21. Presentazioni a prova di infarto

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Continuo del capitolo precedente

Mercoledì pomeriggio

Per la prima volta lo invito a casa mia, non mi va di restare da sola.

Dopo aver mangiato qualcosa per merenda, saliamo di sopra in camera mia.

Ci stendiamo sul letto e, anche se è piccolo, c'entriamo tranquillamente.

Poggio la testa sul suo petto mentre lui, dalla tasca dei suoi Levi's tira fuori un paio di cuffie che collega al telefono. Me ne passa una e insieme ci rilassiamo.

Lentamente il mal di testa passa e la mia anima, ancora un po' in tormento per gli eventi accaduti stamattina, si placa.

Senza accorgermene mi addormento cullata dalle note delle canzoni e dal suo dolcissimo odore, di menta e non so che altro, che a me piace tanto.

Dopo un tempo estremamente lungo vengo svegliata dalla voce di mia madre che dal piano di sotto grida

«Tesooro sono tornata, sei di sopra?»

Oh no! No no no, non salire!

In un lampo faccio nascondere James nell'armadio mentre io, invece, mi risiedo sul letto nell'esatto momento in cui lei apre la porta della mia camera.

«Ciao mamma! Com'è andata al lavoro?»
«Come al solito, quasi sempre in solitaria... si sa com'è lavorare in una libreria di questi tempi. Ormai sono tutti presi da quegli affaracci elettronici, è praticamente impossibile trovare qualche giovane che si dedichi ancora alla lettura...» dice sbuffando mentre richiude la porta della stanza alle sue spalle, sento i suoi passi per le scale scendere fino in cucina così, senza perdere altro tempo, libero James da quella "prigione".

«Simpatica tua mamma! Quand'è che me la fai conoscere?» chiede cercando di restare serio ma una risatina lo tradisce.

«Bhe ovviamente non puoi uscire dalla finestra.. anche se non sarebbe un'idea malvagia.. ~ridiamo entrambi~ perciò direi anche stasera, sempre se a mia madre non le viene un infarto. Sai, mi hai fatto rompere i miei normali schemi...»

Ci (ri)accomodiamo sul letto a immaginare le più strampalate presentazioni, ridendo fino alle lacrime.

Quando finalmente l'ora di cena arriva, insieme scendiamo di sotto.

Mia madre è girata verso i fornelli così faccio attendere il moretto dietro una colonna, così da farlo entrare nel momento opportuno.

«Ehm... mamma...»
«Dimmi tutto tesoro, ti ascolto»
«Ecco... ci sarebbe anche un terzo posto a tavola, è per...»
«Emily? Lo sa che non deve farsi problemi a restare! Ormai la conosco da una vita!»
«Ehm.. no, non è Emily la nostra ospite stasera ma ... Il mio ragazzo..»

Lascia di colpo il manico della pentola per girarsi completamente verso di me. Gli occhi luccicanti e un sorriso da un'adolescente sul volto.

«Bhe? Quando avevi intenzione di farmelo sapere?» chiede mentre si affretta ad aggiungere un altro posto a tavola.

Nel frattempo faccio segno a James di uscire allo scoperto e, una volta piantato vicino a me, rosso come un peperone, gli occhi di mia madre quasi esplodono.

«Ehm... Salve signora...»
«...Quick» termina la frase mia mamma al posto suo, «Adesso sediamoci sennò si fredda tutto e intanto mi raccontate un po' di voi due..»

Durante la cena, cerchiamo di raccontare la nostra piccola storia nei dettagli (cosa scelta da James, anche se io ero un po' in disaccordo).

Per fortuna a mia madre non arriva un attacco di cuore e così, dopo il racconto, riesco finalmente a mettere sotto i denti qualcosa.

La serata passa nel migliore dei modi, e quando torna anche papà da lavoro iniziamo daccapo tutta la nostra avventura.

Non so da quale Santo sono stata protetta perché nessuno dei due sembra essersi agitato più di tanto.

Mentre papà e James fumano fuori, io aiuto mamma con le ultime cose in cucina.

Verso mezzanotte e mezza, quando ormai il sonno comincia a farsi sentire saluto il mio ragazzo e vado di sopra, in camera con la leggerezza di una farfalla.

Ancora una volta, con il sorriso sulle labbra mi addormento quasi subito.

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