Capitolo 25

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"Lost and insecure
You found me, you found me
Layin' on the floor
Surrounded, surrounded
Why'd you have to wait?
Where were you, where were you?
Just a little late
You found me, you found me"
You found me, The Fray

Sdraiata sull'amaca nel giardino di casa sua, continuava a tenere lo sguardo terrorizzato fisso sulle foglie grosse e rumorose che attaccate ai rami di quell'albero, continuavano a strofinarsi fra loro a causa del vento.
Era notte fonda, ma Casey non riusciva a chiudere occhio. Se non avesse saputo che fosse proprio umanamente impossibile, avrebbe addirittura giurato di non esser riuscita letteralmente a chiudere occhio nemmeno una volta, ma sapeva bene che strizzare le palpebre era un atto involontario che nemmeno la sua insonnia o meglio, la sua paura di dormire, avrebbe potuto controllare.
Così immobile, si lasciava dondolare dal vento su quell'amaca, spaventata a morte.
Era successo ancora, aveva di nuovo sognato suo padre. Le capitava spesso, non poteva negarlo, ma da quando era riuscita a rivolgere di nuovo la parola a Peter, quegli incubi erano diventati di gran lunga più terrificanti e insopportabili. Erano più realistici, più frequenti, e il senso di colpa che continuava a provare Casey per via di Peter, aveva reso le parole di suo padre ancora più devastanti del solito.
Tremava, e non per il freddo, semplicemente perché non riusciva a far cessare di parlare la voce di suo padre nella sua testa.
Si sentiva confusa, intontita e stanca. Non riusciva a distinguere il rumore del vento da quello dei suoi pensieri, o la voce di Peter che da lontano continuava a chiamarla, da quella di suo padre che non smetteva di strillare nella sua testa.
"Cas!" gridò Peter correndo verso di lei, ma Casey non si mosse.
Teneva il cellulare fra le mani, e si stringeva forte al petto una coperta di pile, ma non sembrava riuscire a sentire in alcun modo Peter, che davanti a lei continuava a scuoterla.
Le prese il volto gelido fra le mani, glielo strinse forte, poi con le lacrime agli occhi la chiamò ancora una volta "Casey!".
"Julia!" intonò più forte suo padre nella sua testa. E fu in quel momento che Casey sbatté le palpebre, riuscendo finalmente a distinguere la voce di suo padre da quella del ragazzo. Peter sapeva bene quanto odiasse quel nome, non l'avrebbe mai chiamata così.
Non appena esser riuscita a risvegliarsi da quello che sembrava quasi un sonno ad occhi aperti, la ragazza fissò lo sguardo terrorizzato in quello di Peter, i cui occhi offuscati da una cortina di lacrime, continuavano a guardarla spaventati a morte. La preoccupazione incisa nei lineamenti del suo volto, sembrava quasi riprodurre come su uno specchio, il terrore sul viso di Casey. Peter la sollevò dalle spalle, si sedette accanto a lei su quell'amaca, poi l'abbracciò forte, circondandole le spalle con quella coperta.
Continuava a tremare stretta fra le sue braccia, ansimando e piangendo, proprio come una bambina appena saltata fuori dall'incubo peggiore.
"Stavi sognando Cas, sta' tranquilla, sono qui" continuava a ripeterle, il viso contro la guancia della ragazza.
Casey lo abbracciava stretto, certa che se solo lo avesse lasciato, suo padre sarebbe tornato nella sua testa.
"Non lasciarmi, non permettergli di tornare!" continuava a strillare.
"Non accadrà, non tornerà più" la rassicurò il ragazzo.
"Sì invece che lo farà! Non mi lascerà in pace, non finché continuerò a permetterti di starmi accanto, non finché continuerò a permettere che ogni suo avvertimento si realizzi" disse singhiozzando, le lacrime che incessanti continuavano a rigarle il volto.
Peter la prese di nuovo per le spalle, allontanandola dal suo petto "Cosa stai dicendo, Cas?" le chiese confuso e preoccupato.
