CAPITOLO 8

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Stamattina mi sono svegliata turbata ho chiuso gli occhi solo alle prime luci dell'alba, non

 riuscivo a smettere di pensare a quello che era successo la sera prima, mi sento in colpa nei 

confronti di mia cognata, credeva in me ed io col mio comportamento l'ho delusa. Provo ancora 

piu' rabbia nei miei confronti perche' nonostante il modo come mi ha trattato quel cafone ricco

 non riesco a smettere di pensare al suo sguardo cosi' accattivante, ai suoi occhi cosi' belli e 

penetranti, al suo profumo che mi destabilizza e non e' normale che io provi tutto questo, l'unica

 giustificazione che mi sono data e' il fatto che non sento il calore di un uomo dalla morte di 

Mauro e nonostante ogni tanto nelle mie notti di solitudine mi do conforto non e' abbastanza e 

la vicinanza con Francise mi ha risvegliato sensazioni che devo assolutamente farmi passare.

Ho lasciato mio figlio a scuola, a colazione eravamo solo noi due mio fratello e mia cognata 

erano usciti presto e non ho avuto modo di scusarmi nuovamente con lei cosi' decido di farle 

una sorpresa a lavoro una scusa anche per vedere il suo posto di lavoro visto che ancora non ne 

ho avuto la possibilita' e magari andiamo a prenderci un caffe' insieme, l'unico dubbio non so se

 chiamarla o piombare senza preavviso, e' una donna molto impegnata e molto probabilmente

 in questo momento sara' con quel riccone e non vorra' essere disturbata, ma ho paura che 

chiamandola possa rifiutarsi di incontrarmi ed io ho bisogno di parlarle cosi' decido di andare e 

se dovesse rifiutarsi di vedermi parleremo a casa.

Il taxi mi ha appena lasciata davanti alla Dupont Enterprise Company e resto stupita nel vedere

il grattacielo di 80 piani davanti a me.... avevo capito che Dupont a 40 anni era gia' uno degli 

uomini piu' ricchi del mondo ma pensavo fosse esagerato invece devo ricredermi....

Sono appena entrata nella hall e ancora una volta resto sbalordita da cio' che vedo, tutto ultra

 moderno, guardie di sicurezza in ogni angolo, gente vestita impeccabilmente, sembri far parte 

dell'arredamento e non oso immaginare gli uffici ai piani alti.....

Natalie mi ha raccontato che dentro questo grattacielo oltre ad esserci la sede centrale del suo 

capo ci sono anche hotel, centri benessere, centri commerciali, appartamenti e studi legali e 

all'ultimo piano ci vive proprio lui e da cio' che dice lei e' un attico da togliere il fiato e su questo 

non ho proprio dubbi.

Mi dirigo verso la reception e vedo due ragazze impegnate al telefono e un ragazzo al computer 

cosi' vado da lui...

< Bonjour, parlez- vous italien?>  

< Si signora, come posso aiutarla?>

Non c'e' da stupirsi che questo ragazzo parli cosi' bene l'italiano e sono certa che  parlera' altre 

lingue perche' quel cafone di un riccone e' un uomo perfetto e lo devono essere anche i suoi 

dipendenti.... tutto impeccabile!

< Avrei bisogno di raggiungere gli uffici del signor Dupont>

si fa serio < Ha un appuntamento?> 

< no> 

< allora non posso aiutarla, vede si riceve solo per appuntamento>

< Capisco... ma vede mia cognata lavora per il signor Dupont ed io ho urgenza di parlare con lei e 

non riesco a contattarla telefonicamente> fingo!

< Comprendo ma purtroppo abbiamo regole severe e non posso aiutarla se non ha un 

appuntamento>

Non c'e' nulla che io possa fare cosi' ringrazio il ragazzo ma nel momento in cui sto per andare 

via mi sento chiamare.

<Elena> mi giro e vedo Chiara, la ragazza di ieri sera...

< Ciao Chiara>

< Elena hanno chiamato pure te per la retribuzione di ieri sera?>

Non ho la piu' pallida idea di cosa stia parlando e dubito che dopo cio' che e' successo ieri sera io

 venga retribuita ma ho la scusa per salire ai piani superiori cosi' prendo la palla in balzo..

<Sono venuta sia per la retribuzione sia per vedere mia cognata ma non ho un appuntamento e

 quindi non mi fanno salire>

Vedo Chiara rivolgersi al ragazzo di prima < Jean Paul la signora ieri sera ha lavorato per il signor 

Dupont alla serata di gala e sicuramente si saranno dimenticate nella confusione di avvertirla 

per la retribuzione quindi ti sarei grata sei potessi chiudere un occhio> la vedo fare gli occhi dolci

 a quel povero ragazzo e devo ammettere che sei io fossi stata un uomo ci sarei caduta, lui la 

guarda confuso si trova in una situazione di disagio ma nonostante questo lo vedo estrarre un 

pass e consegnarmelo... 

Chira fa l'occhialino a Jean Paul facendosi promettere un appuntamento e cosi' mi ritrovo diretta

 ai piani superiori..

< Grazie Chiara senza di te non ci sarei mai riuscita.>

mi guarda < certo che ieri sera e' successo un gran macello tra te e quel scorbutico del signor 

Dupont, ma sei stata forte quando gli hai versato il bicchiere di vino addosso, la sua faccia irata 

non la dimentichero' tanto facilmente sei stata l'argomento di conversazione in cucina e ti hanno

 ammirato tutti per il modo in cui ti sei fatta rispettare... >

< non vado fiera di cio' che ho fatto ma quell'uomo riesce a far uscire il peggio di me e mi dispiace

 solo per mia cognata che si e' dovuta trovare in una situazione di disagio a causa mia..>

sento il bip dell'ascensore ,avviso che siamo arrivate e non so perche' ma sento i battiti del mio 

cuore accellerare, guardo Chiara

<grazie ancora senza di te non sarei mai riuscita a salire>

< non pensarci! Anzi che ne dici se uno di questi pomeriggi andiamo a prendere un caffe'

 insieme?>

e' il minimo che potrei fare! Mi faccio spiegare dove devo andare e dopo averci scambiato i 

numeri di telefono mi avvio verso gli uffici dei responsabili...


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