Capitolo 27

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POV'S RICCARDO

Appena arrivammo al piano della camera di Fede, la afferrai per un fianco, facendola ruotare verso di me. Andò a sbattere contro il mio corpo e le presi dalle mani la chiave per aprire la stanza, mentre le nostre bocche si cercavano a vicenda. La spinsi contro il legno bianco e continuai a pressare i nostri corpi, mentre tentavo di aprire in ogni modo la porta. Quando ci riuscii, Federica allacciò le gambe intorno al mio corpo e la sollevai prontamente dando un calcio alla porta per isolarci dal mondo. Le sfiorai la pelle sotto la canotta leggera e la sentii tremare al tocco. Cacciai un lungo sospiro e presi a baciarla come mai avevo fatto. 

Continuavamo a rincorrerci senza mai prenderci davvero ed ero stufo di tutta quella situazione. Volevo amarla per come meritava davvero. Intanto le sue dita si infilarono fra i miei capelli ed io lasciai sciogliere i suoi gettando per terra la bandana che portava in testa. La feci scendere dalle mie braccia e immediatamente iniziò a baciarmi il collo. Persi completamente il lume della ragione e dentro di me si accese come un fuoco. Le sfiorai il petto lentamente e feci scendere la mano lungo il suo stomaco. 

La sentii sospirare forte e sembrò come se i nostri respiri fossero fusi. Le sollevai lentamente la canotta e la sfilai nello stesso istante in cui lo fece con me. Il mio petto caldo entrò a contatto con la sua pelle e avvertii un brivido invadermi. Le nostre labbra si scontravano in un bacio passionale e pieno di tutte quelle cose che non eravamo stati in grado di dirci. Mi staccai per guardarla negli occhi e non potei fare a meno di immaginare la mia intera esistenza con lei. Era così fottutamente bella.

«Riki...» sussurrò richiamando la mia attenzione, mentre faceva scorrere le dita fredde sul mio petto fino ad arrivare all'altezza dei pantaloni. Chiusi gli occhi per una frazione di secondo e poi ripresi immediatamente il controllo della situazione facendola voltare di spalle. Le slacciai il reggiseno e scacciai via il resto degli indumenti che indossava. Sospirai alla vista del suo corpo perfetto e la strinsi al mio petto spostando i suoi lunghi capelli su una spalla, in modo da poter torturare l'altra con morsi e baci. Lentamente la feci avvicinare al letto e si stese con la schiena non smettendo di togliermi gli occhi di dosso.

«Così mi fai perdere la testa.» dissi premendo il mio corpo contro il suo.
«Forse è quello che voglio fare.» rispose sicura di sé. Sorrisi e avvicinai le mie labbra al suo viso, baciandole il mento e poi la mascella. Scesi lungo il suo corpo e mi soffermai a lungo sui seni, baciandoli avidamente. Fede mi prese il viso fra le sue mani e dopo aver emesso dei gemiti, fece scontrare prepotentemente le nostre labbra. Iniziai ad esplorare la sua bocca ed assaporare ogni centimetro di lei.

«Riki, ti prego.» disse bisognosa ed io la accontentai, eliminando gli ultimi indumenti che avevo addosso. La guardai negli occhi e le sfiorai uno zigomo rosso per il calore.
«Sei bellissima.» sussurrai entrando dentro di lei e la sentii gemere forte, lasciandosi andare completamente. Iniziammo a muoverci all'unisono, mentre le nostre labbra erano ancorate le une alle altre, come se fossero due pezzi di puzzle incastrati perfettamente. Lei era tutto quello che avevo sempre voluto e non era una frase di circostanza. Ne ero certo. 

Sentirla urlarmi contro al cellulare, mi aveva devastato e avevo avuto paura di perderla di nuovo. Di perderla per sempre. Così avevo preso il primo volo per raggiungerla. C'erano ancora troppe cose in sospeso fra noi, ma avremmo risolto tutto perché lo volevamo entrambi. Ero fiducioso e certo che il nostro amore avrebbe superato ogni ostacolo. Dovevo al più presto parlare con Facchinetti e risolvere la questione. Federica mi guardò con occhi pieni d'amore, nel momento in cui entrambi arrivammo all'apice del piacere. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare sul suo petto. Mi mise le mani fra i capelli e li spostò dalla mia fronte sudata.

«Grazie.» sussurrò ancora con poca aria nei polmoni. Sorrisi e mi strinsi a lei.
«Per cosa?»
«Per essere tornato.» disse baciandomi la testa, che immediatamente sollevai per catturare le sue dolci labbra rosse.
«Paper, tornerò sempre da te.» dissi mantenendo ancora una volta quella promessa. Restammo in silenzio per qualche minuto e poi mi balenò un'idea per la mente.

«Partiamo.» dissi di getto spostandomi su un fianco per poter vedere la sua reazione. Fede tirò sul suo corpo nudo il lenzuolo e lo strinse a pungo fra la mano.
«Cosa stai dicendo?» chiese sorridendo e allungai una mano per accarezzarle la guancia.
«Partiamo, io e te.»
«Sei pazzo? Siamo pieni di impegni e c'è il contratto.»
«Fede, parti con me. Andiamo via per un po' e prendiamoci una vacanza tutta per noi.» dissi fantasticando su una qualsiasi meta lontana da Milano e Roma. Dovevamo fuggire per qualche giorno per poter poi affrontare la mia casa discografica e quello che sarebbe avvenuto in seguito.

«Lo dici solo perché ti senti in colpa di essere stato lontano da me!» disse sbuffando ed io strinsi gli occhi guardandola in cagnesco.
«Nessuna lontananza potrà mai allontanarmi da te.» sussurrai sporgendomi per baciarle la spalla nuda. Sorrise a quel gesto e mi diede uno spintone imbarazzata.
«Sciupafemmine!» esclamò ridendo. Mi fiondai su di lei ed iniziai a farle il solletico sui fianchi.
«Riko, ti prego basta!!» strillò in preda alle risate ed io mi fermai giusto per stamparle un bacio sulle labbra.

«Parti con me.» dissi ancora, allontanandomi di poco dalle sue labbra.
«E come facciamo con tutti gli impegni?»
«Ci penserò io!»
«Come?» chiese sorridendo come una bambina. Emanava una felicità tale da far scoppiare il mio cuore.
«Parlerò con Federico, incastreremo tutti i nostri impegni e poi vedremo come fare!» dissi speranzoso. Lei sembrò titubante, sollevò gli occhi sul soffitto e poi sorrise.
«D'accordo, Marcuzzo. Partirò con te!» disse ed io iniziai a stamparle dei baci sul collo facendola ridere forte.

«Aspetta! Prima dobbiamo fare una cosa importantissima!» disse fra una risata e l'altra. Mi fermai di colpo, cercando di ragionare su cosa avremmo dovuto fare. Poi capii.
«No, Fede.» dissi in preda al panico e tornai a mettermi al suo fianco.
«Riccardo, dobbiamo dirlo ai miei genitori.» disse portando voce ai miei pensieri. Avevo una paura matta di affrontare suo padre, ma lo avrei fatto. Avrei fatto capire ai suoi genitori, che tenevo davvero a lei e a quello che stavamo costruendo.

«Tuo padre mi ucciderà!»
«No, in fondo in fondo sappiamo entrambi quanto ti adora!» disse la mia ragazza facendomi sorridere.
«D'accordo, andremo a parlare anche con loro. Metteremo ogni cosa a posto!» dissi convinto e Fede appoggiò la testa sul mio petto sospirando serena.
«Adesso dormi, piccola.» dissi accarezzandole i capelli. Lei si strinse al mio corpo ed io le lasciai un bacio fra i capelli.

«Buonanotte, Riko.» disse chiudendo gli occhietti e provocò dentro me uno stato di pace.
«Buonanotte, amore mio.» e così ci addormentammo, nel posto giusto fra le nostre braccia.

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Hellooooo! Volevo scrivere un capitolo un po' diverso dal solito, spero di esserci riuscita. Scusate se è un po' corto, ma non sto molto bene perciò le idee sono un po' sfumate. Nonostante ciò, spero vi sia piaciuto!

Lasciate qualche commento e fatemelo sapere!

Un bacio,
elusivelook♥ 

Quanta vita serve per innamorarmi || RedericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora