu in quel momento che fui assalita da un'ansia inspiegabile. Le partecipazioni erano pronte, ed erano le uniche cose ad esserlo. Non avevo un vestito, una location per il ricevimento, un vestito per la mia testimone, che sarebbe stata senza ombra di dubbio Iris. Non sapevo cosa dover fare prima.
"E io non ho fatto ancora nulla." Borbottai.
"Bene che tu sia a casa, allora. Puoi iniziare da oggi." Fabio mi disse, ed io sbuffai. Camminò verso la cucina e mi fece sedere sul bancone adiacente ai fornelli, proprio come una bimba.
"Sai quante energie ci vogliono per scegliere il vestito adatto?" Mi lamentai, Fabio mi guardò con la coda dell'occhio.
"Per me puoi sposarti anche in intimo, tanto poi il vestito te lo tolgo comunque."
Gli diedi un colpo sulla spalla in risposta, che lo fece ridere. "Sono seria."
"Oh, anche io."
Presi il telefono e scrissi un messaggio ad Iris:
'Oggi andiamo alla ricerca dell'abito. Fai un permesso e vieni qui alle tre in punto.'
La sua risposta non tardò ad arrivare:
'Ogni suo desiderio è un ordine.'
Come organizzato, Iris venne a bussare alla mia porta alle tre precise. Afferrai la mia borsa e insieme ci catapultammo nelle strade di Roma.
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Keep it secret
ChickLitAttimi. La vita è fatta di attimi. E l'uomo è fatto di paure, emozioni, sentimenti che lo rendono capace di afferrarli, o di perderli. Ma Beatrice non ha avuto scelta, nel suo attimo. Un attimo, un battito di ciglia che l'ha portata a Roma, a laurea...