3. Tutta colpa dell'alba

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Le note dei miei amatissimi 'green day' risuonano ancora, ininterrottamente, quasi a voler spezzare il silenzio che si è venuto a creare fra di noi.

Durante il viaggio mi concedo il lusso di osservarlo meglio. Capelli mori, occhi verdi come due smeraldi e due braccia muscolose come quelle di chi fa palestra.. la mia mente comincia a vagare ma la sua voce mi riporta sul pianeta terra..

«Siamo quasi arrivati, ti conviene cominciare a prepararti..»

Una volta parcheggiato, come un vero gentiluomo, mi apre la portiera e sottobraccio ci avviamo verso l'entrata.

«Salve, abbiamo una prenotazione a nome Morton»
«Prego, da questa parte»

Il ristorante è veramente enorme, tipico dei ricchi. Ci sono i sommelier, i camerieri che ti portano direttamente al tavolo ma che prima prendono i soprabiti per appenderli chissà dove. Ci mancano solo le stoviglie di platino e poi siamo veramente a posto!

«Allora.. cosa preferiscono i due giovani?»

la voce del cameriere mi fa quasi sussultare tanto da far ridere sotto i baffi James, «Per me il piatto del giorno e per lei...» «Anche per me, grazie» rispondo velocemente, così da non fare brutte figure.

«Ti dispiace se vado un attimo al bagno?» chiedo più che altro per non sembrare maleducata
«Stai scherzando? Tranquilla che non scappo» e con il riso sulle labbra vado alla ricerca del bagno.

Una volta trovato dietro l'angolo mi ci chiudo dentro per quasi cinque minuti. Mi risistemo un po' i capelli e il trucco e cerco di stare calma. Alla fine è solo una cena, cosa può andare storto?

Durante la cena parliamo un sacco, e così scopro che non è figlio unico ma che ha un fratello più grande che lavora in Italia e una sorellina. Suo padre, purtroppo, è morto qualche anno fa in un incidente stradale e quindi lui insieme a sua madre si prendono cura della famiglia. Anche lui, come me, deve affrontare l'ultimo anno di superiori però, per tenersi impegnato, dopo scuola lavora come barista in un locale molto famoso qui a Londra. Nonostante la situazione la sua è una famiglia molto ricca e questo spiega il fatto di avermi portata qui a cena.

«Ho parlato per quasi tutto il tempo io, adesso posso avere l'onore di conosce un po' meglio anche te?» mi chiede mentre finisce di mangiare il dessert.
«Oh.. ma certo..» e così inizio anche io il racconto della mia noiosissima vita.

Una volta pagato ed essere usciti dal ristorante aspetto che finisce la sua sigaretta, così mi concedo ancora un po' per osservarlo ancora meglio. Sguardo un po' perso, spalle possenti per tutto il peso che deve portare. Cose che non avevo notato prima, appena conosciuto.

«Vogliamo andare?» mi chiede e, per l'ennesima volta, mi riporta alla realtà. «Certo, andiamo»

Di nuovo il silenzio ci avvolge, e questa volta nessuna canzone lo rompe.

Dal finestrino vedo milioni di macchine sfrecciare, gente che si azzarda ad andare a piedi, taxi che aspettano e taxi che vanno. Per la prima volta vedo una Londra diversa, ancora più caotica e un po' cupa.

Stavolta sono io che spezzo la quiete chiedendo semplicemente dove stiamo andando, visto che quella non è la strada che porta a casa mia.

Senza volerlo l'occhio mi cade sul piccolo orologio nel quadro principale dell'auto, da poco passata la mezzanotte. D'istinto prendo il cellulare dalla borsetta e appena lo accendo ritrovo miliardi di messaggi da Emily. Tra i tanti ne trovo uno in cui mi dice che ha avvisato mia madre che sarei rimasta a dormire da lei.. Oh mio Dio, non penserà sul serio che io e James...

«Tutto bene? Hai una faccia alquanto.. strana» in questo momento il mio viso diventa rosso come un peperone ma per fortuna il buio dell'auto la nasconde
«Comunque non hai risposto alla mia domanda, dove mi stai portando?»
«In un posto speciale» la sua risposta secca mi lascia un po' perplessa, ma non faccio altre domande e così mi lascio andare sul sedile.




Appena metto piede fuori dalla macchina non posso fare a meno di rimanere stupita.

Davanti ai miei occhi appare in tutta la sua magnificenza la grande ruota panoramica di Londra e, sotto di lei, scorre l'attivissimo Tamigi. Solo adesso mi rendo conto che è aperta, anche se è notte fonda.

Senza dire una parola James mi prende per mano e insieme ci avviamo verso il grande occhio.

«La ruota è aperta solo per voi stasera, per ogni giro un desiderio!» la voce del giostraio mi fa sorridere.

Appena la sbarra si chiude sul seggiolino sento l'adrenalina salire insieme ad un pizzico di paura che mi porta a pendere la mano del mio accompagnatore, -Sta tranquilla, la vista è mozzafiato-

E ha ragione! Una volta in cima la giostra si ferma appena il tempo di osservare dall'alto la Londra moderna ma anche antica. Si nota una città caotica, ricca di gioventù e non solo. Da qui su riesco a vedere casa mia. Tutto spento tranne che per la piccola lanterna davanti il portone. Poco più in là, invece, c'è la casa della mia migliore amica con solo la luce della sua camera ancora accesa nonostante sia molto tardi.

«Bello vero?» la voce di James mi scuote dai miei pensieri, «È magnifico, davvero» rispondo mentre guardo le nostre dita ancora intrecciate. Lui lo nota e così, giusto per rendere la situazione ancora più imbarazzante, poggia le sue labbra sulle mie. Non un vero bacio, semplicemente un tocco delicato.

Dopo il giro sulla ruota panoramica, siccome la notte è ancora giovane, passeggiamo mano nella mano lungo le vie principali della città, in silenzio.

«Che ne dici di vedere l'alba da Parliament Hill

chiede all'improvviso James e, solo in quel momento mi accorsi che per tutta la notte siamo stati a girovagare. Rispondo un piccolo 'okay' e, proprio in quel momento, il Big Ben segna le cinque e mezzo di mattina.

Parliament Hill è una collinetta che si erge per circa 90 metri sul livello della città di Londra, ed è proprio lì che io e il ragazzo eravamo stesi.

Il colore del cielo sta cambiando pian piano, blu notte, un celeste ancora abbastanza scuro fino a diventare azzurro. Nel frattempo anche i primi raggi del sole fanno capolino, dapprima biancastri poi gialli oro.

Lo spettacolo mi lascia senza fiato per un po', non mi era mai capitato di stare sveglia per tutta la notte. Tranquilli anche io ho fatto le ore piccole come tutti gli adolescenti, ma mai così tanto piccole.

In questo momento tutto mi sembra un sogno. Un sogno ad occhi aperti.. ma realizzo che invece è tutto reale, accaduto veramente.

Lentamente poggio la mia testa sul petto di James facendomi cullare dal suo cuore che batte veloce. Riesco solo a pensare che ho saltato un giorno di scuola e che sono in attesa di raccontare tutto questo a Emily..

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