"Non è mio padre che mi parla Peter, è il mio senso di colpa!" gli confessò Casey disperata.
"Il tuo senso di colpa? Perché ti senti in colpa?" Peter aggrottò le sopracciglia.
"Perché non riesco più a tenerti lontano da me, a respingerti, o a fingere di odiarti" gli rispose, gli occhi arrossati e colmi di lacrime. Peter si ammutolì d'un tratto, incredulo.
"Mi sento in colpa perché so che riuscirei a perdonare te, ma non mio padre!" strillò, le sue mani contro il petto di Peter, che sconvolto continuava a sorreggerla dalle spalle.
"Mi sento in colpa perché so che riuscirei a farti rientrare nella mai vita, ma non potrò mai più fare lo stesso con mio padre!" continuò, in preda al panico.
"Ce l'ho tanto con me stessa perché so che dovrei starti alla larga, ma sei anche la prima ed unica persona che ho chiamato nel bel mezzo della notte per farti venire qui" realizzò arrabbiata.
"Sei il motivo per cui sto così, ma anche l'unico che può aiutarmi" concluse, poggiando la sua fronte contro il petto di Peter, esausta e sconfitta.
Continuò a singhiozzare e a tremare, una mano sulla spalla del ragazzo, mentre con l'altra si asciugava le lacrime sul volto. Peter rimase immobile, scosso dalle sue parole. Adesso era lui che si sentiva in colpa. Rimase in silenzio per qualche secondo, ascoltandola ansimare aggrappata a lui, poi si decise a fare qualcosa.
Le prese di nuovo il volto fra le mani, allontanandola dal suo petto, poi fissò i suoi occhi verdi in quelli blu di Casey.
"Non devi sentirti in colpa" le disse, la voce rauca e il tono deciso.
"Stai così perché hai paura di stare commettendo ancora una volta un errore, pensi che permettendomi di rientrare nella tua vita, starti accanto e rassicurarti, tu mancherai di rispetto a tuo padre, ma Casey non è così. Conoscevo tuo padre, e sebbene sia stato proprio lui a propormi quel lavoro, pur sapendo quanto tu fossi contraria, sebbene sia stato in gran parte anche a causa sua se noi due ci siamo allontanati, sono sicuro che se potesse essere qui oggi, sarebbe felice di vederci di nuovo insieme. Sapeva bene quanto entrambi avessimo bisogno l'uno dell'altra, è il motivo per cui ha rischiato tanto per me. Voleva aiutarmi, darmi stabilità, permettermi di fare qualcosa per la mia famiglia, ha messo in pericolo la sua intera carriera solo per donarmi un posto nell'esercito. So bene quanto tu consideri sbagliato quello che abbiamo fatto, e non posso biasimarti, hai ragione a vergognarti di noi, ma Cas, sebbene io oggi mi senta terribilmente in colpa, per te e per l'uomo che ho mandato in galera, non so se, tornassi indietro nel tempo, non rifarei tutto quello che ho già fatto" disse Peter, duro ma sincero.
"Non dirlo, non dire che lo rifaresti!" lo rimproverò Casey, sbattendo la mano forte contro il petto di Peter, e trattenendo le lacrime. Non riusciva nemmeno a sentirgli dire quelle parole, figuriamoci ad accettare la sua decisione.
"Tu non sei così egoista! Non permetteresti mai più che della gente innocente vada in galera solo per i tuoi sporchi interessi, non sei quel genere di persona!" strillò delusa.
"Cas" la richiamò Peter "Io l'ho già fatto" le ricordò colpevole. Nessuna traccia di pentimento sul suo volto: sembrava riuscire ad ammettere quello che aveva fatto senza alcun problema, senza nessuna difficoltà, e niente sarebbe stato più doloroso per Casey. Lo guardava incredula e terribilmente delusa a pochi centimetri dal suo viso, non riuscendo a proferire una singola parola. La frustrazione le aveva seccato la gola, immobilizzato la lingua, e gelato il cuore.
