Lunedì, 7.00La sveglia suona forte dal mio telefono.
Mi giro da una parte all'altra coprendomi le orecchie con il cuscino ma so che non la smetterà di suonare finché non la spegnerò.
Così senza indugiare altrimenti mi allungo verso il comodino e la spengo.
Sento finalmente la pace, il silenzio percorrere la stanza e per un attimo mi passa per l'anticamera del cervello di tornare a dormire.
Appena chiudo gli occhi, con l'intento di tornare a sprofondare in mezzo alle coperte comode, all'improvviso mi ricordo che oggi è il mio primo giorno di lavoro.
Scatto in piedi come una molla e vado in ansia.
Ehm, si.
Sono una persona che ha ansia per tutto.
Mi muovo freneticamente per la stanza cercando qualcosa di decente da mettere, che non siano le mie solite magliette larghe o le classiche converse bianche.
Alla fine opto per dei jeans neri, una canottiera semplice bianca e sopra un completo beige.
Ai piedi indosso dei tacchi non troppo alti e completo i look sciogliendomi i capelli e mettendo sugli occhi un po' di mascara.
Quando guardo il telefono per aggiornarmi sull'ora, vedo che sono le sette e venti.
Sono giusta con i tempi.Esco dalla mia stanza per andare in cucina a prepararmi il mio bene amato caffè al ginseng.
Vi trovo già Sara che sta sorseggiando il suo caffè, seduta sullo sgabello intorno al tavolo.
"Buongiorno" dico passandole accanto e avvicinandomi alla macchinetta.
Alza lo sguardo su di me e quando mi vede sgrana gli occhi smettendo di bere dalla sua tazza.
"Wow- esclama- non mi aspettavo che ti saresti..." Si blocca non sapendo più che dire.
"Insomma- gesticola- ...adattata alla situazione" continua.
Ridacchio alla sua espressione e faccio un giro su me stessa.
"Cosa ti aspettavi eh? Che sarei andata in felpa?" Rido intanto che alzo la mia tazza già pronta e la porto alle labbra.
"Devo essere sincera?" Chiede lei guardandomi di sottecchi.
"No no grazie, va bene così" rido appoggiando la tazza finita nel lavello per poi mettere la borsa in
spalla e avvicinarmi a lei.Le lascio un bacio sulla guancia "augurami buona fortuna" le dico
correndo poi verso la porta di casa.Ringrazio il cielo che la fermata è a circa cinque minuti da casa mia e inizio a camminare con difficoltà.
Mi maledico per aver messo i tacchi.D'altronde, però, non potevo di certo presentarmi alla Chrestil in scarpe da ginnastica.
Non il primo giorno, almeno.
********
Cammino spedita verso l'entrata dell'azienda e nel mentre mi accingo a controllare l'orario sul mio telefono.
Mancano cinque minuti alle otto, ovvero l'orario in cui dovrei iniziare a lavorare.
Noto però che a differenza di ieri il parcheggio è vuoto, intravedo solo poche macchine.
"Asiya" sento gridare alle mie spalle e girandomi vedo Jassie camminare verso di me.
Indossa un vestito perlato che le arriva leggermente al di sotto del ginocchio.
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Il mio desiderio alla fontana di Trevi
Romance|COMPLETA| Le scorrerà sotto l'Italia, sfuggendole dalle mani in una spinta improvvisa; tra le sue ciglia annebbiate dal buio al di fuori del finestrino dell'aereo, Roma sfumerà il suo calore svanendo in sprazzi dalla bellezza eterea. Con l'aereo c...