Capitolo 28

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Il pomeriggio seguente

Vorrei fare una sorpresa a Christian, ma non so quale potrei attuare.
Forse se andassi a casa sua lo apprezzerebbe di più. In questo modo, gli dimostro anche che ho superato la cotta per suo fratello e sono tranquillamente in grado di entrare in casa sua senza cercarlo.

La strada che ho tante volte percorso, questa volta la attraverso diversamente.
Ogni volta che passavo per questa strada, avevo sentimenti diversi: alcune volte ero triste, altre arrabbiata, altre confusa e questa volta, in cui sono felice.
Ed è solo merito di Christian.

Quando arrivo davanti alla porta, suono il campanello e la porta viene aperta dopo pochi secondi.
Immaginavo che la sfortuna mi assisteva: Luca è davanti a me.

«Laura! Che ci fai qua?»

«Ero venuta per Christian. È in casa?»

«No, ma puoi aspettare...»

Lo interrompo, dicendo:«No, grazie» e sono pronta a ripercorrere la strada per tornare a casa, fiduciosa che l'avrei incontrato per strada.

«No, Laura, aspetta». Luca mi segue sul marciapiede, ma io continuo a camminare. 
Mi blocca il cammino quando si erge in tutta la sua altezza davanti a me.

«Cosa vuoi, ancora?»

«Dirti che mi dispiace. Che sono stato un cretino, davvero. Mi dispiace perché pensavo non ti fossi affezionata tanto, ho sbagliato. Me ne sono reso conto tardi, scusami»

«Hai finito?»

«No, volevo aggiungere un'ultima cosa: mio fratello ti ama, e tanto sai...Non vorrei soffrisse se non lo corrispondi, quindi...»

«Ma senti chi parla! Non soffrirà, comunque. Io e te siamo due persone diverse, con due modi di fare altrettanto diversi.»

Sto per andarmene, ma Christian sta arrivando.

«Che ci fate qui?»

«Io e Laura stavamo parlando. Le stavo chiedendo scusa, in realtà.»

Rimango sorpresa.
Pensavo che volgesse la situazione a suo favore, dicendo una bugia al fratello come ha fatto in precedenza, e invece non è stato così.

Quindi io annuisco, Christian sorride e mi invita ad entrare in casa e, successivamente, in camera sua.
Ci sediamo sul letto.

«Tu hai fatto gli esami quest'anno, vero?»

Annuisco, precisando che poco più un mese prima li avevo terminati.

«Capisco», dice lui alzandosi e dirigendosi verso un suo mobiletto.
Apre un cassetto, mi guarda e poi richiude il cassetto.
Non capisco quel gesto, ma decido di non fare altre domande. Probabilmente, se avessi chiesto qualcosa, mi avrebbe detto una bugia per non tornare più su quell'argomento.

«Allora,» dico per iniziare un argomento e smorzare quella tensione provocata dal silenzio dopo quel gesto,«che facciamo?»

«Una passeggiata, ti va?»

Annuisco, ma lui precisa che la passeggiata si sarebbe svolta di sera.
Quindi, sentendomi di troppo e dovendomi preparare, sto per tornare a casa, ma lui mi ferma.

«No, dove vai? Abbiamo tanto di cui parlare, no?»

Passano poche ore e si fa sera, parlando del più e del meno. 
Ci fermiamo più tempo sulla mia 'storia' con Luca, sulle mie emozioni e su come mi sono sentita quel giorno in cui sono entrata in quel negozio.

Arriva la sera e, quindi, anche l'ora di uscire insieme.
Purtroppo non posso cambiarmi con vestiti nuovi, ma lui precisa che non era necessario farlo.
Quindi, usciamo da casa sua e ci incamminiamo verso un posto scelto da lui, ignoto per me.

«Chiudi gli occhi», sussurra.
Faccio come mi dice e, dopo un po' di passi, mi dice che posso aprirli.

Ci troviamo su un prato, evidentemente a poca distanza da casa sua dato il numero di passi, e a cui non avevo mai fatto caso. 
Osservo a terra la distesa verde sotto di noi, intervallata da qualche fiore qua e là.
Lo guardo stranita, non capendo perché siamo in questo posto, e lui ridacchia.

«Guarda in su». Quando alzo lo sguardo, il cielo stellato è stupendo. Non è come in città, qui sembra di osservare il cielo dalla torre di un astronomo. Le stelle sono tanto evidenti, nonostante siamo a chilometri di distanza da loro; ciò è causato dal buio intorno a noi, evidenzia quei puntini luminosi in modo spettacolare.

Sono felice che mi abbia portato in questo posto.
Sapeva che era proprio così il mio posto ideale, gliel'ho detto tante volte.
Ci stendiamo sull'erba.

Stiamo entrambi in silenzio e, nonostante questo, nessuno dei due si sente a disagio.
Ogni tanto ci guardiamo, e sorridiamo l'uno all'altra.
Ad un tratto, ci troviamo vicinissimi. Ci separano pochi millimetri, tanto che i nostri nasi sembra quasi che si tocchino.

Lui sembra ben intenzionato a baciarmi, ma io?
Io sento come una forza da dentro che dice 'Bacialo' e un'altra che dice 'Ricordi che è il tuo migliore amico? Non vorrai rovinare tutto'.
Sono combattuta tra questi due pensieri, quindi rimango così. Non mi allontano, né mi avvicino, ma sono consapevole che qualcosa dovrò fare.

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Spazio autrice
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Buona Vigilia di Natale a tutti e buon Natale! Eccomi tornata con uno degli ultimi capitoli! Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo (fatemelo sapere votando e commentando). Secondo voi, cosa farà Laura?⭐💬

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