CAPITOLO 18

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"Grazie mille...davvero David" lo ringrazio per la milionesima volta.

"Figurati principessa" mi fa l'occhiolino.

È da quando sono entrata stamattina in azienda che continuo a ringraziarlo.

Quando stamattina sono arrivata, David mi ha accolta dicendomi di aver già trovato la modella per il progetto per gli arabi.

Non solo l'ha già trovata, ma è anche in azienda.

Ho subito rimediato chiamando i nostri fotografi e Jassie mi ha detto che avrebbe pensato ad allestire il set con l'aiuto dei ragazzi degli altri reparti.

"È tutto pronto" entra Jassie nel mio ufficio frettolosa; le ciglia degli occhi lunghe come piume.

È fissata con le ciglia finte ma devo ammettere che le stanno particolarmente bene.

"Abbiamo sistemato il set e hanno già iniziato a truccare la modella" continua.

"Perfetto, in realtà devo ancora conoscerla, quindi magari andiamo lì che la conosco prima che inizi lo shooting" parlo; intanto avvio la stampa dei fogli con su scritto il programma dello shooting e poi mi alzo camminando verso jassie.

Andiamo verso la sala-caffè e mi fermo davanti alla stampante che sta stampando i fogli.

Escono morbidamente e si appoggiano leggermente l'uno sull'altro.

"Perché tutti hanno una stampante nel loro ufficio e io no?" Sbuffo pendendo i fogli ancora caldi.

"Perché sei qui da poco, basta che lo fai presente ad Adam" mi dice appoggiando sulla mia spalla la sua mano.

"Va bene, andiamo al set" cambio argomento, schiva.

Scopro poi che ci sono delle sale apposite per i servizi fotografici e che si trovano al primo piano dell'azienda.

Quella in cui entriamo è molto spaziosa, colorata e ben illuminata.

Rimango sorpresa quando i miei occhi
si posano sulle decorazioni presenti e le varie stoffe che si trovano in giro.

Riconosco subito il tema della campagna pubblicitaria.

"Wow, sembra un'altro mondo qui dentro" parlo con la bocca spalancata; la presa delle dita allenta sui fogli che ho tra la mano.

"Ti ricordo chi si occupa della parte creativa dei progetti" ride guardandomi in modo altezzoso, palesemente finto e scherzoso.

"Beh, non c'è che dire allora" aumento il suo ego ridendo.

"Sei stata impeccabile" continuo.

Il che è vero, perché il modo in cui tutto sembra a suo posto è impressionante.

Anche le persone qui dentro, i ragazzi degli altri reparti che non ho mai visto o che ho visto solo qualche volta di sfuggita,sembrano allineati sulla parte sinistra della stanza.

Qualcosa, però, attira la mia attenzione.

Tra il nugolo di persone presenti noto in mezzo una figura femminile.

Mi avvicino cauta, con al mio fianco Jassie e quando si spostano due ragazzi riesco finalmente a scorgere la modella.

Mi fermo a distanza per guardarla meglio senza che lei se ne renda conto e io faccia una delle mie solite figure rosee.

Rimango molto sorpresa e la osservo con attenzione; lei non mi vede arrivare intenta a farsi "truccare".

Le sue palpebre sono chiuse da quella che dovrebbe essere la make-up artist che le sta applicando un ombretto perlato.

Il mio desiderio alla fontana di TreviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora