CAPITOLO 55

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Circles, Einaudi.

Scosto la tenda dalla finestra e guardo al di fuori; c'è nebbia ovunque, un po' in tutti i sensi se ci penso a fondo e sembra strisciare tra i miei pensieri più remoti, annebbiarmi la ragione e stringermi le sue dita di fumo sul collo, ad asfissiarmi.

Odio le giornate così, quelle domeniche dove tutto sembra spento e il mondo fuori soffocato nel boato della noia.

È proprio così che oggi mi sento, particolarmente irrequieta.

Ho passato tutta la giornata sotto le coperte, con un libro tra le dita e gli occhi a scorrerne le parole con diligenza.

Sto leggendo 'I dolori del giovane Werther'; a tal proposito, ammetto che anch'esso non m'invoglia di certo alla serenità, ora come ora che sono arrivata verso la fine, dove lui non parla d'altro che di morte, e l'angoscia mi divora possente.

È impressionante arrivare a sentirsi un libro dentro fino a questo punto.

È quasi irragionevole tenere carta tra le dita e a seconda delle sensazioni sentirla o carezzarti lieve o bruciarti, pungerti fino a farti sanguinare.

E il taglio della carta si sa, è sottile sottile, quasi non visibile ma sprigiona cianuro sotto forma di sangue che ti fa stringere le labbra in una morsa ferrea e ti fa dannare il mondo intero.

Mi fermo un attimo perché mi sto perdendo in troppi pensieri, secondari in realtà.

Perché quello che realmente mi sta scalciando dentro è ben altro.

E prende le fattezze di un volto ambrato, intagliato ad arte e spiccante di occhi color resina.

Che starà facendo? È con il gruppo, questo lo so.

Sara è già andata da loro, a casa di Adam per l'esattezza.

L'ultima perla? Dopo tutte quelle degli altri giorni?

Adam si è premurato ad invitare tutta la compagnia e buona parte dei ragazzi e delle ragazze che lavorano in azienda con noi, e di cui francamente parlando, so non gli importi niente.

Ha organizzato una festa giustificandosi con la frase 'stiamo facendo un buon lavoro in azienda e vi meritate un regalino'

Adam non è da regalini, nè tantomeno  da feste a casa sua.

È tutta una farsa, un modo per ingannare tutti, per distrargli perché so per di certo che slitterà fuori appena tutti saranno fuori dall'alcol o addormentati sui divani.

E dove andrà, una vaga idea c'è l'ho.

A me non ha detto niente, l'ha detto solo al gruppo.

Ma sa benissimo che dove ci sono gli altri ci sono io, anche se questo volta la situazione è completamente diversa.

Qualcosa mi fa presupporre che lui pensi il contrario.

Magari pensa che dopo l'altro ieri io non vada alla sua festa, che non mi presenti.

È da una parte avrebbe anche ragione perché dopo tutta la merda successa, io tutto quello che vorrei fare e tenermi lontana da lui.

Che da quanto ne so potrebbe essere anche un criminale.

Tuttavia non rispondo di me, chi sono io e cosa voglio io quando i miei occhi incrociano i suoi.

Sono le sei di sera, Sara è passato a prenderla prima Travis.

Volevano cenare tutti insieme da Adam ma io le ho detto senza molti giri di parole che volevo restare a casa.

"Ti raggiungo dopo" solo questo ho aggiunto prima che uscisse dalla porta.

Il mio desiderio alla fontana di TreviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora