CAPITOLO 47

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"Odio i jeans a vita alta" dico trattenendo la pancia e cercando nel contempo di chiudere la cerniera.

Inutile dire che il jeans stringe così tanto da costringermi a riaprirla senza neanche rendermene conto.

"Non metterli e fai prima" suggerisce Sara.

"Ed è infatti quello che farò" dico tirando poi i jeans dall'altra parte della stanza e buttandomi rassegnata su un paio di leggings neri.

"Che comodità" rilascio un sospiro di sollievo quando li infilo; metto poi un maglione largo e ai piedi infilo gli ugg neri di Sara.

"Se me li rovini ti denuncio" mi minaccia e io trattengo un sorriso.

"Che tragica" ridacchio.

"Ma quindi sei sicura di non voler venire con me?" Le richiedo sistemando sulle spalle un piccolo zainetto.

"Lo sai che verrei, però voglio vedere Travis"

"Si ma l'hai visto ieri" sbuffo; arriccio il labbro come una bambina e la guardo seria.

"Si ma vorrei vederlo anche oggi- mi dice ovvia- non capiresti queste cose" se la ride mentre io la guardo sinistra.

"E indovina? Sto benissimo" mi difendo.

"Certo certo tant'è che preferisci passare il pomeriggio della domenica con una signora anziana" si prende gioco di me.

"Ehi! Marie è pazzesca, ci tengo a passare a trovarla"

"Davvero non vuoi stare con noi? Ci saranno gli altri e poi sarà una cosa tranquilla da David, ci divertiremo" mi supplica.

"Sai già la mia riposta ed è no, gli altri li ho appena visti ieri"

E penso seriamente che possa bastare, anche fin troppo.

"Okay okay, fai come vuoi" si arrende alzando le mani.

***

Sorrido stingendo la bretella dello zainetto alle mie spalle quando intravedo l'insegna in legno del negozio di Marie.

È chiuso; rispetto al solito le luci dentro sono spente e l'aria che aleggia è angusta, accentuata dalle case e i negozietti accanto che riportano lo stesso tono.

In realtà non l'ho neanche avvisata della mia visita e spero solo che sia in casa; tra pullman e pioggia non è stato proprio un viaggio confortevole.

Ogni volta che mi ritrovo qui mi chiedo il motivo.
Alla fine si tratta solo di una signora che ho conosciuto ad un negozio qualunque, ma so, sento qualcosa di diverso.

La sua gentilezza e la sua bontà mi fanno sicurezza.

Forse sono sempre stata abituata ad avere una persona più grande a coprirmi le spalle e ora che sono qui in Inghilterra questa figura mi viene a mancare.

E quando ho accanto Marie, per quanto stupido possa sembrare, riesco a colmare questa piccola disfunzione del mio carattere mentale.

Mi avvicino a passo incerto verso la porta della casa, che affianca quella del negozio e mi soffermo a cercare il campanello.

Il mio desiderio alla fontana di TreviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora