Capitolo 20

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POV'S RICCARDO

Continuavo a non capire cosa stesse passando per la testa a Fede. Ignorava le mie chiamate, i messaggi e perfino gli sguardi che le mandavo quando eravamo insieme. Non mi parlava e cercava di tenersi il più possibile a distanza da me. Io non riuscivo a smettere di pensare a quella notte, a come mi ero sentito bene fra le sue braccia ed a quanto fosse bello tornare a baciare tutto quello che era mio. Perché Federica era mia. Ma vedere da parte sua quella freddezza e lontananza, mi faceva riflettere sul fatto che forse non provasse più i miei stessi sentimenti.

 Essendo molto testardo, ma soprattutto stanco di quella situazione, approfittai del momento in cui era uscita la nostra canzone per fare una storia su Instagram, in cui la ringraziavo e le dicevo che era importante quello che avevamo realizzato. Aspettai una risposta per l'intero pomeriggio e quando finalmente arrivò, in cui sembrava essere tornata sciolta, la chiamai.

«Riki...» rispose al terzo squillo e tirai un sospiro di sollievo osservando fuori dalla finestra il panorama.
«Fede, finalmente! Sono giorni che ti chiamo.» dissi prontamente camminando per la mia stanza. Il soggiorno a Roma sarebbe finito presto e sarei tornato a Milano... lontano da lei e sommerso da altri mille impegni.
«Si, scusa. Ho avuto da fare.» rispose vaga e sentii anche delle altre voci dal cellulare.
«Dove sei?» chiesi curioso e mi misi a sedere sull'enorme letto matrimoniale.
«Con degli amici.» rispose ridendo a qualche battuta. Non mi stava considerando. Mi alzai dal letto preso dall'agitazione e afferrai le chiavi della macchina.

«Possiamo vederci? Ho bisogno di parlarti.» dissi uscendo dalla stanza. Mi avviai lungo il corridoio per raggiungere le scale e scenderle velocemente.
«Sono impegnata, ma tanto ci vediamo domani per il concerto no?» chiese e notai quanto fosse menefreghista. Ma che le stava succedendo? Avviai la macchina deciso di andare a casa sua, sperando che sarebbe tornata presto.
«Fede, non mi importa. Ho bisogno di parlarti di quello che è successo fra noi.» dissi alzando il tono della voce, perché stava iniziando ad infastidirmi la sua superficialità.

«Io... devo andare. A domani.» disse e attaccò la chiamata senza lasciarmi il tempo di ribattere. Ma era fottutamente seria?? Non si era mai comportata in quel modo e doveva farlo proprio in quel momento! Guidai cercando di stare concentrato e accesi la radio per provare a distrarmi e quando arrivai sotto casa di Fede, parcheggiai decidendo di aspettare qualche metro di distanza dal suo palazzo per evitare di incontrare i suoi genitori. Dopo circa un'ora la vidi scendere da una macchina con un ragazzo e senza pensarci due volte, scesi dalla mia per raggiungerla. Il suo amico vedendomi, la raggiunse immediatamente.

«Federì, vuoi che aspetto?» chiese con voce profonda, poi mi guardò di sott'occhio con fare minaccioso.
«No, puoi andare.» risposi al suo posto, guardandolo allo stesso modo. Federica non mi staccava gli occhi di dosso ed io non smettevo di assumere il mio atteggiamento intimidatorio.
«Ehi, vai. Posso cavarmela da sola...» sussurrò al suo amico toccandogli il braccio. Lui la guardò accertandosi stesse bene e fece il giro della macchina per salirci e lanciarmi uno sguardo infuocato prima di andare via.

«Carino, il tuo amico.» dissi passando la lingua sulle labbra e rilassando i miei muscoli. Federica incrociò le braccia al petto e si incamminò verso la mia macchina in silenzio.
«Non hai alcun diritto di presentarti a casa mia e trattare i miei amici in quel modo.» disse appoggiandosi allo sportello dell'auto. La guardai sbalordita e per poco non scoppiai a ridere. Mi stava facendo la ramanzina, quando era stata proprio lei a ignorarmi per giorni!
«Ed io? Ho diritto ad essere ignorato dopo aver fatto l'amore con te?» chiesi alzando la voce, lei posò l'indice della mano sulle labbra e mi fece segno di non urlare.
«Avevo bisogno di riflettere.» rispose calma abbassando lo sguardo. Avanzai di un passo e la vidi allarmarsi.

«Hai paura di me?» chiesi accarezzandole il viso. Chiuse gli occhi e sospirò profondamente.
«Ho paura di quello che potrebbe succedere.» sussurrò con voce piccola e le sollevai il viso per incrociare i nostri occhi.
«Fede, so che le cose fra noi non sono andate bene. Però siamo cresciuti in questi mesi e abbiamo capito cosa vogliamo.»
«Cosa ti fa pensare che io voglia te? Che voglia soffrire ancora?» chiese alzando lei la voce. Si scostò dal mio tocco e iniziò a camminare avanti e indietro.

«Non hai la più pallida idea di quello che ho passato. Non riuscivo più a sorridere, vedevo te allegro e spensierato, come se tutta la nostra storia fosse solo una fantasia. E poi... eri sempre con Emma. Cazzo, Riki avete fatto una vacanza insieme!» disse stremata legando i suoi morbidi capelli in una coda alta. Faceva molto caldo e ovviamente agitarsi la rendeva più nervosa.
«Non è stata una vacanza. Fede, sono stato male! Avevo bisogno di staccare la spina e lei era lì ad aiutarmi.» urlai a mia volta alzando le braccia in aria.
«Ci sarei stata io se non mi avessi esclusa dalla tua vita!» esplose guardandomi quasi con odio. Passai una mano sul ciuffo ribelle e sospirai stanco.

«Mi dispiace. Hai ragione... ma tu mi hai lasciato.»
«Riccardo, sei serio? Ti devo ricordare che mi stavi tradendo con la tua attuale ragazza?»
«Non ti stavo tradendo, cazzo! Quella sera ero fottutamente ubriaco e non è successo comunque nulla.» dissi dando un calcio alla ruota della macchina. Federica mi venne incontro scuotendo la testa disgustata e prese da terra lo zainetto che aveva abbandonato per allontanarsi da me.
«Ok, io adesso vado. Ci vediamo domani.» disse in tono piatto per poi voltarsi e andare via.
«Federica, per favore parliamone.» sussurrai cercando di fermarla e infatti si immobilizzò sui suoi passi e lentamente tornò da me.

«Per quale motivo? Mesi fa mi hai mandata a fanculo quando ci ho provato, perché adesso non dovrei fare lo stesso?» che testa di cazzo che ero! Era solo colpa mia se tutto era stato distrutto. Solo colpa mia.
«Perché possiamo riprovarci.»
«A che scopo?» chiese puntandomi gli occhi pieni di lacrime addosso.
«Perché ti amo.» dissi guardandola intensamente e vidi una lacrima solcargli la guancia, che immediatamente asciugò.

«Ti amavo anche io... ma a te non è importato.» disse spuntandomi in faccia la verità. Ero stato egoista, pensando solo a quello che volevo e senza curarmi della sua felicità.
«Scusa.» sussurrai abbassando lo sguardo e vidi le sue scarpe farsi vicine alle mie.
«Non rimpiago nulla, se doveva andare così un motivo ci sarà. Adesso è più importante il nostro lavoro e non possiamo buttare via tutto per un litigio.» disse maturamente e mi stupii delle sue parole.
«Sono davvero innamorato di te.» dissi sollevando il viso per osservare i suoi lineamenti rilassati.
«Lo so, ma per adesso è meglio continuare così. Da amici.»

«Non puoi chiedermi di essere tuo amico, abbiamo fatto l'amore e continuo a pensarci.» dissi sincero e sollevò la mano per sfiorare le mie labbra. Quel contatto mi fece venire un brivido e la voglia di afferrarla e baciarla.
«Ci penso anche io, continuamente.» ammise passando l'indice sul labbro inferiore. Afferrai la sua mano e lo baciai guardandola fissa negli occhi.

«Dammi una possibilità, Paper.» dissi con un sorriso e lei scosse la testa allontanandosi lentamente.
«Non è il nostro momento, mi dispiace.» disse e con un sorriso andò via lasciandomi solo con mille pensieri per la testa. L'unica cosa di cui ero certo, era che in quel momento voleva prendere tra le mani le redini del nostro rapporto ed io l'avrei lasciata fare.

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Ahi ahi! Secondo voi ci sarà un riavvicinamento? O i rederica si lasceranno per sempre? Non voglio essere troppo cattiva, perciò posso ammettere che nel prossimo capitolo accadrà qualcosa di clamoroso.

Tenetevi pronte!!!♥ 

Un bacino,
elusivelook♥ 

Quanta vita serve per innamorarmi || RedericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora