"Dai, dimmi cos'è successo!" Iris quasi mi pregava in ginocchio. Era passata ormai una settimana da quel litigio tra me e Diego, e ancora non tornavamo a rivolgerci la parola. Iris aveva intuito tutto il secondo giorno, quando ormai aveva notato che non ci salutavamo nemmeno o che arrivavamo ed uscivamo in orari diversi dall'ufficio.
"Non è successo nulla." Sbuffai, per la milionesima volta. Non mi andava di parlarne, nemmeno ad Iris. Anche perché, ammettere ad alta voce quello che era successo e quello che sarebbe potuto succedere, mi faceva sentire ancora di più di schifo. Mi vergognavo di me stessa, per aver quasi tradito la fiducia di Fabio, dell'uomo che amavo, l'uomo della mia vita, colui che tra meno di sei mesi mi avrebbe atteso all'altare.
"Ma se vi guardate a stento!" Piagnucolò lei. "Dai, credevo di essere la tua migliore amica!"
"Iris..." dissi esasperata.
"Non lo dirò a nessuno, giuro!" Fece una croce sul cuore e mi guardò sigillando le labbra.
Guardai lei, poi in basso. Non sapevo cosa fare. Mi fidavo di lei, quello era certo, ma avevo paura a ripetere ad alta voce ciò che stava per succedere.
"Io e Diego ci siamo quasi bacisheidia." Mormorai.
"Avete cosa?" Chiese, non avendomi compresa.
"Ci siamo quasi basciatekfsos."
"Non parlo il beatriciano." Mi fece notare. Alzai gli occhi al cielo.
"Ci siamo quasi baciati, okay?" Le dissi.
L'espressione di Iris fu indecifrabile. Mi guardò prima sorpresa, poi spaesata, poi indispettita.
Aprì la bocca per parlare, poi la richiuse. Quando la aprì, avrei preferito restare zitta. "VOI DUE COSA?"
Per fortuna che eravamo al bar e non c'era nessuno di sospetto. Le tappai la bocca e la guardai in malo modo. "Potresti abbassare la voce?" Le dissi, fulminandola con lo sguardo.
"Scusa." Mormorò, abbassando lo sguardo. "Ma Bea, Fabio..."
"Lo so."
"Il matrimonio..." continuò.
"So anche questo."
"Il vestito..."
"Iris, nel caso non te ne fossi accorta è la mia vita, la sto vivendo in questo preciso momento." Alzai un sopracciglio.
"Non lo stai facendo nel migliore dei modi, però."
Quella frase un po' mi ferì. Sapevo di aver sbagliato, me lo ripetevo da giorni, ma non mi piaceva il fatto che qualcun altro dovesse venire a dirmi di quanto tutto stesse andando a rotoli a causa mia nella mia, di vita.
Lei sembrò notarlo, e si morse un labbro. "Scusa, non intendevo questo." Disse. "È solo che tu hai una vita perfetta, Bea. Un fidanzato che venderebbe i suoi organi pur di vederti felice. Non dovresti distruggere tutto questo."
"Lo so, Iris." Sospirai. "Mi sono tirata indietro prima che le cose precipitassero, comunque. Non l'ho baciato."
"Però c'è mancato poco." Mi fece notare, io mi morsi il labbro inferiore. Quasi sentii il sapore del sangue per quanto forte lo feci. "Cosa hai intenzione di fare, ora?"
"Quello che sto facendo ora. Ignorare la faccenda e soprattutto lui." Le dissi, scrollando le spalle.
"Non credi sarebbe meglio parlarne con lui, prima?" Mi chiese, tracciando con le dita i bordi della tazzina del caffè che aveva bevuto.
"Ci ho provato, ma abbiamo finito solo per urlarci contro." Le dissi, poggiando la testa sul palmo della mano. "Perché quando le cose sembrano andare finalmente bene, deve succedere qualcosa che mi fa ricredere?"
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Keep it secret
ChickLitAttimi. La vita è fatta di attimi. E l'uomo è fatto di paure, emozioni, sentimenti che lo rendono capace di afferrarli, o di perderli. Ma Beatrice non ha avuto scelta, nel suo attimo. Un attimo, un battito di ciglia che l'ha portata a Roma, a laurea...