🥀Epilogo🥀

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3 mesi dopo

"Dio, è davvero bellissimo stare qui, ho sempre pensato che Roma fosse bellissima" afferma Sara, appoggiando poi la schiena sulla sabbia dorata della spiaggia.

Il vento le sposta i capelli tra i chicchi fini e chiari; espira liberando aria con un'espressione di pace a dipingerle il volto.

"Menomale che mi hai ascoltato per venire a passare le vacanze qui" si vanta Travis, alzandosi dallo sdraio ed avvicinandosi a lei.

La percorre con lo sguardo, ed un sorriso gli percuote le labbra quando la guarda tra la sabbia.

Si abbassa poi lentamente, sfiora per terra con le ginocchia e le si avvicina, sdraiandosi accanto a lei per poi girarle un braccio attorno ai fianchi.

"Sì, menomale che ti ho ascoltato" ridacchia ironica lei, alzando gli occhi su di lui.

La noto guardarlo con attenzione, soffermarsi sui suoi tratti, indugiare a lungo e lui di certo non sembra fare meno.

Vederla felice, realmente, è qualcosa che mi fa sentire meglio, in un certo senso.

La felicità delle persone a cui tengo, influisce su quella che è la mia, di felicità.

"È inutile che parliate, l'idea è stata mia. Vi devo ricordare chi è che sta usando casa mia come albergo?" Prorompo dispettosa, reprimendo un sorrisetto.

Sposto poi il piede sotto l'ombrellone, quando sento il sole scottarmelo; tra i raggi, Giugno spicca fiammante, e sorprendentemente è una giornata più calda del solito.

È da circa una settimana che siamo qui a Roma; ha sempre fatto bello ma oggi è particolare.

Come una dolce melodia, le onde che sbattono contro gli scogli danno un senso di pace estremo.

"Non te la menare così tanto, a me sembra di aver preso una stanza in albergo" interviene Adam fintamente indispettito; l'ombrellone gli disegna ombre sul ciglio sinistro ma una lamina gli ritaglia uno spicco del volto, come a ricordare che la luce, su di lui dimora, e non scappa, non più.

"Beh, mi aggiungo anche io" aggiunge Travis, staccando per un attimo gli occhi da Sara.

"Ah perché io? Vi sembra che dorma a casa sua?" Prorompe David lanciandomi un'occhiataccia, ed io scoppio a ridere.

"Beh il privilegio spetta solo a noi donne. Voi uomini dormite in albergo e state zitti" ride Sara, e Travis la pizzica su un fianco facendola ridere di gusto.

"Cioè, voi posso anche capire. Ma io? È la mia donna cavoli, e non posso neanche stare a casa sua!" Ribatte Adam; le labbra arricciate in dispetto e l'espressione di un bambino che mi fa trattenere dal non scoppiare a ridergli in faccia.

Mi riscuoto quando mi soffermo sulla sua frase.

La mia donna.

Dopo tre mesi, non riesco ancora a realizzare del tutto questo concetto, resto sempre in balia quando lui parla in questo modo.

Forse la paura ed il dolore iniziale, il suo avermi allontanata così tanto prima, mi ha portato su un piano in cui adesso, certe volte, recepisco il suo amore quasi con un senso di preoccupazione, sulla quale però ho lavorato molto in questi mesi e continuo a farlo.

All'inizio è stato un po' difficile ma il nostro amore non è mai stato facile o scontato, e quel giorno al mare, quando le onde hanno lavato le mie inquietudini sapevo che avrei dovuto comunque affrontare il mondo intorno.

Ma ora è più normale, più accettabile per me, sentirmelo accanto.

Per quanto mi risulti talvolta quasi un sogno, e lo stesso vale per lui.

Il mio desiderio alla fontana di TreviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora