POV'S FEDERICA
«Sei un bastardo!» strillai guardando il marciapiede tutto rovinato. I miei pensieri erano confusi, ma la rabbia che provavo superava ogni tipo di emozione. Perché era uscito con Emma? Mi aveva assicurato di averla lasciata, di amare me. Non riuscivo a capire il suo comportamento e mi sentivo tremendamente male.
«Fede, che succede?» sentii la sua voce tesa e preoccupata.
«Davvero lo chiedi? Sei un coglione!» urlai ancora sentendo le lacrime minacciare di uscire dai miei occhi. Sospirai e provai a calmarmi, mentre dall'altro capo del telefono sentii solo un silenzio assordante, come se fosse caduta la linea.«Mi spieghi che cazzo è successo?» urlò esasperato e feci una risata amara, affinché potesse sentire la mia ironia. Tutto pur di nascondere la mia tristezza.
«Stai facendo il doppio gioco?» chiesi mantenendo la voce calma.
«Di che parli?» chiese ancora fingendo. Possibile che non era entrato sui social? Quelle foto giravano così veloci da far girare la testa.«C'eri tu con Emma oggi, non io.» dissi sganciando la bomba e lo sentii sospirare angosciato.
«Federica, non è come pensi...» iniziò, ma lo interruppi ridendo ancora.
«Spero tu stia fottutamente scherzando!» dissi ancora scostandomi dalla macchina per camminare nervosa.
«Ho visto Emma, anche ieri. Ma perché...»
«Non ci credo... lo hai fatto davvero? Non ti credevo una persona così orribile.» dissi in preda al panico. Mi ero fidata e mi ero lasciata trascinare in quella storia senza senso. Ero io la cogliona, non lui.«Cazzo, puoi ascoltarmi?» urlò Riccardo infuriato. Rimasi in silenzio e poi tornai ad avvicinarmi alla macchina.
«Riki... non ce la faccio. Mi fai troppo male.» sussurrai e agganciai senza aspettare risposta. Subito il cellulare riprese a squillare e rifiutai la sua chiamata, spegnendo il dispositivo. Avevo bisogno di stare sola e ragionare. Salii in macchina e Federico mi guardò preoccupato.
«Fede, andiamo.» dissi trattenendo le lacrime. Non volevo più lasciarmi andare, volevo resistere e tenere tutto dentro. Federico partii e in pochi minuti ci trovammo davanti al nostro hotel.
«Ne vuoi parlare? Magari a cena?» chiese il mio manager una volta nell'ascensore per raggiungere le nostre camere. Scossi la testa guardando il mio riflesso allo specchio.«Se non ti dispiace, preferirei mangiare in camera e dormire presto.» dissi con un sorriso stanco. Lui annuì e decise di lasciarmi sola. Raggiunsi la mia stanza e mi rintanai per tutta la serata a guardare film in televisione con il servizio in camera. Avevo spento il cellulare e tutto il mondo che c'era nascosto dentro. Poi verso le undici decisi di fare una passeggiata sul lungomare per schiarirmi le idee e chiamai dal telefono della stanza per avvertire Federico. Presi il mio zainetto e dopo aver messo una bandana fra i capelli, uscii per rilassare la mente da tutti i pensieri.
Misi le cuffiette alle orecchie e iniziai a camminare sotto i lampioni e la gente che mi circondava non accorgendosi della mia presenza. Mi sentivo vuota, come se tutto quello che avevo costruito nella mia testa si fosse sgretolato. Tutto quello che avevo sperato si era rivelato solo una delusione e la musica che stavo ascoltando non mi tirava di certo il morale sù. Era tutto sbagliato e ancora una volta aveva pensato di poter fare le cose di nascosto, come se io fossi il nulla. Asciugai una lacrima che sfuggì alla mia resistenza e decisi di sedermi con lo sguardo rivolto verso il mare. Era calmo e illuminato dalla luce fioca della luna. Chiusi gli occhi e respirai a fondo, cercando di concentrarmi sulle cose belle della mia vita, fino a quando sentii una presenza al mio fianco.
Mi voltai pronta a scappare, non mi andava di essere infastidita da stupidi ragazzi. Ma, appena lo feci, mi paralizzai di colpo. Le sue enormi pozze azzurre, oscurate dal buio, mi entrarono dentro come un fulmine a ciel sereno. Portai istintivamente una mano davanti alla bocca e la vidi tremare.
«Cosa ci fai qui?» chiesi con voce tremante. Riccardo, il mio Riccardo, era davvero lì. Seduto al mio fianco con uno sguardo afflitto e gli occhi incastrati tra i miei.
«Non potevo lasciarti fuggire via da me, ancora.» sussurrò spiazzandomi. Per un momento dimenticai tutto, ma appena allungò la mano per sfiorarmi la guancia, mi scostai ricordando che quella stessa mano aveva stretto quella di Emma.
«Rispondi solo ad una domanda... perché?» chiesi spostando lo sguardo verso il mare non avendo il coraggio di guardarlo.«Ci sono delle cose da sistemare, questo per via dell'accordo.»
«Cosa riguarda questo accordo?» chiesi sentendo i suoi occhi addosso e una scosse mi costrinse a voltarmi a guardarlo.
«Quando ci siamo lasciati, sono stato parecchio male. Ero aggressivo e rispondevo male a chiunque, così Facchinetti ha proposto un accordo con la casa discografica.»
«Cioè?» chiesi mettendo dietro l'orecchio un ciuffo di capelli.«Niente più storie serie, Emma sarebbe stata l'ultima ad uscire sui miei social. Tutto per evitare di creare scompiglio fra le fan.» disse abbassando lo sguardo verso le sue gambe a penzoloni.
«Non credevo avessi sofferto così tanto...» dissi stupita per il racconto dei suoi atteggiamenti. Mi sentivo in colpa, però avevo paura che stesse mentendo ancora una volta.
«Come posso fidarmi di te?» chiesi costringendolo a guardarmi.
«Fallo, perché sei l'unica donna che vedo.» disse accarezzandomi il dorso della mano con i polpastrelli.«Perché vi siete visti?» chiesi riferendomi alle foto.
«La storia dei fan, Fede. E' tutto complicato e il bacio che ti ho dato sul palco ha alimentato tutto.» disse tristemente ed io lo guardai rammaricata.
«Te ne penti?» chiesi con le lacrime agli occhi.
«No! Lo rifarei ancora ed ancora.» disse afferrandomi in un secondo il viso fra le mani. Lo guardai sorpresa e i suoi capelli sfiorarono la mia fronte facendomi il solletico.
«Quindi... cosa vuoi fare?» chiesi non capendo cosa avrei dovuto fare.«Voglio viverti, alla luce del sole! Ma dobbiamo aspettare...» sussurrò ed io posai le mie mani sopra le sue. Chiusi gli occhi e mi lasciai sfuggire le lacrime.
«Scusa...» sussurrai non sapendo più a cosa pensare.
«Federica Carta, ti amo. Ti amo più della mia vita.» disse accarezzando le mie labbra con le sue. Non aspettai altro tempo e pressai in un bacio disperato. Avevo bisogno di lui più che mai. Il suo profumo e il suo sapore, mi erano mancati così tanto.«Emma, sa di questo accordo?» chiesi staccandomi di colpo. Riki mi guardò trafiggendomi dentro, vedevo il mio stesso desiderio nei suoi occhi.
«Si, cioè non è al corrente di tutto. Ma fingeva oggi.» disse con il fiatone, poi tornò a pressare le sue labbra sulle mie. Mi morse e mi fece gemere dal dolore. Mi lasciai andare tra le sue braccia e mi fece sedere sulle sue braccia stringendomi i fianchi forte. Gli allacciai le braccia attorno al collo e mi strinsi al suo corpo caldo coperto da un paio di pantaloncini ed una canotta blu.«Andiamo via da qui.» sussurrò contro la mia fronte. Lo guardai attentamente e notai sincerità. Mi amava davvero e gli credevo. Mi alzai in piedi e gli porsi la mano, che afferrò immediatamente. Si alzò e mi trascinò correndo per la strada. Scoppiai a ridere e finalmente mi sentii libera di essere felice. Anche se solo per un attimo.
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Non mi andava di vederli litigare, perciò ecco qui una bella sorpresa!! Nei prossimi capitoli cercherò di mantenere un po' di calma e di chiarire questa storia dell'accordo!
Vi sta piacendo la storia?? Lasciate qualche commento, ci conto!
Un bacio,
elusivelook♥
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Quanta vita serve per innamorarmi || Rederica
FanficSEQUEL DI "DIMMI QUALCOSA CHE RESTA || REDERICA" La vita di Federica Carta dopo la fine di Amici16 è stata stravolta. Credeva nell'amore, aveva creduto ad ogni singola parola di Riccardo Marcuzzo, il bel cantate dagli occhi azzurri. Se mai qualcuno...