Peter riuscì a leggere lo sconforto nei suoi occhi, che fissi sul suo viso, sembravano voler trattenere le lacrime ad ogni costo.
Si sentiva in colpa, terribilmente in colpa, ma non per quello che aveva fatto a quell'uomo, o almeno, non soprattutto per quello. Ma adesso il motivo principale per cui Peter sentiva il suo cuore stringersi in una fitta morsa all'interno del suo petto, sembrava essere solo la ragazza davanti ai suoi occhi.
Sospirò, abbassando lo sguardo per pochi istanti, poi tornò a guardarla "Mi dispiace Cas" le disse sincero.
"Mi dispiace se ho accettato il lavoro commissionato da tuo padre, e se ho permesso che quell'uomo innocente andasse in galera, ma più di ogni altra cosa mi dispiace esser guardato così da te adesso, e non esser la persona che credevi io fossi" continuò, le lacrime agli occhi e le mani tremanti sulle gambe di Casey.
Continuava a fissarlo immobile, strizzando le labbra e non alludendo alla minima reazione, e tutto questo non faceva che mandare fuori di testa Peter.
"Ma la verità è che sono solo quel genere di persona, quell'egoista e sporco approfittatore che speravi tanto che io non fossi! Sono una persona orribile, un'idiota che se non fosse stato per tuo padre, adesso venderebbe hotdog in un camion dei panini al parco. Un codardo che continua ad indossare una divisa di cui non è minimamente degno, un bugiardo senza scrupoli capace di nascondere chi è veramente a tutti, perfino alle persone che più ama. Te, la mia famiglia, e Evan, il mio migliore amico, colui al quale ho mancato di rispetto più di chiunque altro in tutta questa storia. Io, io sono solo-" sul punto di finire il suo monologo di pura autocommiserazione mista a disperazione, Casey trovò il coraggio di fermarlo.
Strinse gli occhi, prese il suo viso fra le mani fredde, poi sollevandosi si gettò su di lui, premendo le sue labbra forte contro quelle del ragazzo, come se nient'altro se non un bacio di Peter, avesse potuto farla stare meglio. Agì d'impulso, e per la prima volta dopo tanto tempo, fece ciò che il suo cuore le suggeriva di fare.
Tutte le volte che le sue labbra avevano tentato di spingerla a baciare Peter, Casey orgogliosa e testarda aveva invece soffocato con tutte le sue forze il desiderio di sentire di nuovo il suo sapore.
Così adesso, che le labbra di lui avevano toccato le sue, finalmente riuscì a lasciarsi andare, per la prima volta dopo tutto quel tempo. Si abbandonarono a quel bacio, lasciandosi trasportare da tutta quella rabbia, quella vergogna e quella delusione che per mesi li aveva tenuti distanti, e finalmente si concessero di ritornare ad essere di nuovo felici.
Peter la stringeva stretta tra le sue braccia, mentre Casey continuava a premere le sue labbra contro la sua bocca, e niente e nessuno attorno a loro avrebbe potuto allontanarli di nuovo, non almeno fin quando non fossero stati proprio loro a decidere di farlo.
Dopo qualche secondo, con le lacrime a bagnarle il viso e il sudore a bagnarle le mani, Casey si staccò lentamente da lui. Gli occhi ancora chiusi, e le mani ancora sul viso di Peter. Ansimando, poggiò la fronte fredda contro quella di Peter, strinse le labbra, poi provò a dire qualcosa "Tu sei esattamente quello che io ho bisogno che tu sia" gli sussurrò.
"Non smetterò mai di considerare sbagliato quello che tu hai fatto, non posso cambiare la mia opinione, ma credo davvero di non poter cambiare in alcun modo nemmeno quello che io provo per te" riuscì a confessare allontanandosi piano da lui.
