Capitolo 19- Riunione di condominio

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La notte precedente non avevo dormito molto, anzi per nulla.

Nei miei sogni ricorrevano immagini di Marco e Bea che si baciavano, in camera sua, sul letto. Decisamente non era stata una notte facile.

Mi lavai la faccia con l'acqua fredda per svegliarmi e mi specchiai. Avevo gli occhi terribilmente gonfi e le occhiaie parecchi marcate, unico segno esteriore di quello da cui stavo cercando di curarmi dentro.

Dopo una bella mano di correttore e fondotinta, nonostante fosse estate e probabilmente mi si sarebbe sciolto tutto in breve, uscii di casa. Quella mattina dovevo andare a fare la baby sitter a mia cugina piccola e poi tornare a casa e inziare a fare le valigie che qualche giorno dopo sarei dovuta partire per il mare.

Quando mia zia ci lasciò a casa per andare a lavorare mi piazzai sul divano. Non avevo la voglia e la forza di combinare nulla quella mattina.

"Elena,dai giochiamo!" disse mia cugina Aurora

"Pasticcio, inizia tu che sono un po' stanca.."

"Dai vieni a giocare! Io voglio giocare con te!"

"Te l'ho detto Aurora, sono stanca, fammi riposare 5 minuti e arrivo"

"No dai!! Perchè no giochi?" disse avvicinandosi a me con fare serio.

"Non giochi perchè sei triste. Perchè?"

Era così palese che c'era qualcosa che non andava?

A quanto pare si. In fondo avrei potuto dirle una mezza verità giusto per tenerla buona, cosa avrebbe mai potuto capire una bambina di 4 anni.

"Si, sono un po' triste. Perchè avevo un'amica cattiva che mi ha fatto diventare così triste e adesso mi sento un po' sola. Ma non importa, giochiamo dai"

"Che amica cattiva! Se lei ti tratta male posso essere io tua amica?" disse guardandomi speranzosa con i suoi occhioni blu.

Così le sorrisi e la presi in braccio.

"Tu sei la mia migliore amica!"

La mattina passò senza che me accorgessi troppo, se riuscivo a tenermi impegnata in qualcosa bruciava meno.

Ma quando fui da sola a casa per preparare le valigie, tornarono come flash le immagini di quello che avevo sognato quella notte.

Non era facile ma potevo farcela, dovevo fare qualcosa, dovevo distrarmi.

Così tirai fuori la valigia dallo sgabuzino e iniziai a pensare a cosa mi sarebbe servito al mare.

Misi tutto sul letto per poi sistemarlo meglio in valigia e alla fine mi trovai con pile di vesiti e costumi.

Probabilmente se avessi portato tutta quella roba avrei vestito buona parte delle ragazze del residence in cui sarei andata ma mi importava molto. Una ragazza ha bisogno di poter scegliere tra svariate possibilità.

Dopo un'ora buona di preparazione, la valigia era quasi piena e decisi di prendermi una pausa.

Controllai il telefono e trovai un nuovo messaggio

Da: Marco

"Ehy tu! Come stai? sei sparita, non ti sei più fatta sentire...ti sei già dimenticata di me?"

Ebbi un tuffo al cuore. Io mi sarei dimenticata di lui?

"Non mi pare tu ti sia ricordato di me quando limonavi la mia migliore amica, quindi non vedo perchè io mi debba ricordare di te"

Pensava seriamentedi tornare da me così? Pensava che ci sarei passata sopra? Pensava fossi così facile?

Ero così arrabbiata, frustrata e stanca che iniziai a sfogarmi sui cuscini e sui vestiti e quando ebbi finito la mia camera era un groviglio di costumi, top e lenzuola del letto.

Mi appoggiai all'anta dell'armadio e presi il telefono in mano per controllare se aveva risposto ma riscii a vedere lo schermo perchè scoppiai a piangere incontrollatamente.

Stetti li per non saprei quantificare quanti minuti quando sentii una voce familiare chiamarmi da fuori dalla mia finestra.

"Elena!Esci! Ti devo parlare!"

Così decisi di affacciarmi dal balcone, asciugandomi prima gli occhi perchè non meritava di vedermi così.

"Marco, cosa ci fai qui?" esordii io, cercando di mantenere un tono che contenesse la mia sorpresa per il fatto che si era presentato sotto casa mia.

"Ti devo parlare, scendi per favore"

"No senti ho da fare e non mi pare ne valga la pena visto che anche tu hai altro da fare con altra gente"

"Se non vuoi scendere allora te lo dico da qui,così che sentano tutti! Lei è stato un errore di una serata! A me non era nemmeno passato per la testa di baciarla ma è arrivata a parlarmi ed è successo ma me ne pento e tanto perchè so che ora ti ho persa e probabilmente tu avresti potuto essere l'unica a tenere a bada il mio carattere così lunatico e testardo. E l'ho fatto per una cazzata, per una persona che non meritava. Ora non sono qui a chiederti di riaccettarmi nella tua vita, sono stato un cretino e me lo merito. Io...ti chiedo solo..."

"Cosa vuoi? Cosa pensi di poter pretendere da me dopo tutto questo?" urlai io in risposta.

Ormai il pubblico che stava assistendo alla nostra piazzata stava diventando numeroso, i miei vicini erano buona parte sui rispettivi balconi e dalle rispettive finestre. Merda.

"Ti chiedo solo di perdonarmi se puoi e di non odiarmi troppo!"

"Vattene, ti prego, stai dando uno spettacolo pessimo..." risposi io prima di girarmi e tornare dentro.

Voltandomi l'unica così che udii furono una serie di commentini dei condomini e qualche sua imprecazione ma non ci feci troppo caso perchè sentivo che più fossi rimasta, più la probabilità di scoppiare a piangere aumentava.

Mentre me ne andavo con la coda dell'occhio vidi dal balcone sottostante, ma opposto al mio, Bea che a quando sembrava dalla sua faccia aveva osservato tutta la scena.

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Ciao a tutti!

Scusate il ritardo ma ieri pomeriggio sono stata a Milano da una mia amica e sul treno di ritorno ho dovuto studiare.

Nei prossimi capitoli Elena andrà al mare e chissà cosa succederà? Tornando ritroverà Marco? Lo perdonerà?

Spero continui a piacervi la storia!

Grazie ancora di tutto.

Vi voglio un bene immenso

Chiara

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