Esordio.

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Biondo.
Il grande giorno era arrivato e non stavo più nella pelle. La mia testa aveva fantasticato a lungo, riuscendo a far sembrare reali addirittura le urla e i volti sorridenti delle persone.
Mi ero immaginato con una divisa blu che fosse abbastanza swag per esordire in prima serata accompagnata da un bel taglio di capelli. Ma soprattutto la mia fantasia si era soffermata su quanto sarebbe stata bella Emma. L'avevo immaginata con un vestito bianco che esaltasse ancora di più i suoi tratti angelici e che mettesse in risalto la sua carnagione ambrata.
Non vedevo l'ora di rivederla, sarebbe stata una dea.

Prima di prepararci ognuno di noi dovette rilasciare una piccola intervista, spiegare quali fossero le proprie sensazioni prima della puntata e quando venne il mio turno mi lasciai andare completamente.
"Me la sto vivendo bene" esordii con calma "molto tranquillo anche perché abbiamo alle spalle una bella esperienza come il pomeridiano che in parte ci ha formato e perché questa esperienza mi sta aiutando a trovare me stesso, a focalizzarmi su quello che voglio fare. Quindi non ho la stessa ansia che magari provavo al pomeridiano, almeno per ora". Ero convinto di ciò che stavo facendo, non c'era tempo per le insicurezze, per le paure e tantomeno per essere tristi.
"Poi penso che è un'esperienza talmente breve che va goduta fino all'ultimo e ovviamente va goduta bene".
In fondo cos'erano due mesi in confronto ad una vita intera?

Successivamente mi chiesero di fare un pronostico e, senza che ebbi neppure il bisogno di collegare il cervello alla bocca, il nome di Emma uscì immediatamente.
Se avessero vinto i bianchi non avevo dubbi che sarebbe stata la mia popstar a trionfare.
Invece, nel caso in cui avesse vinto la mia squadra, pensavo che la vittoria sarebbe andata a me o ad Einar. In qualunque di questi tre casi sarei stato felice.

Rientrai in casetta con la testa ancora altrove e vidi sul mio letto una tuta blu con delle scritte bianche e mi guardai attorno con aria confusa.
Ma davvero me devo mette 'sta cosa?
Di certo non rispecchiava affatto il disegno che era apparso nella mia mente, non era per niente swag e non la ritenevo adatta per una prima serata ma decisi di non lamentarmi e di indossarla.
Mi spruzzai litri di profumo e torturai i miei capelli per almeno mezz'ora, volevo essere perfetto per il mio pubblico ma soprattutto per lei.


Varcammo ancora una volta le porte degli studi e le emozioni furono totalmente diverse da quelle che avevo provato soltanto il giorno prima.
Le urla del pubblico furono in grado di sovrastare tutti i miei pensieri. Mi sentivo carico, l'adrenalina mi stava scorrendo nelle vene e quelle sensazioni mi fecero capire che stavo vivendo un sogno da lucido.
Non avevo gli occhi chiusi e non ero sotto le coperte. Ero in piedi, con gli occhi spalancati e il cuore che batteva all'impazzata.
Indossammo i microfoni e poco dopo ci chiesero di contare fino a dieci per essere sicuri che funzionassero. Quando fu il mio turno sentii un boato che era imparagonabile alle urla che avevo sentito durante il pomeridiano.
Mi sentii pronto, determinato e pieno di voglia di far conoscere la mia musica alla mia nazione.
Poi un tonfo al cuore.
Sentii la sua voce, naturalmente in inglese, e in quel momento mi parve di ascoltare il suono più bello che avessi mai potuto udire in tutta la mia vita.
Mi aveva destabilizzato soltanto sentirla dire dei numeri a caso, non osavo immaginare cosa avrei provato rivedendola.

Mi sentii un idiota completo in quel momento. Avevo passato tutta la fase precedente al serale a pensare a quanto mi sarebbe mancato un contatto fisico con Emma, perché nella nostra relazione il sesso aveva sempre avuto un ruolo importante, ma quando ascoltai la sua voce mi resi davvero conto che quello era soltanto un dettaglio.
Avrei pagato oro in quel momento solo per poterle parlare, per accarezzarla e per sentire il suo respiro calmarsi dopo essersi accoccolata tra le mie braccia.
Quel periodo distante da lei mi aveva fatto capire quali fossero davvero le cose importanti e soprattutto mi aveva confermato ulteriormente quanto avessi bisogno della sua presenza costante nella mia vita.

Un sex symbol tutto mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora