Capitolo 9- Gelato? No grazie

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Scossi la testa cercando di dare un contegno alle mie reazioni da ragazzina cotta.

Ci avviamo per la galleria del centro commerciale e io cercai Bea con lo sguardo e la vidi intenta a parlottare con un biondino insignificante.

Ecco brava stai lontana da Marco.

Per una volta diedi ragione alla mia coscienza.

"Oh ragazzi, ce lo facciamo un gelato?"

Chiese il tipo con cui stava parlando la mia amica e subito ci fu un coro di assensi.

Ci avvicinammo al bancone della gelateria e Marco mi fece cenno di passare prima di lui e gli risposi con un sorriso.

"Dimmi cara"

"Mhhh,vediamo...prendo una coppetta piccola cocco e caffè" feci io

"Lo stesso per me ma limone e menta" disse una voce alle mie spalle e sporse un braccio oltre di me allungando una banconota da 5 euro.

Intanto che io stavo bestemmiando in silenzio contro il mio portafogli di Michael Kors che non voleva aprirsi, lui si avvicinò un poco di più ai miei capelli e disse:" Lascia,faccio io"

Stavo per girarmi per ribattere che potevo pagarmelo da sola quello stupido gelato ma quando lo feci mi ritrovai faccia a faccia con il suo sorriso e non capii più nulla.

Cercai di borbottare qualcosa dando uno strattone alla cerniera del portafogli.

Ma lui mi mise una mano sul polso e mi guardò negli occhi dicendo:" Faccio io,davvero. Vai a sederti, te lo porto in un momento"

"Io,ehm, grazie" dissi e mi avviai verso la panchina contenta come una bimba a natale.

Avevo quasi voglia di saltellare.

Mi sedetti e dopo poco arrivò il mio gelato. Lo presi dalle sue mani ringraziando e inizia ad assaporarlo mentre Marco rimase in piedi davanti a me assaggiando il suo.

"Posso provare il cocco?" Mi chiese con sguardo speranzoso

"Ma certo"

Gli avvicinai leggermente lo scodellino e lui si sporse assestando una generosa leccata, poi socchiuse leggermente gli occhi continuando a leccarsi i baffi.

Oh cazzo, ero ufficialmente diventata di un colore molto simile al peperoncino e non solo perché era così dolce e premuroso da aver pagato lui ma anche perchè era così fottutamente bello anche mentre si leccava i bordi della bocca sporchi di gelato.

Rimasi un po' imbambolata a guardarlo parlare con i suoi amici e poi li seguii quando si alzarono.

Si avviarono verso Game Stop ma io rimasi fuori a guardare la vetrina perchè avevo ancora in mano in gelato.

Marco uscì dopo poco e mi si avvicinò con le mani in tasca

"Giochi ai videogame?" Mi disse

"Oh certo, sono un vera nerd" risposi ostentando orgoglio e sicurezza.

Mi si avvicinò ancora di più puntando gli occhi su di me con sguardo intenso e in un attimo tutta la poca sicurezza che avevo crollò come un castello di carte e avvampai.

Allungò una mano verso il mio viso e io stavo già pensando al peggio...

...o al meglio?

Mise un dito al centro della montatura dei miei occhiali, solleticandomi il naso e spinse per tirarmeli su.

"Allora mia piccola nerd, parlami un po' di te, che scuola hai fatto?" Mi chiese sorridendo

E così gli raccontai dei cinque deliranti anni di classico e della maturità da poco passata e scoprii che lui invece veniva dall'artistico e aveva finito quest'anno.

Un artista eh...molto interessante.

Mi beai della vista di lui che parlando di quello che avrebbe fatto quell'estate, delle sue vacanze, gesticolava e ogni tanto tirava un lato della sua bocca in un mezzo sorrisino.

Non stavo seguendo molto il discorso e avevo un sorriso ebete stampato in faccia che lo si vedeva da un km.

"Allora, che ne dici?" Mi disse facendomi un cenno con il capo

Non sapevo cosa rispondergli, ero talmente persa e concentrata su altro che non avevo idea di cosa mi stesse chiedendo ma spostai lo sguardo e notai che gli altri erano già usciti e che ci stavano guardando.

"Oh,si, andiamo..." Risposi abbassando lo sguardo molto imbarazzata.

Tutti avevano visto la mia reazione da ragazzina alle prime armi con il ragazzo per cui aveva una cotta.

Merda.

Ci avvicinammo al gruppo e io decisi di rimanere in disparte ma lui si avviò deciso verso i suoi amici e sentii uno di loro dirgli:" Hai fatto di nuovo colpo su una ragazzina,eh?"

Tutti il gruppo attorno a loro emise una risata mentre Marco si girò leggermente per darmi un'occhiata di sfuggita.

"Dai non è una ragazzina, e poi che vuoi farci,sono un figo!" Rispose lui sicuro.

Mi sentii fremere qualcosa nel petto e mi iniziai a strofinare le dita contro il palmo della mano per cercare di calmarmi.

Avevo seriamente pensato che fosse dolce? Sto grandissimo cazzo.

Più continuavano a lanciarmi occhiatine e a ridacchiare e darsi di gomito, più in me cresceva il demone della rabbia. Non delusione, solo rabbia.

Scendemmo verso il parcheggio e lui si attardò dal resto del gruppo per aspettarmi.

"Ti serve un passaggio a casa?" Mi chiese lui

Io cercai con lo sguardo Beatrice per vedere lei cosa avesse intenzione di fare e vidi che era in un angolo appartata con il biondino.

"Piuttosto a piedi" gli risposi e mi girai incamminandomi. Ma lui mi seguii per un po'

"Almeno dammi il tuo numero! Potremmo uscire insieme una volta!" Mi urlò

Alzai leggermente un braccio, lo sporsi verso l'esterno e dischiusi il pugno per farlo sembrare un cenno di saluto.

"Non finisce qui!" Urlò

Ma tirai su solo un dito. Il medio.

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