26. La Rosa

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Sabato mattina - Casa Moretti

Quella mattina mi alzo con ancora addosso lo spettacolare abito di ieri.

Stranamente ha mantenuto la promessa di non toccarmi.

Mi stiracchio un po' prima di scendere dal letto e svestirmi.

Mi dirigo verso il bagno.

Mi concedo un bagno caldo con tanta schiuma e bolle di sapone.

Sono totalmente immersa nella vasca da non accorgermi che, nel frattempo, la porta della stanza si è aperta.

«Buongiorno principessa! Ti ho portato la colazione.. Già sveglia? Sono solamente le nove del mattino!»

Sento i suoi passi venire verso il bagno, così in fretta esco dal mio piccolo angolo di paradiso per prendere il primo telo che capita, giusto per coprire il mio corpo nudo.

La porta si apre nell'esatto momento in cui termino la "mummificazione".

«Oh.. sc..scusami» balbetta mentre con lo sguardo fa la radiografia del mio corpo, con gli occhi che brillano.

Cazzo, però adesso che lo osservo meglio è proprio bello!

No, no, no Crystal non puoi farti ingannare da questo qui!

«Esca, mi devo cambiare»

Come sente la mia voce, senza tremolii o cos'altro, si risveglia sala sua tranche e se ne va senza troppe scuse.

Finisco di lavarmi i denti e il viso, e mi dirigo verso l'armadio per cercare un abito sobrio e che stia bene con le vans.

Ne trovo uno corto fino al ginocchio, con la classica scollatura e una gonna non troppo ampia. Perfetto!

Dopo essermi cambiata, metto un filo di trucco (più che altro per me e non per lui) e osservo per un po' il vassoio con la colazione.

Ci trovo un bicchiere di latte caldo con dei biscotti fatti in casa, una fetta di crostata e un bicchiere di succo di frutta. Al centro di tutto ciò un piccolo vaso con una rosa.

Mi siedo sul letto e, oltre a tutta quella marea di roba trovo anche un bigliettino.

"Cara Crystal,
Probabilmente in questi giorni non mi sono comportato da vero gentiluomo e hai tutto il diritto di aver paura di me, lo capisco. Io ti ho portata qui non perché volessi rapirti e farti chissà cosa, ma semplicemente perché voglio che tu veda chi sono veramente. Non sono quel mostro che tu credi, posso essere gentile e premuroso, quando voglio. Quindi ti chiedo solo una cosa: impara a fidarti di me.

Ps: ti aspetto di sotto così posso mostrarti la serra con tutte quelle belle rose che a te piacciono tanto :)"

Finisco di leggere la lettera mentre termino anche il mio biscotto.

Probabilmente non è così terribile come penso, forse ha solo bisogno di un po' di amore...

Cavolo non sono nemmeno due giorni che sono qui dentro e già mi sto facendo abbindolare da lui, perfetto!

Prima di scendere di sotto mi do un'ultima occhiata allo specchio, dopodiché prendo il vassoio ormai vuoto e mi avvio per le scale.

Fortunatamente non faccio rovesciare nulla per terra.

«Sarei venuto io a ritiralo dopo..»

Al suono della sua voce mi volto, e lui alla vista del biglietto che rigiro tra le mani perde un po' di colorito.

«Vieni ti faccio vedere la serra»

Mi conduce attraverso l'enorme salotto, fino ad una portafinestra.

L'attraversiamo e ci ritroviamo in un enorme giardino. L'erba tagliata perfettamente, e qua e là spuntano macchie colorate di ogni genere di fiore.

Praticamente attaccata all'abitazione appare la serra.

Non ha la forma comune di tutte le altre, questa è a forma ottagonale con una piccola porticina al centro.

Appena entriamo resto incantata dalla miriade di rose ognuna di un colore diverso, ma soprattutto dall'odore che sprigionano e che avvolge l'intera serra.

«Ognuna di queste ha un significato diverso, questa arancione, per esempio,  significa seduzione, questa bianca, una delle mie preferite, significa purezza, questa rosa eleganza... e così via»
«Sono stupende.. una più bella dell'altra!»

Restiamo quasi fino all'ora di pranzo lì, ad osservare i fiori e a commentare poesie.

Una volta rientrati in casa mi dice di andarmi a cambiare per scendere a pranzo, perché

«Ogni fase del giorno è diversa dall'altra»

Così corro di sopra per scegliere il prossimo abito del giorno..

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