17. Can you trust me?

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JUNGKOOK POV

Non posso credere che quel nanerottolo ex confetto sia venuto a lavorare proprio nella mia azienda. So che lo ha fatto di proposito, ci metterei la mano sul fuoco. E poi...ha tentato di sedurmi con quel suo culo all'aria che urlava solo "scopami". Jimin mi darà filo da torcere.

"Dannazione!" impreco mentalmente mentre rientro nel mio studio.

Le cose tra me e Taehyung vanno benissimo, non voglio rovinarle. Non so nemmeno se dirgli di questa piccola faccenda. Ma forse deve saperlo che il suo ex rivale lavora qui. Certo, non dovremo collaborare, ma so che farà di tutto per avvicinarmi. In ascensore mi ha solo dato un assaggio della pena che mi farà provare.

Non ci cascherò. Taehyung non merita di soffrire per colpa mia. E io non voglio farlo soffrire. È diventato troppo importante per me, anche se non lo ammetterò così facilmente ad alta voce.

Basta, è arrivato il tempo di lavorare. Mi siedo alla scrivania e comincio a pigiare i tasti sulla tastiera che ho di fronte. La giornata procede tra un beat e l'altro. A stento mangio il mio pranzo. Non voglio incontrare Jimin in mensa e dargli occasioni. Il mio atteggiamento verso di lui è immediatamente cambiato quando ha deciso di farsi assumere alla BigHit. So che lo ha fatto per qualche sorta di vendetta personale, gli si legge in faccia. Per questo, voglio evitarlo a tutti i costi. Sono sicuro che vuole rovinare la mia "qualunque cosa sia" con Taehyung.

Sono così immerso nel mio lavoro che quasi non mi rendo conto che è ora di tornare a casa. Così, rassetto le mie cose e procedo ad uscire dal lavoro. La mia macchina è nel garage sotterraneo, quindi sono costretto a prendere l'ascensore.

<<Kookie!>> mi sento chiamare da lontano per poi vedere entrare proprio lui nell'ascensore.

<<Ma allora sei una persecuzione...>> sbuffo annoiato mentre le porte dell'ascensore si chiudono e mi ritrovo di nuovo in quella situazione. Stavolta non lo bloccherò. Decido semplicemente di ignorare l'ospite indesiderato.

<<Kookie, mi dai un passaggio a casa?>> dice mentre si aggrappa al mio braccio.

<<Per te è Jungkook-ssi. E no, non ti darò nessun passaggio>> dico scrollandomelo di dosso. 

Le porte dell'ascensore si aprono e io procedo a passo svelto verso la mia auto. La apro e salgo. Jimin, che intanto mi stava seguendo, apre la portiera e si sistema al posto del passeggero.

<<Kook, anche io non voglio problemi. Ti chiedo solo un passaggio a casa. Questa mattina ho preso la metro e non ho voglia di prenderla anche a quest'ora>> fa una pausa. <<Sai, il mio Jibooty attira troppa attenzione>> mi fa l'occhiolino. Ho notato che ha calcato sul soprannome che ho dato al suo sedere, come a far intendere il nostro trascorso.

<<Ti accompagno, ma solo se stai calmo e al tuo posto>> dico dopo aver sbuffato e accendo il motore.

Il viaggio procede in tranquillità, lui è stato in silenzio come gli ho detto. La musica è stata l'unica compagnia.

<<Eccoci qua>> dico fermando l'auto quando ho ormai raggiunto casa sua.

<<Ti ringrazio Jungkook...-ssi>> dice ricordando il suffisso. Lo vedo avvicinarsi col viso al mio, ma non mi inganna.

Alzo la mano in risposta, cosicché le sue labbra si poggiano sul mio palmo.

<<Buonanotte Jimin-ssi>> dico per liquidarlo.

<<Yah! Ragazzino!>> dice per poi sbuffare e incrociare le braccia al petto.

<<Ragazzino? Sarò più piccolo di te, ma mi comporto come uno hyung a differenza tua>> dico mentre gli mostro la lingua. Ok, sì, forse questo non è molto maturo da parte mia. Scoppio a ridere e lui mi segue.

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