Il primo giorno di università è un momento strano.
L'emozione e l'ansia di incominciare un nuovo percorso si mischiano pericolosamente alla consapevolezza di essere ormai nel mondo degli adulti, non ancora di quelli che lavorano ma nemmeno più un ragazzino che si lamenta per il compito di arte più bastardo del solito, e che quello che si sta andando a fare condizionerà il proprio futuro
E così fu per me.
La mia sede era un complesso di edifici quasi fuori città, era stato costruito di recente apposta per ospitare le facoltà di ingegneria, biologia, tutti i laboratori e gli uffici che ad esse sarebbero servite.
Assomigliava ad una nave sia vista da dentro sia da fuori e proprio per questo aveva preso il nome tra gli studenti di Nave.
Essendo già preparata su dove e come trovare la mia aula, mi avviai nel cortile in solitaria in attesa di incontrare la mia coinquilina che era uscita prima di me.
Il primo impatto non fu facile, mi sentivo una bambina a confronto con gli altri.
La maggior parte degli studenti si avviava senza nemmeno pensare alle aule mentre io cercavo nella confusione di non farmi schiacciare nè di perdermi.
In un angolo trovai la piantina di tutti quegli edifici e mi fermai senza farmi notare per evitare di fare la figura della matricola imbranata.
Dopo aver trovato la mia aula, tracciai con il dito il percorso ma ad un tratto sentii una voce alle mie spalle.
"Matricola di biologia anche tu?" Disse
Io mi girai e mi trovai faccia a faccia con una ragazza castana con gli occhi nocciola, un po' imbarazzata e intimorita, mi limitai ad annuire.
"Anche io, piacere sono Martina" continuò progendomi la mano.
"Piacere, io sono Elena. Ehm, non è che sapresti aiutarmi perchè fino a qualche minuto fa ero convinta di sapere la strada per l'aula 2 ma ora non sono molto sicura...?"Risposi
"Certo, andiamo insieme, al massimo ci perdiamo in due" disse lei e scoppiò a ridere.
Bene, una persona nuova l'avevo già conosciuta.
Arrivati all'ingresso della stanza ritrovai Francesca la mia coinquilina ma quando mi girai per presentarle Martina, lei era già entrata e si era seduta di fianco ad un gruppo di ragazze.
La mattinata passò tra le basi di biologia cellulare e quelle di chimica e mi ritrovai all'una affamata e stanca.
Ci avviammo alla fermata dell'autobus appena fuori dalla Nave con Lorenzo, un ragazzo che aveva conosciuto al test di ammissione e mai più incontrato.
Dopo un bel po' di fermate e un paio di minuti a piedi eravamo a casa nostra.
Mentre giravamo nella nostra via Eleonora con voce tremula mi disse:" Ele, io devo dirti una cosa, ma ti prego non prendertela con me..."
Appena prima di entrare nel portone di casa nostra le chiesi di spiegarsi meglio ma mi bloccai a metà frase.
Fuori dalla porta di casa c'era un mazzo di rose, un grande mazzo di rose e da dietro di esso la testa di Marco che sbucava fuori.
In quel momento, le farfalle nel mio stomaco che era state anestetizzate per qualche mese si risvegliarono facendomi che capire che non era finita.
*******************************
Vi prego non odiatemi.
Non so più come scusarmi con voi, ho avuto un blocco tremendo dopo gli esami e non riuscivo a scrivere nulla.
Spero il capitolo vi piaccia, fatemelo sapere in molti cosa ne pensate del ritorno di Marco :)
Grazie, di tutto e a tutti, di cuore.
Vi adoro sempre
Chiara
P.S. potete trovarmi su twitter @chummychia e su instagram @chiarakhya
As usual scrivetemi,per farvi riconoscere, mi ha mandato marco :)
STAI LEGGENDO
Cosa mi sta succedendo
RomanceOrmai vicino, troppo vicino a me, mi disse:" Hai dimenticato una cosa" [...] Sono ufficialmente nei casini. Tratto dal capitolo 2, mai una gioia, o forse si?