"Non so se riuscirò mai a comprendere le ragioni che ti hanno portato a farlo, ma so che non riuscirò mai nemmeno a capire perché diavolo io continui a finire fra le tue braccia. C'è una cosa però che ho capito bene, ed è che nonostante tutti i tuoi sbagli, tu Peter resti comunque lo stesso ragazzino che alla morte del padre, non ha esitato un solo momento e si è subito dato da fare per aiutare sua madre, con la casa, le spese domestiche, e la sorellina minore da dover crescere. Sei il ragazzo più premuroso, dolce e maturo che io conosca, e non posso ignorare tutto questo solo perché il mio buon senso ed il mio orgoglio continuano a punirti per una scelta che sei stato costretto a prendere" gli occhi languidi e sinceri fissi su Peter.
"Non pensare di non esser degno di indossare quella divisa, e nemmeno di non meritare l'amicizia di Evan. Non è giusto che tu continui ad esser condannato per un errore che hai commesso, sebbene il più terribile e ingiustificabile. Ci sono tante altre cose belle in te, e non vedo per quale assurdo motivo ognuna di queste tue qualità debba essere offuscata da quell'unico errore che hai scelto di commettere per un bene per te di certo più importante" gli occhi di Casey fissi sul viso del ragazzo, l'espressione sconvolta e lusingata di Peter.
Gli prese le mani, poi stringendole fra le sue più minute, riprese a parlare "So di esser stata proprio io la prima ad aver accantonato quel Peter dolce e buono, focalizzandomi solo su quello che hai fatto, ma Pet, io non ho mai davvero dimenticato chi tu sei realmente, e di certo non ho nemmeno mai pensato di aver perso per sempre, quel ragazzo che tanto ho amato" il sorriso dolce sulle labbra di Casey "Semplicemente mi sono chiesta dove si fosse cacciato, perché non volesse tornare indietro da me. Adesso però ho capito che in fondo tu non sei mai davvero andato via, hai solo indossato una divisa, ti sei sporcato le mani, e sei entrato nel mondo reale, ma infondo sei sempre stato pronto a riemergere da quel posto crudele per tornare qui da me" sospirò, poi scoppiando in lacrime, si gettò di nuovo fra le sue braccia "Ed io ti ringrazio per esser finalmente tornato da me" gli disse abbracciandolo forte.
Sconvolto Peter la accolse in un suo abbraccio, stringendola contro il suo petto, e carezzandole contemporaneamente la schiena e il capo.
Non riusciva a credere ai suoi occhi o alle sue orecchie, gli sembrò di vivere un sogno, lo stesso che aveva tanto atteso per mesi, non credendo sul serio che avesse mai potuto sul serio realizzarsi. Chiuse gli occhi, affondando metà viso nell'incavo del collo di Casey, e assaporando fino all'ultimo respiro il suo profumo dolce e fresco.
"Grazie a te per avermi permesso di farlo" sussurrò poi il ragazzo, finalmente felice.

Spazio autrice

Ed ecco qui per gli amanti della coppia Peter-Casey un capitolo dedicato unicamente a loro!
Quindi? Che ne pensate? Vi è piaciuto?
L'orgoglio di Casey continua a cedere pian pianino, permettendo così al bel soldato di avvicinarsi sempre di più alla ragazza che ama ancora tanto...
Chissà però se la storia dell'uomo "innocente" finito in galera per colpa di Peter e il signor Johnson non ritornerà presto di nuovo a galla... Staremo a vedere!
Non sono riuscita a trovare una bella gif che potesse rappresentare al meglio le scene descritte in questo capitolo, ma sono aperta a qualunque vostra proposta!
In cambio però, anche in questo capitolo, ho pensato di inserire una canzone capace di descrivere perfettamente lo stato d'animo di un preciso personaggio, in questo caso, quello della nostra Cas ♥️
L'idea sarebbe quella di ascoltarla mentre si legge, fatemi sapere se vi piace!
Mi piacerebbe molto sapere anche cosa ne pensate del capitolo, o della storia in generale, quindi vi aspetto con ansia!
Un bacio 😘

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