CAPITOLO 36

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Cosa?

Ci mancava solo stare in appartamento da sola con lui.

Mi ricordo poi che anche Mahmud dovrebbe essere qui, ma non ha preso l'aereo con noi.

"E Mahmud?" Gli chiedo.

"Cosa c'entra lui adesso?- mi dice irritato- se vuoi andare a stare con lui non so dove, fai pure"

"Non intendevo quello. Solo che pensavo saremmo stati tutti nello stesso hotel" sbotto più irritata di lui.

Per cosa mi ha presa?

"Ha una villa sua dove alloggia e in più è già arrivato qui ieri" mi spiega iniziando a tirare la valigia.

Ah quindi è già arrivato.

Perché ci ha offerto un appartamento privato?

Non poteva invitarci a stare nella sua villa? Almeno potevo evitare di stare solo con Adam e magari chiacchieravo con le donne delle pulizie o le cameriere.

Tutto è meglio di lui.

Mi scrollo i miei pensieri stupidi di dosso e decido di seguirlo, anche se decisamente controvoglia.

La via su cui si trova il nostro appartamento rispecchia alla lettera l'immagine che mi sono sempre data di LA.

È circondata da una rete in metallo e la particolarità dell'appartamento è la sua forma rettangolare.

Un giardinetto verde lo circonda, sfocando in diverse tonalità di verde.
Ci avviciniamo alla porta e lo noto con la coda dell'occhio aprire la porta, che scatta sotto la serratura.

Non resto neanche del tutto sorpresa quando l'appartamento si presenta ai nostri occhi quasi perfetto; un sottile strato di detergente al limone riempie l'aria di leggerezza, dando l'impressione di serenità.

Seguo Adam dentro e mi fermo vicino al divano del salotto; tutti i mobili sono di decorazione moderna.

È un appartamento su un unico piano, non è particolarmente grande ma è assolutamente ordinato.

Il salotto si fonde armoniosamente con una cucina a isola, che si trova qui accanto.

Lascio la valigia lì e cammino in giro per vedere com'è l'appartamento.

Scopro alla fine del mio piccolo tour che ci sono tre camere e che ognuna ha un bagno interno.

Fuori dall'appartamento c'è una piccola terrazza che sborda sul giardino.

"È così carino questo appartamento" dico guardandomi intorno, quando raggiungo la mia valigia al centro del salotto.

Adam è seduto sul divano ma non mi sta ancora parlando; i suoi occhi vagano sul telefono tra le sue mani, e io mi chiedo cos'è che ci stia facendo.

"Tra un'ora usciamo a pranzo con Mahmud- dice con calma, il tono di voce basso e regolare- preparati"

Taglia corto per poi alzarsi e tirandosi la sua valigia dietro, entrare in una delle stanze in cui sono entrata prima; la prima a sinistra.

Resto lì a guardarlo senza neanche proferire una parola.
La porta sbatte alle sue spalle, facendomi quasi saltare.

Ma che cavolo gli prende?

Tiro anche io la mia valigia ed entro nella stanza difronte alla sua; procedo poi con l'aprirla e inizio a cercare dei vestiti da mettermi dopo la doccia.

Mi soffermo a guardare la mia valigia con un'espressione confusa.

Cosa mi metto?

Non ho capito se prima andiamo solo a pranzo poi ritorniamo a casa oppure se andiamo direttamente all'evento.

Il mio desiderio alla fontana di TreviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora