17. In Love

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Martedì mattina

Martedì. Il profumo del caffè e delle paste calde invadono le mie narici e un messaggio di 'buongiorno' da parte di James mi fanno svegliare con il sorriso.

Come in una favola mi alzo, mi lavo e mi vesto e scendo di sotto per una tazzina veloce di quel dolce liquido amaro, perché la colazione vera e propria la farò con lui da Bob's.

Per l'occasione scelgo dei jeans stretti, una maglietta a maniche corte ricamata, converse basse nere. Capelli sciolti e un po' di trucco.

Arrivo da Bob's alle otto in punto e da lontano già lo vedo con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto, quel sorriso che bacio appena gli vado incontro.

«Siamo di buon umore stamattina?» mi chiede mentre ci sistemiamo comodamente al solito tavolo, «Forse..» rispondo con un sorriso sulle labbra.

Durante la colazione i nostri occhi non la smettono di incrociarsi e le nostre mani di incontrarsi.

Sembra strano, lo so, ma questo è il bello dell'amore, o sbaglio?

Finita la colazione, paga anche per me e poi mano nella mano andiamo a scuola.

Arrivati davanti al mio armadietto ci salutiamo con un bacio, «Ci vediamo a mensa bellissima!» e se ne va verso la sua classe.

Io,invece, con un sorriso brillante vado verso la mia.

Le ora mi passano talmente veloci che quasi non me ne accorgo, voglio solo andare a mensa.

Purtroppo però devo affrontare ancora un'altra ora, ovvero quella dell'ormai prof Moretti, che, a quanto ho capito, sostituirà fino alla fine dell'anno scolastico il prof Greymark.

Durante l'ora non lo degno di uno sguardo, sto tutto il tempo con la testa bassa sul libro di matematica.

«Signorina Lewis, può venire a fare l'esercizio alla lavagna? Così posso spiegare anche l'argomento nuovo»

Svogliatamente mi alzo e zitta zitta, anche se le occhiate di fuoco non mancano, mi dirigo alla lavagna.

«Complimenti, esercizio svolto alla perfezione però purtroppo in questo momento non posso assegnarle un voto. Può andare al posto così posso spiegare»

Torno sbuffando al banco mentre alzo gli occhi sull'orologio per vedere quanto manca, ancora mezz'ora.

Altra spiegazione, altri esercizi.

Non c'è la faccio più, «Mi scusi posso andare in bagno?» chiedo mentre mi alzo già dal posto e aspetto quel 'si' che non ci mette molto ad arrivare.

Esco da quella classe e mi appoggio un attimo al muro per regolare il respiro.

Quando il mio cuore ricomincia a pulsare normalmente mi dirigo in bagno e ci resto finché non suona la campanella che ci avvisa della pausa pranzo.

Appena esco da lì mi vedo un'Emily che corre all'impazzata verso di me.

«Lucas!» dice, «Lucas? Che succede?» chiedo io già in preda al panico.

«Mi ha baciata! Dopo un secolo c'è l'ho fatta anche io, stiamo insieme adesso!!»

Saltella di qua e di là, spostando il peso da un piede all'altro tutta contenta.

«Tesoro! Sono contentissima!» le dico mentre cerco di farla stare calma e di farle prendere la direzione mensa.

Tutto d'un tratto però torna serissima, cosa che mi fa preoccupare.

«Emily, tutto bene?»
«A te piuttosto, quel bastardo ti sta ancora alle calcagna?» chiede mentre i suoi occhi marroni incontrano i miei,
«Si.. ma sto cercando di risolvere la cosa. Tranquilla» mento per farla stare almeno più tranquilla.

Non sa del messaggio che ho ricevuto l'altra sera, e forse non glielo dirò mai. Anche tra migliori amiche molte volte ci si tiene sempre qualcosa dentro, nascosta.

«Allora andiamo a mangiare? Ho una certa fame!» e ci incamminiamo lungo il corridoio.

Appena entriamo riconosciamo subito il nostro tavolo così, una volta presi i vassoio con il cibo, andiamo da loro.

Emily si siede subito accanto alla sua fiamma e io vicino la mia.

Il pranzo, almeno per me e James, dura poco e infatti dopo nemmeno un quarto d'ora eccoci seduti sulle solite scale antincendio, lui con la sua sigaretta e io che mi godo la vista.

Lo vedo aspirare lentamente e buttate via il fumo come se fosse una cosa naturalissima, nata con lui e la cosa mi piace molto.

Non appena termina la sua sigaretta, la getta a terra calpestandola.

Tra noi adesso c'è silenzio, ma non imbarazzante.

«Lo sai che sei mia, solo mia vero?» chiede ad un certo punto facendomi avvampare, «E lo sai che se ancora più bella quando arrossisci?»

E invece lo sai che tu sei fantastico in ogni tuo difetto ed imperfezione? E che lo sei ancora di più quando poggi le tue labbra sulle mie?

Sembra avermi letto nella mente perché è proprio quello che fa.

Un bacio lento, passionale.

Lentamente fa scivolare le sue braccia sui miei fianchi facendomi mettere a cavalcioni sulle sue gambe.

Mi lascio trasportare completamente infatti intreccio le mani dietro la sua testa mentre gioco con i suoi morbidi capelli.

Anche le nostre lingue vogliono giocare, e così quando lui con la sua chiede il permesso di entrare lo lascio fare tranquillamente.

Il tempo sembra essersi fermato, tutto immobile, tutto fermo.

Ci stacchiamo solo quando sentiamo la campanella suonare.

Per fortuna anche le ore del pomeriggio passano tranquille e alle quattro in punto siamo tutti fuori da quella gabbia.

«Ci vediamo oggi pomeriggio ragazzi!» ci salutiamo tutti insieme, con la stessa frase.


Spazio autrice:
Siccome non voglio fare i capitoli troppo lunghi, cerco di dividerli in modo tale da non fare un salsicciotto di capitolo.

Fatemi sapere se va bene oppure se devo continuare a fare come ho fatto sempre!

Bacini 😘

Love Is A Dangerous Game  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora