Capitolo 36

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POV'S RICCARDO

Quando quella mattina mi ero svegliato, fra le lenzuola calde e il sole che illuminava la mia stanza, mi sono chiesto se davvero volessi una vita senza Federica. La sera prima avevo passato il tempo al cellulare a spiare in ogni modo possibile i suoi accessi e le storie Instagram in cui appariva. Sembrava libera, spensierata e tranquilla, come se il nostro litigio non le passasse minimamente per la testa. Iniziai a credere che forse non le importava più così tanto come un tempo e mi arrabbiai davvero tanto. Ma poi capii che quella era solo una maschera, lei era davvero brava a nascondere il cattivo umore. 

Voleva apparire sempre felice e solare, ed era una delle qualità che più ammiravo di lei. Infatti, a differenza sua, io non ero in grado di trattenere per me stesso la rabbia o la tristezza. Se io ero incazzato, tutto il mondo doveva vederlo e saperlo, in modo che tutti mi lasciassero sbollire da solo. In realtà, però, mi aveva infastidito quel video che avevano messo in rete le mie fan rispetto alla lite che avevo avuto con Emma. Non volevo che la gente iniziasse a sospettare che fra me e Fede ci fosse qualcosa, perché quello non era il modo giusto per farlo sapere. E poi, non volevo che tutti vedessero un momento così privato fra me ed Emma... era stato irrispettoso. Ma in quel lungo anno, avevo capito che essere famoso implicava anche quello. Essere sotto i riflettori, sempre.

«Riki, fra mezz'ora passo a prenderti.» mi disse al cellulare Riccardo Scirè. Il nostro volo per Roma era previsto nel pomeriggio, ma avevo insistito di cambiare orario, perché avevo bisogno di vedere Federica e passare del tempo con lei, prima del concerto della sera. Avremmo duettato il nostro brano ed ero sicuro di voler fare una cosa, che sognavo da tanto tempo.

Una volta seduti sull'aereo, spensi il cellulare e posai il mio sguardo fuori dal finestrino, aspettando la partenza. Non avevo avvisato Fede, perché sapeva bene che ci saremmo visti. Però non sapeva che sarei arrivato in anticipo e le avrei fatto una bella sorpresa a casa, prima del suo arrivo da Perugia.

«Riki, sei sicuro di quello che stai facendo?» mi chiese Scirè armeggiando con le sue cuffie.
«Non sono mai stato così sicuro. Ho bisogno di dimostrarle quello che provo davvero.»
«E se i suoi genitori non fossero d'accordo?» chiese preoccupato. In effetti ci avevo pensato a lungo prima di compiere un passo falso. Sapevo quanto fossero poco convinti della nostra storia, ma soprattutto del mio atteggiamento. Avevo ferito la loro figlia ed erano davvero arrabbiati, mi avevano perdonato e ci avevano concesso quella piccola vacanza in Grecia... ma adesso, avevo ancora una volta rovinato tutto.

«Ho parlato con sua sorella, Arianna. Spero mi possa aiutare.» risposi in sovrappensiero. Speravo con tutto il cuore di poter finalmente sistemare tutto e vivere Federica e il nostro amore al cento per cento.
Quando atterrammo a Roma, mi precipitai a cercare un taxi per correre in hotel, posare i bagagli e poi telefonare Arianna. Mi sarebbe venuta a prendere e insieme avremmo affrontato la questione con i suoi genitori. Cercai di essere il più veloce possibile nel fare tutto e quando mi ritrovai in macchina con Arianna, mi sentii per un momento spaventato. Forse stavo sbagliando tutto, ancora una volta.

«Riccardo, andrà bene! I miei genitori ti adorano, devi solo fargli capire che hai messo finalmente la testa a posto e che vuoi stare con Federica.» mi disse la ragazza concentrata alla guida.
«E se non andasse bene? Se lei al suo rientro non volesse vedermi?» esposi i miei dubbi spostando il ciuffo di capelli dalla fronte.
«In quel caso agiremo in maniera diversa, ma non pensarci adesso! Andiamo per gradi... hai idea di cosa dire ai miei genitori?» chiese imboccando la strada di casa.
«Credo di si...» risposi prendendo un profondo respiro. Arianna accostò sotto casa e si voltò a guardarmi negli occhi.

«Riccardo, tu la ami?»
«Da impazzire.» risposi immediatamente, senza neppure pensarci. Lei sorrise e annuì. Scese dalla macchina e la seguii a ruota sentendo il mio cuore battere a mille. Poco dopo, mi ritrovai dentro casa Carta, seduto su un comodo divano a chiacchierare con i genitori della mia ragazza.

«Quindi, cosa hai intenzione di fare con mia figlia?» chiese il padre mettendomi paura con il suo sguardo. Maria, sua madre, invece sembrava sorridere, come se l'atteggiamento di suo marito fosse del tutto scherzoso.
«Voglio che capisca che ho occhi solo per lei, che farei di tutto pur di vederla felice... perché io sono innamorato di lei.» dissi osservando il soffitto. Quando abbassai lo sguardo sui suoi genitori, notai un sorriso da parte di entrambi.
«La festa è finita! Federica ha citofonato!» strillò Arianna dalla cucina. Mi alzai in piedi e il papà mi tese la mano, che immediatamente afferrai per stringerla.

«Riccardo, non farle più male. Ha già sofferto abbastanza.» disse quelle poche parole stringendo forte. Annuii capendo la sua preoccupazione e a cosa si riferisse. Poi guardai Maria che mi aprì le braccia e corsi per stringerla al mio corpo. Emanava lo stesso profumo della figlia ed era una cosa bellissima.
«Andiamo, Riki! Corri in camera sua, che sta arrivando!» mi suggerì staccandosi dall'abbraccio. Entrambi i genitori mi guardarono con un sorriso e tornarono in cucina. Feci un sospiro di sollievo e sentendo un peso in meno sulle spalle ed avanzai per il corridoio. Raggiunsi in fretta la sua stanza e chiusi la porta in maniera silenziosa, guardandomi attorno.

«Oh, Fede...» sussurrai vedendo una delle nostre foto poggiata accanto ad uno spartito sulla scrivania. Sorrisi ed iniziai a camminare avanti e indietro per la camera. Ero agitato, non sapevo cosa fare o dire. Mi misi a sedere sul suo letto, ma poi mi rialzai. Non avevo idea di come presentarmi.

«Ma quanto siete belli??!» sentii la voce della mia Fede e il cuore perse un battito. Decisi che la cosa migliore da fare, era mettermi al centro della sua stanza ed aspettare il suo arrivo. Avevo le mani sudate e le gambe quasi tremolanti. Mi sistemai i capelli e mi morsi forte il labbro inferiore, preoccupato della sua reazione. 

E nel momento in cui la maniglia si abbassò, sentii la testa girare e l'aria mancare. Poi apparve, con un bellissimo sorriso sulle labbra ed un capello blu in testa. Mi vide e il sorriso svanì, divenne bianca come la carta e le cadde per terra la busta che teneva fra le mani. Era bellissima.

«Fede.» sussurrai accennando un sorriso.
«Riccardo?» chiese stupita.

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Tatan tatan! Vi lascio con il fiato sospeso! Secondo voi, cosa succederà a questo punto? Vi ricordo che siamo vicinissimi alla fine, mancano davvero pochissimi capitoli!

Grazie a tutte per il sostegno che mi date, siete meravigliose!♥ 

Un bacio,
elusivelook♥ 

Quanta vita serve per innamorarmi || RedericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora