XIV

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"Che è successo principessa? Non volevo farti piangere"

"Non sei sempre al centro del mio mondo Louis."

"Ehi, voglio solo consolarti, non litighiamo."

Io mi siedo su una panchina un po' in disparte e inizio a giocare con le mie mani in modo nervoso, fissandole.

"Scusami Lou, ma non ho bisogno di essere consolato, sto bene, davvero."

"Non sembra proprio, amore."

Amore.

Io rimango in silenzio, troppo scosso per rispondere o semplicemente pensare, ma alzo lo sguardo e lo osservo mentre si porta una sigaretta alla bocca e l'accende subito dopo, buttando fuori il fumo e socchiudendo gli occhi, senza mai togliere lo sguardo da me.

Metto la mano in tasca per prenderne una anche io, ma noto che il pacchetto non ci sta.

"Puoi darmi una sigaretta?"

"No."

"Per favore, perché no? Ne ho bisogno davvero, ma le mie non le ho prese."

"Sei minorenne, col cazzo che ti faccio fumare."

"Che ti costa? Se non me la offri tu, chiedo a qualcuno a caso."

"Non ti azzardare."

"Se no?"

Sorrido strafottente e lo guardo mentre cerca di rispondermi in modo vincente. Ma non trova le parole e io mi alzo pronto per andare da qualcuno.
Finché non mi blocca afferrandomi per un braccio e mi rivolge uno sguardo truce.

"Non farmi diventare geloso Harry, non hai bisogno di fumare."

"E invece sì, ora più che mai, davvero."

Louis tira fuori il suo pacchetto e mi porge una marlboro, poi si siede sulla panchina in cui ero seduto prima io e dà due piccole pacche sulle sue coscie affinché mi sedessi su di lui, è così faccio.

"Voglio davvero sapere perché piangevi, ma se non te la senti, non ti constringerò."

Lo ringrazio e mi appoggio sulla sua spalla chiudendo gli occhi.  Nello stesso momento lui inizia a farmi dei grattini tra i capelli e lascia qualche bacio sulla mia testa.

"Stasera vieni a dormire da me?"

Glielo dico senza pensare e lui sembra sorpreso.

"Sì, certo, vengo a dormire da te, principessa."

Sorrido e gli lascio un dolce bacio sul collo per poi alzarmi e prenderlo per mano affinché si alzasse anche lui.

"Dai Lou, andiamo a prendere una birra."

Lui annuisce e torniamo dagli altri, che fanno finta di nulla, per fortuna, e continuano a fare davvero molto casino, probabilmente essendo alticci.

Louis mi offre la birra e io lo ringrazio con un piccolo bacio a stampo che però hanno visto tutti e che sogghingando hanno sottolineato come evento del mese.

La serata finisce presto e io e Louis decidiamo di tornare a piedi a casa di mia nonna.

Durante il tragitto ci fermiamo a osservare la spiaggia, il mare, i pescatori, gli scogli.  Sentendomi fissato giro lo sguardo verso Louis e gli sorrido.

"Che c'è?"

"Niente, sei bello, bellissimo."

Sorrido e mi avvicino a lui. Lui mi prende le guance con le mani e si avvicina ancora di più.

Ci baciamo per minuti interi senza rendercene conto e sorridiamo.

Non appena abbiamo bisogno di aria e ci allontaniamo, iniziano ad esserci i fuochi d'artificio, così io mi avvicino a lui.

"Non ti prenderò per mano Harry."

Io gli sorrido ma dentro ci rimango davvero male, ci speravo.

"Non avrei voluto, stiamo passando davanti ad un gruppo di bei ragazzi, se fossimo stati mano nella mano avrebbero pensato che sei il mio ragazzo."

Gli sorrido e aumento il passo per raggiungere il gruppo prima di Louis.

"Ciao bellezza, come ti chiami?"

Io gli sorrido e noto che è davvero un bel ragazzo, occhi verdi con capelli scuri, alto poco più di me e snello ma allo stesso tempo muscoloso.

"Harry, mi chiamo Harry. E tu?"

Sento subito dopo la mano di Louis stingermi il polso e strattonarmi via da quei ragazzi.

" Mi chiamo Tom. Ciao Louis."

Lui lo guarda e gli fa un cenno con la testa.

"Vi conoscete?"

"Abbiamo fatto sesso qualche volta."

Tom lo dice con disprezzo nella voce e Louis alza gli occhi al cielo allontanandosi da me e dal gruppo.

Così decido di salutarli velocemente e di raggiungerlo.

"Ehi Lou."

"Non mi parlare, voglio andare a casa."

"Non vieni da me? Per favore."

Lui sbuffa e non risponde più fino a che non arriviamo a casa mia.

"Insomma, Tom?"

Azzardo a bassa voce sperando non se la prenda.

"È un idiota, e te con lui."

"Che ho fatto?"

"La ragazzina."

"Sono un maschio, smettila di darmi questi nomignoli del cazzo."

"Non riuscirei proprio ad avere una relazione con te."

"Certo, il problema sono io tra i due, comunque non preoccuparti, io non voglio fidanzarmi con te."

"Bene."

"Bene!"

Mi metto velocemente in boxer e mi metto sotto le coperte.

Louis fa lo stesso e gli do le spalle, così inizia a farmi dei grattini leggeri sulla schiena fino ad arrivare sulla pancia, scendendo, forse un po' troppo, verso la fascia dei miei boxer.

Un'estate a Bognor Regis. ¡Larry!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora