Insieme.

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Biondo.
"Biò, hanno detto che devi andare in video box" mi informò Matteo con ancora la cornetta del telefono in mano.
Feci come mi aveva detto e quando mi accomodai sul divanetto di quella specie di confessionale sentii la voce di un uomo della produzione.
"Come stai Simone?" mi chiese e aggrottai la fronte confuso, non era la prima volta che ci parlavo ma non mi aveva mai chiesto come stavo.
"Bene, ma è successo qualcosa? Mi devo preoccupare?" chiesi agitato "non è che Emma se ne vuole andare, o peggio, mi vuole lasciare?" domandai in preda al panico e lo sentii ridacchiare sommessamente.
"No, tranquillo, niente di tutto questo", tirai un sospiro di sollievo e decisi di sentire cosa aveva da dirmi.
"Ascoltami bene, ti ho chiamato qui in video box perché c'è la possibilità di farti cambiare squadra e..." non gli diedi neanche il tempo di continuare "che cosa? Cioè davvero me stai a dì? Posso anda' da lei? È uno scherzo?" lo tempestai di domande, volevo accertarmi che fosse tutto vero e che non stessi sognando.
"Calma Simone" proferì in modo pacato ma in quel momento riuscivo ad essere tutto tranne che calmo.

La mia mente come il solito iniziò a viaggiare.
Immaginai cosa avrebbe fatto Emma vedendomi arrivare vestito di bianco, quanto sarei riuscito a resistere prima di fiondarmi tra le sue labbra e mi parve quasi di poter sentire il suo profumo invadere le mie narici e arrivare dritto al mio cervello.
Non vedevo l'ora di riabbracciarla e se solo me l'avessero detto cinque minuti prima, non avrei mai pensato che quel momento sarebbe arrivato così presto.

"Daniele ha chiesto di cambiare squadra e prima di accettare la sua proposta volevamo sapere se tu eri d'accordo a scambiarti con lui" mi spiegò e avrei tanto voluto avere uno specchio davanti per poter osservare il mio sorriso inebetito "e che me lo chiedi pure? Certo che voglio anda' nei bianchi!".
Non c'era notizia migliore che potessi ricevere quel giorno, oltretutto dopo la sfuriata di Carmen il clima in casetta non era di certo dei più miti.
"Perfetto, allora tra poco ti verranno a prendere e ti daranno la divisa bianca" mi informò quella voce. "Grazie, grazie davvero!" mi ricordai di dire "vado subito a dirlo a Lauren!" esclamai euforico ma la stessa voce mi frenò "no Biondo, ai tuoi compagni devi dire soltanto che vai nei bianchi e che l'abbiamo deciso noi, non rovinarle la sorpresa".
Acconsentii e uscii da lì con un sorriso a trentadue denti. Se mi avevano chiesto di non dire niente a Lauren significava che neppure Emma sapeva niente e la voglia di rivederla divenne ancora più grande.

Entrai in casetta e comunicai la notizia a quelli che ben presto sarebbero diventati i miei ex compagni di squadra. Ognuno di loro ebbe una reazione differente, sapevo che sarei mancato soprattutto ai due cantanti maschi ma nei loro sorrisi capii che erano felici per me. Tutti quanti sapevano che il mio posto era accanto a lei e salutai tutti con un abbraccio.
Prima di uscire dalla casetta mi fermai qualche minuto in più coi miei due amici. "Beato te Bio" mi disse Einar dandomi una leggera spintarella e non potei trattenere un sorriso. Matteo se ne accorse e non perse un attimo per prendermi in giro "guardalo come sorride il sex symbol freddo" scandì bene il mio soprannome facendoci ridere.
Di sex symbol freddo mi era rimasto ben poco ed ero certo che presto tutta Italia se ne sarebbe accorta.
"Dai venite qua" suggerii allargando le braccia per abbracciare entrambi "ci vediamo fuori!" esclamai senza dubitare neanche per un attimo di aver trovato due amici.
"Mi raccomando continua a spaccare" dissi rivolgendomi ad Einar, poi spostai lo sguardo su Matteo "e te non ti ci abituare a vincere, alla prossima vince Dressy blonde". I due mi diedero numerose pacche sulla schiena e poi mi avviai verso la porta blu richiudendola dietro di me.

Inspirai profondamente l'aria di quella fresca giornata di aprile e arrivò dritta ai miei polmoni. Mi avviai verso gli studi per lasciare la mia divisa blu e indossare quella bianca con un sorriso stampato sulle labbra. La felicità aveva invaso ogni centimetro del mio corpo ed ero realmente emozionato all'idea di rivederla.
Durante il breve tragitto pensai a ciò che era stato il serale fino a quel momento e mi scorsero davanti le immagini come se stessi riavvolgendo la pellicola di un film.
Da quando avevo messo piede nella casetta blu mi ero giurato di rimanere concentrato e ci ero riuscito.
Ero entrato come in una bolla, mi ero sforzato di pensare soltanto alla musica ed ogni volta che il pensiero di Emma si era fatto strada nella mia testa, avevo cercato di trovare qualcosa da fare per non pensarci.
Avevo lavorato duramente e nei momenti di insonnia, causati dalla sua assenza, avevo buttato giù qualche riga per le mie nuove canzoni. In più avevo terminato un altro inedito, 'Roof garden', di cui ero molto soddisfatto.
Indubbiamente però la mia musa mi mancava e rivedendola sarei stato capace di scrivere un album intero.

Un sex symbol tutto mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora