Laura, una diciannovenne che ha appena terminato le scuole superiori, è alla ricerca della libertà e della realizzazione personale: vuole continuare l'università e farsi una vita da sola.
E se arrivasse un ragazzo a sconvolgerle i piani?
Il pomeriggio seguente Come al solito, la mattinata è stata molto produttiva. Mare, lettura, pranzo e ora mi ritrovo qui, sul letto con il condizionatore puntato in faccia.
Decido che più tardi andrò a passeggiare al parco comunale. Lì ho passato gran parte della mia infanzia, insieme a mia madre e, quando capita, mi piace andarci anche a diciannove anni. Intanto parlo con Christian tramite messaggi su WhatsApp. Ad un certo punto, lui fa una proposta, che mi lascia un po' stupita.
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Insomma, è quasi impossibile. Però niente è detto. Partono i migliori film mentali: che lui già è lì e l'ha detto apposta, oppure che mi ha organizzato qualcosa. Ma si sa, i miei film mentali raramente si realizzano. Anzi, quasi mai.
Decido, comunque, di andare al parco per le 18.30. È un orario durante il quale ancora c'è il sole, ma al parco a quell'ora ci sono le ombre degli alberi che rinfrescano le panchine.
Quando arrivo al parco, di lui non c'è traccia. Deduco che sia già arrivato, oppure che mi stava aspettando, si è stancato ad un certo punto e così ha deciso di andarsene. Ecco che tutti i film mentali sono crollati così come si sono costruiti.
Ad un certo punto mi alzo, stanca di aspettare e di stare lì, su quella panchina, a riflettere su tutto quello che avevo immaginato con la musica nelle cuffie.
Due mani mi bloccano gli occhi. Di rimando, tiro un calcio all'indietro, cogliendo, forse, proprio la parte più vulnerabile dei maschi. Quelle due mani non sono più davanti ai miei occhi, ma davanti alla parte che avevo colpito, e scopro che si tratta proprio di quella parte.
«Ahia!», si lamenta quella voce che poi, quando mi volto, scopro che appartiene a Christian.
«Scusa, è che dovevo difendermi in qualche modo!»
«Capisco, capisco», dice continuando a lamentarsi con dei flebili 'Ahi'.
«Cosí già eri qui?»
«In realtà sono arrivato pochi minuti dopo, tu eri già su questa panchina, con le cuffie a guardare chissà dove e, quando sono passato dietro di te, nemmeno hai fatto caso a chi stava passando e ripassando per vedere quando ti saresti accorta di una presenza alle tue spalle»
«Ah». Riesco a dire solo questo. Sono stupita, sia per la sorpresa che per quanto io sia facilmente vulnerabile con le cuffie nelle orecchie. Devo scrivere un promemoria: niente più cuffiette quando sto per strada, o al parco.
Bene, mi servirà per le prossime volte. In questo modo farò anche più attenzione.
E il tempo passa veloce, due ore volano, quando ci salutiamo con un abbraccio e torniamo alle rispettive case.
Dopo pochi minuti, arriva un messaggio da lui.
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Non so se il suo sia un gioco o se l'abbia presa seriamente. Spero solo sia sincero...
•*¨*•.¸¸☆*・゚•*¨*•.¸¸☆*・゚ Spazio autrice •*¨*•.¸¸☆*・゚•*¨*•.¸¸☆*・゚ Hey, gente! Sono tornata prima del previsto, eh? Bhe, sappiate che ho fatto tesoro dei vostri suggerimenti e ho cercato di migliorare, almeno in questo capitolo! Quindi, che ne dite? Vi piace il capitolo? Soprattutto, vi sta piacendo il libro?