Capitolo 13

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POV'S RICCARDO

Era tutto pronto per il servizio fotografico in studio, aspettavamo solo l'arrivo di Federica che sembrava stesse ritardando più del dovuto. Decidemmo di spostarci sulla spiaggia dove settimane prima Fede mi aveva portato, in modo da fare delle foto con ottima luce e buon vento. E dopo aver sistemato tutta l'attrezzatura ed essermi vestito, Federica arrivò insieme al suo manager con un sorriso enorme stampato sul volto. Era felice e mi faceva stare bene vederla in quel modo.

«Buongiorno a tutti!» esclamò euforica gettando sulla sabbia calda la borsa pesante. Mi guardò felice e stranamente mi abbracciò. Ovviamente approfittai di quel momento, per poterla stringere forte a me e sentire tutto il calore del suo corpo, ma mi sembrò abbastanza strano.
«Buongiorno a te, Riki.» disse staccandosi per guardarmi negli occhi. Poi rendendosi conto di quello che aveva appena fatto, si distanziò il più del dovuto e andò a sistemare il trucco e i capelli.

«Federico, che succede?» chiesi al suo manager sistemando in testa la bandana per tenere i capelli fermi.
«E' felice perché partirà un paio di giorni con la vostra amica.» disse sorridendo e osservandola come un fratello maggiore. Era meraviglioso il rapporto che si era creato fra loro e se non fosse stato per l'età e per il fatto che fosse fidanzato, probabilmente mi sarei ingelosito.

«Vacanza?» chiesi a quel punto stupito, perché quello non era decisamente il periodo migliore per partire, ma Federico si allontanò senza darmi risposte. Guardai Fede prepararsi e lasciai perdere ogni tipo di pensiero per andare a sistemare i capelli indomabili col vento.
Una volta pronti, ci fecero mettere davanti alla riva e notai l'abbigliamento di un bianco candido che indossava. Abbagliava il suo volto e la rendeva ancora più bella. Nella sua semplicità era meravigliosa. Mi guardò con un sorriso quando ci posizionammo l'uno di fronte all'altro e non riuscii a trattenere un complimento.

«Sei bellissima.» sussurrai prendendole la mano, mentre il fotografo continuava a scattare. Lei sorrise timidamente e spostò i capelli lontani dal viso.
«Ok ragazzi, adesso voltatevi verso il mare. Riccardo tienila stretta in un abbraccio da dietro e guardate l'orizzonte.» ci disse l'assistente del fotografo avvicinandosi a noi. La presi fra le mie braccia, come mi avevano detto, e appoggiai il mento sulla sua testa sentendola ridacchiare.

«Dai così mi fai sembrare una bambina!» esclamò ridendo distaccandosi dal mio petto. Si voltò e posò le braccia sul mio petto giusto per non cadere. La afferrai per la vita e poi le accarezzai il viso dimenticando tutte le persone intorno a noi. I nostri occhi si incrociarono e senti una scarica in corpo, che non provavo da tanto tempo. Avevo una voglia matta di baciarla e di farla finalmente mia. Il suo sguardo era perso quanto il mio e sembrava essere ritornati a mesi prima. Sentii le sue dita muoversi sul tessuto nero della mia camicia e la stretta delle mie braccia si fece più forte facendo scontrare violentemente i nostri corpi. Ebbi un sussulto e repressi l'istinto di spogliarla di ogni cosa e immergerci nella nostra bolla di amore.

«Riki...» sussurrò schiudendo le labbra rosee e avvicinai il mio viso appoggiando la mia fronte alla sua per respirare l'aria che ci circondava, per sentire ancora una volta il suo dolce profumo.
«Bravi! Continuate così!» sentimmo la voce del fotografo e mi resi conto che non eravamo soli. C'era troppa gente e non avrei potuto fare quello che mi andava di farle provare. Federica aveva gli occhi colmi di amore, di desiderio. Non potevamo più resisterci, perché l'attrazione stava diventando più forte che mai. Fede però, ebbe la capacità di riprendersi subito e si staccò abbassandosi per prendere fra le mani l'acqua salata e lanciarmela addosso.

«Piccola Paper, oh se ti prendo!» urlai andandole incontro, ma lei iniziò a correre mentre il flash della macchina fotografica ci accecava. Eravamo tornati liberi e spensierati, ed era la cosa che sicuramente mi era mancata di più.
«Sei lento!» esclamò ridendo per prendermi in giro, ma il mio scatto repentino la fece cadere a terra e la tirai su prendendola per una mano. I nostri petti si scontrarono ancora una volta e decisi che ero stanco di trattenermi.

Quanta vita serve per innamorarmi || RedericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora