Per sfizio, o forse più per tortura, aprii l'armadio e tirai fuori lo scatolone con i costumi. L'estate era ormai arrivata ed era giunto il momento di provare quei maledettissimi cosi per vedere quali tenere e se ne avessi bisogno di nuovi. Infilai il primo e il pezzo sopra non mi piaceva come mi stava, iniziai a spazientirmi. Provai il secondo, molto meglio. Legai i nastrini del pezzo sopra ben stretti dietro il collo,tiravano parecchio, però facevano risaltare il mio seno. Era probabilmente l'unica caratteristica che mi piaceva del mio fisico,almeno quello. Sospirai. Mi guardai attentamente allo specchio, era la prima volta che non provavo totale disgusto nei confronti del mio corpo. Non era come lo volevo io, questo è certo ma non era troppo male. Avevo perso parecchio peso negli ultimi anni e credetemi ne avevo bisgno, ero arrivata ad un punto di rottura il terzo anno di liceo, quando ero talmente stanca di com'ero fisicamente e delle conseguenze sul carattere che avevo preso la decisione di cambiare in ogni senso.
A interrompere il flusso dei miei ricordi ci si mise il telefono, era una notifica del gruppo di Whatsapp della mia classe: volevano andare in piscina. Presi il telefono e stavo per digitare che non sarei andata con una scusa qualsiasi, feci un bel respiro e scrissi: " Io ci sono, ci vediamo la!"
Ai miei non sarebbe dispiaciuto se fossi uscita un po', si preoccupavano parecchio quando non uscivo, e poi avevo già il costume addosso. Mi feci coraggio e scacciai la paura che come al solito mi invadeva quando dovevo vedere altre persone e soprattutto quando mi dovevo mettere in costume in pubblico. Odio il giudizio degli altri. Senza troppo pensare presi un paio di pantaloncini di Zara, una canotta blu e un paio di Converse verde acqua e li indossai.
Dopo aver preparato la borsa con un costume di ricambio,telo e creme solari varie, afferrai le chiavi della macchina e uscii di casa. Il viaggio non fu dei migliori. Dio solo sa quanto io odi guidare ma la patente mi serviva, o almeno così avevano detto i miei, e quindi l'avevo presa.
Vidi subito i miei compagni all'ingresso e li salutai con la mano. Avvicinandomi a loro dissi: " Ci siamo tutti?"
Diletta sorridendo mi rispose: " Si aspettavamo te!"
"Ok, iniziate ad andare, mi cambio le scarpe e vi raggiungo"
Mi avvicinai al muretto e iniziai a tirare fuori le infradito per mettermele, vidi che solo Andrea si era attardato rispetto al gruppo e mi stava aspettando. Mi tirai su dopo aver finito e mi girai verso di lui facendogli segno di andare. Mi sorrise e ci avviammo all'ingresso della piscina.
Prima di entrare nella zona in cui ci sono le piscine c'era una piccola pozza per lavarsi i piedi, passammo dentro e rise quando lanciai un gridolino perchè l'acqua era fredda. Mi prese per mano accompagnandomi verso gli altri che avevano preso posto nel prato a sinistra della piscina, subito a fianco del bar. Rabbrividii al suo tocco, se solo sapesse quanto bene mi fa stare quando fa così.
Passammo a bordo piscina ,a fianco del trampolino per poi avvicinarci all'ombrellone rosso dei bagnini. Stavo guardando le persone in piscina che nuotavano e giocavano spensierati quando la sua mano mi lasciò, mi girai subito per vedere dov'era finito. Si era avvicinato ad uno dei bagnini w lo stava salutando con una stretta di mano. Volsi lo sguardo su quel ragazzo per vedere com'era, isomma anche una ragazza ha diritto di far cadere l'occhio su qualcosa di bello e io non mi sarei tirata indietro, dovevo dimenticare Andrea ad ogni costo.
Mi avvicinai e Andrea disse: "Luca, lei è Elena"
Ci strinsimo la mnao e lui mi sorrise. Era davvero un bel ragazzo, capelli castano chiaro, schiariti dal cloro e dal sole, e occhi verdi. Non era troppo muscoloso ma aveva comuqnue un bel fisico e poi aveva quel sorriso da manicomio. Spostai lo sguardo un po' imbarazzata, sì mi imbarazzo facilmente con i ragazzi, e notai che in disparte sull'altra sedia sotto l'ombrellone, c'era un altro ragazzo,anche lui bagnino. Aveva lo sguardo puntato su qualcosa di indefinito, protetto dagli occhiali da sole, Ray-Ban a specchio. Percorsi con gli occhi il suo viso: era moro, ciuffo ribelle, lineamenti scolpiti.
Nello stesso momento in cui stavo per spingere lo sguardo sul suo addome, si voltò di scatto e venne verso di noi. Scostai lo sguardo arrossendo di nuovo, e che cazzo.
Si avvicinò a noi e in quel momento notai il suo fisico ben delineato e i suoi muscoli tendersi mentre camminava.
Merda. Merda. Merda. Aveva capito che lo stavo fissando. Non fare figure, continuavo a ripetermi, non di fronte a loro.
Si tolse gli occhiali e li mise in cima alla testa, si aggiustò leggermente il ciuffo e mi porse la mano. I suoi occhi nocciola si posarono su di me,ero pietrificata.
Afferrai la mano e gliela strinsi. " Piacere Elena, sono Marco."
Il mio copro era elettricità pura, ogni fibra di ogni muscolo e di ogni nervo era tesa per il contatto.
Non riscivo a mettere a fuoco nulla, in testa avevo un'autostrada incasinata di pensieri. Poi come se mi fossi svegliata da un sonno lunghissimo, un pensiero balenò nella mia mente, sgombrando l'autostrada: Cosa mi stava succedendo?
STAI LEGGENDO
Cosa mi sta succedendo
RomanceOrmai vicino, troppo vicino a me, mi disse:" Hai dimenticato una cosa" [...] Sono ufficialmente nei casini. Tratto dal capitolo 2, mai una gioia, o forse si?