33. The End

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Ormai è quasi un mese e mezzo che va avanti la mia relazione con James, ed anche brillantemente devo dire.

Ovviamente giugno è giunto alle porte e con lui anche i temutissimi esami di maturità che, come non avrei immaginato, visto che nelle ultime settimane non ho studiato granché, supero nel migliore dei modi.

Purtroppo, però, l'arrivo dalla lettera da parte del college di Oxford non tarda ad arrivare con la mia conferma della mia idoneità per l'istituto.

Ovviamente non esito a chiamare James per chiedergli di uscire in modo tale da potergli raccontare tutto.

«Ti aspetto alle sei al Tasty Demon e scusami se non posso passarti a prendere ma finisco esattamente alle sei il turno di lavoro. A dopo piccola»

Sono ancora le cinque, ho esattamente un'ora per prepararmi per poi uscire.

La strana sensazione di aver finito la scuola, di avere un'estate completamente libera da passare insieme al mio ragazzo sperando che la distanza non rovini tutto.

Mi svesto ed entro in doccia sperando che l'acqua bollente calmi i miei nervi tesi, che faccia scivolare le preoccupazioni con lei giù nei tombini di Londra.

Quel getto bollente mi rilassa a tal punto da non rendermi conto che sono più di venti minuti che sono lì dentro, così lo fermo ed esco velocemente.

Scelgo dei semplici jeans neri e una maglietta a maniche corte della Levi's, e le solite converse bianche.

Ho ancora qualche minuto per truccarmi, così copro la mia faccia con un velo di fondotinta e del mascara. Lascio i capelli sciolti.

Prima di uscire, come d'abitudine, lascio un biglietto alla mamma poi prendo la borsa con lo stretto necessario ed esco.

Arrivo al luogo prestabilito con qualche minuto di ritardo ma per fortuna James ancora non è arrivato, così posso tranquillamente riprendere fiato ed iniziare ad accomodarmi.
Scelgo un tavolo con delle poltroncine rosse al posto delle solite sedie, e nell'attesa ordino qualcosa da bere.

Il mio ragazzo si fa attendere ancora per un po' tanto da farmi pensare che si sia scordato dell'appuntamento e infatti sto per alzarmi ma, per fortuna, lo vedo entrare e avvicinarsi verso di me con una marea di scusa già pronte ma lo blocco subito con un bel bacio.

«Tranquillo, l'essenziale è che adesso sei qui con me»
«Già. Allora.. raccontami tutto»

Gli racconto della lettera arrivatami pochi giorni fa e anche della richiesta dei miei di partire subito in modo tale da cominciare a prendere atto della nuova situazione

«E tu ha intenzione di farmi passare un'estate da solo, senza di te?» chiede spezzando le mie parole a metà
«Beh.. ho un mucchio di cose da fare adesso, devo trovare una casa in cui stare, delle coinquiline con cui condividerla, devo finire le ultime cose con il college, prendere i libri...»
«Lo sai che questa relazione così, distanti, non potrà mai funzionare più di tanto?»
«Lo so.. ma cosa dovrei fare?»
«Parlare con i tuoi, provare a fare qualcosa per rimandare il più possibile la partenza.. anche se Oxford è a un'ora di distanza da Londra non sarà comunque facile.. io ho il mio lavoro che ultimamente mi impegna molto, tu non potrai saltare sempre le lezioni...»
«Hey.. vedrai che ce la faremo, dobbiamo farcela»

Di scatto si alza facendo tentennare così tanto il bicchiere che devo reggerlo per non farlo rovesciare sul tavolo facendo un casino, io ovviamente non posso restare ferma lì così mi alzo anche io e lo seguo fuori dal locale.

Lo vedo appoggiato al muretto del parcheggio, con in mano quella odiosa sigaretta. Mi avvicino lentamente a lui prendendogli la mano ma lui la ritira di scatto ferendomi.

Finisce di fumare, nel modo più lento in assoluto e poi quando finisce caccia di nuovo il pacchetto dalla tasca e se ne accende un'altra

Ad un certo punto apre la bocca come per dire qualcosa ma si limita solo ad inspirare ma poi, di nuovo.

«È fisica: due vettori di uguale direzione, se posti nello stesso verso raddoppiano il loro modulo, se posti in verso opposto creano una risultante nulla. Siamo fisica: insieme siamo forti il doppio ma l'uno contro l'altro ci distruggiamo»

Senza neanche aspettare una risposta, giro i tacchi iniziando a camminare verso casa mentre una lacrima solitaria riga la mia guancia sinistra.
Lentamente mi volto e lo trovo ancora lì, appoggiato al muretto intento a finire la sua sigaretta.

Faccio qualche passo indietro e mi riavvicino a lui notando i suoi occhi rossi e lucidi.

Ad un tratto, però, entrambi, nello stesso momento, ci voltiamo tornando ad essere due perfetti sconosciuti incontrati per caso in un bar.

Love Is A Dangerous Game  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora