Un sex symbol tutto mio

I colori del talento.

Emma.
Quella mattina mi svegliai con una certa euforia e ansia allo stesso tempo. Ero euforica perché anziché partecipare alle lezioni avremmo registrato il promo per il serale di Amici e invece l'ansia era tutta dettata dalla scommessa fatta con Simone. Avevo deciso di non guardare immediatamente la classifica, volevo aspettare almeno un giorno per capire chi avrebbe avuto ragione dei due.
Dopo aver spento la sveglia mi precipitai su iTunes alla ricerca di un'icona con il mio volto e inaspettatamente la trovai.
Wow, non posso crederci!
Ero così felice che iniziai a saltellare sul letto svegliando Lauren che giustamente pensò che fossi impazzita. "Sono in classifica su iTunes, sono troppo felice!". Mi catapultai fuori dalla mia stanza e corsi verso quella del mio ragazzo, fregandomene del fatto che in quel momento stessi indossando un pigiama della Disney.
Bussai con una certa impellenza e ad aprirmi fu un Irama decisamente assonnato. "Emma, buongiorno! Biò dorme" mi informò ma non bastò a frenarmi.
"Amore, amore svegliati!" urlai iniziandolo a scuotere con un certo vigore "avevi ragione! Sono in classifica su iTunes e sono nei primi 100. Non è incredibile?" parlai a raffica mischiando parole in inglese e in italiano.
Simone sbadigliò rumorosamente e si sollevò con la destrezza di una lumaca per poi stropicciarsi gli occhi "e mo' te ne sei accorta?" mi domandò come se non fosse affatto sorpreso dalla notizia "io ieri già mi aspettavo un regalo!" concluse attirandomi a sé e facendomi stendere sul suo letto.
Iniziai a baciarlo su tutta la faccia, non riuscendo a contenere l'entusiasmo in quel momento "ehm, scusate se ci sono anche io eh!" la voce di Irama mi riportò alla realtà e mi staccai di colpo dal mio ragazzo che intanto se la rideva sonoramente insieme al suo compagno di stanza.
Ogni volta che mi imbarazzavo Simone non perdeva un attimo per scoppiare a ridere, ovviamente incrementando il rossore delle mie guance.
Gli rivolsi una linguaccia e uscii dalla stanza "ci vediamo a colazione!".

Salimmo sul pullman e neanche a dirlo nella poltrona accanto a me spiccò una testa bionda. Appoggiai la testa sulla sua spalla e mi porse una cuffietta collegata al suo iPhone facendomi entrare nel suo mondo.
Eravamo diretti a Cinecittà World e ovviamente io non ci ero mai stata. Simone mi spiegò che si trattava di un parco avventura che però presentava uno scenario davvero ricercato e che quindi il promo sarebbe risultato pazzesco.
Il viaggio fu abbastanza lungo e ovviamente ne approfittammo per scambiarci qualche coccola ma senza esagerare e dare troppo nell'occhio. Nonostante la nostra relazione non fosse un segreto per i nostri compagni ci sentivamo molto a disagio a lasciarci andare in loro presenza.
Mi piaceva da morire questo suo lato riservato, nessuno lo avrebbe mai detto vista la sua ben nota espansività, eppure sembrava come se volesse custodire gelosamente il nostro rapporto.

Arrivammo finalmente a destinazione ed era veramente un posto incredibile, a Malta non esistevano dei posti del genere. Ero certa di avere uno negli occhi la luce di una bambina.
Ci indicarono un posto per andarci a cambiare e ci fecero indossare degli abiti colorati per rendere il video ancora più d'impatto.
Indossai una casacca verde di lana che onestamente non mi faceva impazzire, soprattutto se abbinata a degli stivali fucsia fluorescenti.

Era davvero un onore lavorare con Luca Tommassini, lo avevo conosciuto qualche giorno prima e gli avevo espresso tutti i miei desideri e mi aveva veramente colpita moltissimo. Aveva lavorato con i miei idoli e l'idea di poter avere le stesse scenografie di certe star mi elettrizzava.
Spiegò ad ognuno di noi cosa dover fare, ci consigliò di lasciarci andare e di farci trasportare dalla musica.
Era bellissimo vedere tutti noi con una divisa diversa e coloratissima anche se eravamo decisamente buffi. Simone, ad esempio, aveva una tuta dello stesso colore dei suoi capelli, un giacchetto viola e anche gli stivaletti erano gialli ma nonostante questo era sempre bellissimo.
"Che swag!" ormai parlavo la sua stessa lingua e mi sorrise soddisfatto, sia per il complimento che gli avevo fatto che per averlo fatto con un termine tutto suo.