Euforia.

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Emma.
Quella puntata non poteva terminare nel migliore dei modi. Rudy, prima che Maria salutasse il pubblico, affermò che non avrebbe dato più nessun sì fino a che non sarebbe entrato Biondo al serale.
Probabilmente non era troppo giusto e rispettoso nei confronti degli altri ragazzi ma egoisticamente la sua decisione mi tranquillizzò riguardo il suo accesso al serale.

Finita la puntata io, Einar, Bryan e Lauren fummo mandati in una sala di danza e ognuno di noi era raggiante. La felicità era l'unica sensazione che regnava in quella piccola stanza e i nostri sorrisi ne erano la prova.
I ballerini non facevano altro che immaginare le coreografie che avrebbero ballato durante il serale ed era chiaro che l'idea di poter lavorare con Luca Tommassini fosse davvero un sogno per loro.
Mi voltai verso Einar che nel frattempo sembrava essersi abituato a quella felpa verde ed era seduto su un puff poco distante da me e sapevo che potesse capire cosa mi stesse passando per la mente in quel momento. "Perché siamo separati?" gli domandai, sperando che potesse darmi una risposta.

Avevo voglia di condividere tutta la mia gioia con Simone perché era stato il primo a crederci, il primo a sostenermi ma soprattutto era grazie a lui se non mi ero arresa. Il percorso ad Amici era stato difficilissimo fino a quel momento, i professori non facevano altro che dirmi di essere fredda, di non trasmettere emozioni e sicuramente se Simone non mi fosse stato così vicino non sarei mai riuscita a fargli cambiare idea.
Forse era stato anche grazie a lui se i professori avevano visto questo cambiamento in me, ero certa che la sua vicinanza mi avesse resa meno timida e probabilmente l'amore che provavo per lui era così forte da venire fuori durante le canzoni che cantavo.
Simone era diventato giorno dopo giorno il mio punto di riferimento, la mia luce in una giornata buia, la mia ancora di salvezza ed era riuscito a non farmi sentire la mancanza di casa mia.
Non riuscivo più ad immaginare lui senza di me e me senza di lui perché in questo percorso abbiamo sempre viaggiato come due rette parallele, non ci siamo mai allontanati l'uno dall'altra e ci siamo sostenuti a vicenda nei momenti di sconforto.
Incontrare una persona come lui era stata davvero una delle fortune più grandi della mia vita, nessuno più di me poteva capire quanto lui fosse speciale e sarei stata disposta a lottare contro chiunque, nel caso ce ne sarebbe stato il bisogno, per tenerlo vicino a me.

Cercai per un attimo di accantonare i miei pensieri su Simone, anche se non era affatto un'impresa facile, e iniziai insieme agli altri a fare qualche pronostico per il serale.
Einar sosteneva che Biondo e Irama sarebbero sicuramente entrati e speravo con tutto il cuore che avesse ragione e in più credeva che io sarei stata in squadra proprio con loro due e a quel punto mi ritrovai ad avere qualche dubbio. "Secondo me è impossibile che noi quattro stiamo in squadra insieme" affermai sinceramente dispiaciuta. Mi sarebbe davvero piaciuto condividere questo percorso con loro tre perché erano indubbiamente quelli con cui avevo legato di più insieme a Lauren ma era abbastanza improbabile che ci avrebbero messi nella stessa squadra.
Stavo iniziando finalmente a capire le dinamiche del programma ed avevamo davvero troppi fans per essere messi insieme, saremmo stati imbattibili e le squadre non sarebbero state equilibrate.
Indubbiamente ci saremmo ritrovati dopo il serale con chiunque dei miei amici non sarei stata in squadra, l'unica cosa di cui mi interessava era avere Simone affianco a me durante il serale.
Mi sarebbe mancato come l'aria e non provai neanche ad ipotizzare un possibile serale lontana da lui.

Rimasi in quella saletta da sola e all'improvviso una voce a me familiare giunse alle mie orecchie "papà!".
In un attimo mi passarono davanti tutti gli ostacoli che avevo superato, proprio come in un film. Rividi davanti ai miei occhi le immagini di me e mio papà in quella calda giornata d'estate a Roma, una città grande quanto la mia Malta. Mi aveva accompagnata ad affrontare i provini che purtroppo non erano andati come avevo sperato.
Quel no ricevuto ai casting però non mi aveva fatta arrendere, anzi, mi aveva spinta a migliorarmi ancora di più e a lavorare su me stessa fino a quando è arrivata la chiamata che mi ha cambiato la vita.
Sembrava fosse passato un giorno da quando mi ero presentata con quella felpa rossa e avevo conquistato il mio banco.
Eppure non era mai stato un percorso in discesa, ci avevo messo tutto l'impegno per ottenere questo posto al serale e indubbiamente dedicavo questo primo successo completamente ai miei genitori che mi avevano trasmesso questa passione e mi avevano permesso di coltivarla anche se a moltissimi chilometri di distanza da loro, pensando unicamente a ciò che fosse il meglio per il mio futuro.

Un sex symbol tutto mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora