Naked.

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Biondo.
"Prima o poi Irama ci uccide" scherzò Emma intenta a infilarsi di nuovo i suoi slip. La imitai, facendo lo stesso coi miei boxer, e le passai la mia maglia che le stava leggermente larga. Era sufficiente a coprirla fino a metà sedere e pensai che probabilmente non avevo visto mai niente di più bello nella mia vita.
Tornò a sdraiarsi di fianco a me e la avvolsi tra le mie braccia, incastrando le mie gambe con le sue e le sorrisi.
Ero felice. Felice come non lo ero da tempo o forse come non lo ero mai stato.
"Sei bellissima!" sussurrai ad un centimetro dalle sue labbra prima di accoglierle tra le mie.

Mi era mancata tantissimo, era passata più di una settimana dall'ultima volta che avevamo fatto l'amore e non era stata nemmeno un granché, invece in quel momento ero al settimo cielo.
Era stato bellissimo e più passavano i giorni e più mi sorprendevo di quanta perfezione avevo tra le mani.
Emma era un mix di tutto quello che avevo sempre cercato. Possedeva la dolcezza di una bimba, una bellezza ultraterrena e allo stesso tempo era anche un'amante sorprendente.

Non riuscivo a trovarle un difetto, neanche impegnandomi, eppure qualcuno non la pensava come me.
Quel giorno decisero di introdurre una novità nel programma e fecero accomodare tutti i cantanti in sala relax per commentare i tweet su di noi.
Emma si sforzò di leggere in italiano quelli rivolti a lei e, dopo una carrellata di commenti positivi e complimenti, passò a quelli negativi.
La cosa a cui il pubblico si attaccava di più era il fatto che Emma non riuscisse a trasmettere emozioni e non riuscivo veramente a capire come potessero dirle una cosa simile.
Quello che però mi infastidì di più fu leggere che Emma non sarebbe potuta andare al serale perché non sapeva parlare italiano e non si sforzava nemmeno di farlo a differenza di Lauren che invece, a detta di quell'utente, stava imparando.
"Non è vero! A questa non rispondiamo neanche" parlai io al suo posto.
Odiavo le persone che parlavano senza sapere le cose e di certo per insinuare una cosa simile di Emma non sapevano proprio nulla. Ormai vivevamo in simbiosi, stava con me in ogni momento libero della giornata e nonostante non ci fossero le telecamere e io capissi perfettamente l'inglese, preferiva parlare nella mia lingua cercando di imparare ogni giorno qualche parola in più.

Emma.
Quella settimana mi assegnarono un altro pezzo in italiano e come se non bastasse lo assegnarono anche a Carmen.
Da un lato ero preoccupata perché non era la mia lingua e ancora avevo qualche problema a scandire tutte le parole, dall'altro lato, però, ero entusiasta.
Se avevano deciso di mettermi a confronto con Carmen in una canzone in italiano significava che ritenevano che potessi farlo bene.
Iniziai a studiare per prima cosa la pronuncia di ogni singola parola e successivamente passai alle note, ottenendo da subito un risultato soddisfacente a detta del maestro Perris.

Finita la lezione di canto, invece di tornare in sala relax, mi comunicarono di dover andare in sala danza. Dopo qualche minuto di attesa Elena D'Amario aprì la porta e mi fece sedere a terra accanto a lei.
Mi accorsi immediatamente che stava facendo del suo meglio per mettermi a mio agio, parlava in inglese e capivo che volesse aiutarmi a sbloccarmi.
Non ero timida, semplicemente temevo tantissimo il giudizio delle persone, avevo dato sempre il mio massimo per riuscire a piacere a tutti e avevo sempre lavorato su me stessa per riuscire ad imparare dalle critiche. Non riuscivo a lasciarmi andare sapendo di essere vista da una nazione intera, per di più 10 volte più grande della mia.

Mi piaceva muovermi, ma odiavo il fatto che qualcuno potesse pensare che fossi una scema nel farlo. Elena mi propose di provare a lasciarmi andare, promettendomi che mi avrebbe aiutata. Sosteneva che per lasciare un'emozione in più non serviva essere perfetta, c'era bisogno però di sentirsi libera e di mettersi completamente a nudo.
Mi invitò a struccarmi mentre lei faceva lo stesso, accettai senza alcun problema e poco dopo fece partire la musica.
Iniziò a muoversi in modo così armonioso che invece di invogliarmi a lasciarmi andare mi inibì ancora di più. Davanti allo specchio vedevo riflessa lei così a suo agio e me completamente in imbarazzo, come un pesce fuor d'acqua.
"Non riesco a sentirmi a mio agio con questa musica" provai ad inventare, Elena continuò a spronarmi e a dirmi che secondo lei non ero una bambola con del talento in grado soltanto di cantare perfettamente una canzone, ma allo stesso tempo pensava che questo mio atteggiamento chiuso potesse influire negativamente sulle mie esibizioni.
"Vuoi cambiare?" mi domandò la ballerina "certo!"

Io volevo davvero cambiare, volevo sentirmi libera di esprimermi e questo dipendeva solo da me.
Il passo successivo fu quello di provare a tradurre in un gesto ogni sensazione che provavo grazie alla canzone che stava risuonando in quella saletta. Per prima cominciò Elena e copiai i suoi movimenti, poi passai io al comando e mi sentii più sciolta rispetto a prima.
"Tu sei un po' selvaggia?" chiese, rivolgendomi un sorriso "si, qualche volta" mi limitai a rispondere.
"Quando?" continuò la professionista "Quando sono coi miei amici o con la mia famiglia"
E con Simone.
"Io in realtà sono una pazza" confessai ridendo "veramente?" sembrava stupita da quello che le avevo detto "e perché non lo hai mai fatto vedere?".
Era impossibile per me mostrare la mia vera natura in quel modo, era una richiesta troppo forzata.

Volevano vedere la vera me ma non ci sarei mai riuscita così. Ero stata sempre diffidente ed insicura e non mostravo mai tutti i lati del mio carattere a qualcuno se non ne avevo piena fiducia.
Soltanto con lui ero riuscita ad aprirmi, con lui non avevo il timore di essere giudicata perché il suo sguardo era capace di rassicurarmi e proprio per questo non avevo fatto nessuna fatica a mettermi completamente a nudo davanti a lui.
Non mi ero spogliata solo dei vestiti, gli avevo mostrato ogni lato del mio carattere ed era stato capace di tirare fuori parti di me che neanche io sapevo di possedere.

Ballai insieme ad Elena sforzandomi di pensare che c'eravamo solo io e lei in quel momento, anche se sapevo bene che non era così. Voleva che le mostrassi tutta la mia follia e provai a farlo.
"Un pochino meglio" affermò abbracciandomi per salutarmi. Uscimmo insieme dalla stanza e tornai in sala relax.
Avevo un bisogno assoluto di Simone, volevo soltanto stare con lui in quel momento ma sfortunatamente era a lezione, così andai nello spogliatoio per cambiarmi la maglietta nera con cui avevo sudato in quella inconsueta lezione e la sostituii con una pulita. Poi mi osservai allo specchio e mi ricordai di essermi struccata, così presi il mio beauty case e passai un leggero strato di fondotinta sul mio viso ed un leggero strato di mascara sulle ciglia.

"Dormi piccolé?" una voce inconfondibile mi destò dal leggero stato di dormiveglia in cui ero sprofondata, allungai una mano verso di lui e tirai il suo braccio facendolo sedere accanto a me.
Mi gettai tra le sue braccia e lo colsi decisamente di sorpresa ma per fortuna non fece domande, avevo bisogno di lui e del suo calore ed ero certa che lo avrei trovato.


Spero vi piaccia! Buonanotte 😘

Un sex symbol tutto mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora