CAPITOLO 7

1.3K 66 0
                                    

A coloro che si lamentano di essere caduti per terra.
Ricordatevi che c'è chi è caduto anche sotto.
Siate grati, sempre.

Pov Adam

Ho appena finito di allenarmi a casa mia quando il telefono, appoggiato sul ripiano vicino a me, vibra e il suo schermo si accende.

I miei occhi scattano verso di esso e
riconoscono subito il numero sconosciuto dalle sue ultime cifre

-537

Un numero mai salvato ma che so a chi appartiene.
Mai salvato forse per la paura di renderlo reale.
Forse perché vederlo lì senza un nome mi rassicura, almeno un poco.
Mai salvato perché....beh perché, come cavolo potrei mai chiamarlo?

Sento la rabbia montare in me ed espiro aria dal mio corpo per poi insipirarne di nuova.

È da circa un anno che si tratta solo di rabbia, non sento più quella che prima prendeva in me il nome di paura.

Forse quando vivi così tante cose brutte la paura ti abbandona e ti lascia solo rabbia, frustrazione e dolore.

Tanto dolore.

Così tanto dolore a livello psicologico che ti permette di mettere in secondo piano quello fisico.
Di quello è meglio non parlare.

-21.30, al solito posto-

Questo è quello che il messaggio riporta.
Questo è quello che mi spetta.

Volgo lo sguardo verso l'orologio appeso sul muro della stanza.

20.40

Ci vuole circa mezz'ora per arrivare quindi venti minuti per farmi una doccia penso che possano bastare.
Un po' meno, invece, per prepararmi mentalmente.

Ma questo non importa.

A loro, non importa cosa provo o sento.

Note d'autore:

Okay, volete il mio indirizzo di casa così da raggiungermi direttamente e prendermi a bastonate?

Lo ammetto, sono leggermente malefica. Ma giusto un pochino.

Scherzi a parte, è un capitolo che a livello di quantità di parole non si può neanche definire tale però credetemi che il contenuto (seppur molto confuso per voi) è necessario, troppo importante.

Tempo al tempo che poi si scopre tutto.

Ci si rivede gente!❤️

Il mio desiderio alla fontana di TreviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora