Aprii la porta di casa ed entrando urlai: " C'è nessuno?"
Nessuna risposta, bene, i miei non erano ancora tornati. Presi il telefono e feci partire la mia playlist preferita in riproduzione casuale. Amnesia dei 5 Seconds of summer accompagnò la mia doccia ma per prepararmi avevo bisogno di qualcosa di più vivo, avevo bisogno di carica.
Presi in mano il telefono e mi infilai le cuffie blu, solo con loro potevo entrare nel mio mondo. Era il momento di Pink, decisamente. Iniziai a provarmi vestiti a casaccio, lanciandoli poi sul letto, quando arrivò la mia canzone preferita.
A quel punto non resistetti, alzai il volume al massimo e saltai sul letto, mi sembrava di avere la batteria in gola mentre le parole mi attraversavano ogni parte del corpo e si fermavano nella mia mente come se da me stessa e dalla mia anima fossero partite per poi farsi musica per bocca di un'altra. Stava parlando decisamente di me e con me. Quando arrivò il ritornello, mi misi diritta sul letto, come se ci fosse qualcuno a sostenermi a fianco, e iniziai a cantare a squarciagola mentre mi guardavo negli occhi riflessi dallo specchio di fronte a me.
"I'm not here for your entertainment" Cazzo aveva ragione, non potevano tutti prendersi gioco di me, ne sarei uscita a testa alta, mi sarei presa cura di me stessa. Era una promessa. Quella bastarda della mia coscienza tuttavia mi ricordò di non fare promesse che non avrei potuto mantenere.
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Sgranocchiai qualcosa alla veloce e filai in camera mia per finire di prepararmi. Il vestito era già pronto sul letto, dopo che avevo sistemato la catasta di gonne, top e vestitini finiti lì durante la ricerca dell'outfit. Mi inflilai il tubino nero con il pizzo sulla schiena e mi girai dando le spalle allo specchio per ammirare l'effetto semi comprente del retro. Ero soddisfatta, era abbbastanza corto per fare colpo ma non era da troietta, più trasmetteva il messaggio giusto: Sono una ragazza seria che si vuole divertire.
Oh cazzo Elena, fatti meno pippe mentali, pensai e mi diressi verso il bagno per completare il tutto con make-up e acconciatura.
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Eravamo entrati da poco nel locale e non ci avevano ancora portato da bere al tavolo, sapevo che se non avessi buttato giù qualcosa di alcolico sarei esplosa. Mi avvicinai a Giacomo, il mio compagno di sbronze preferito e gli chiesi di venire con me al bar. Con lui andare a ballare era sempre divertente, non giudicava mai per quanto uno potesse essere ubriaco, anche se il più delle volte quello messo peggio era lui, e aiutava sempre un amico nel momento del bisogno. Mi ricordo una volta con lui, ad un compleanno, in cui eravamo così ubriachi che ci eravamo messi a ballare in stile Jersey Shore in mezzo alla pista, dando spettacolo. Sorrisi a quel ricordo, era decisamente uno di quei compagni che voglio ospitare l'anno prossimo a casa mia qualche weekend durante l'università.
Ci diressimo verso il bar e visto che era inizio serata non c'era troppa gente. Ci avvicinammo al bancone e a servire c'erano una ragazza rossa e un ragazzo di spalle. La ragazza era impegnata così decisi di farmi servire dal ragazzo, ma continuava a rimanere girato. Così con un timido "scusa?" cercai di attirare la sua attenzione ma nulla da fare. Ci riprovai un po' meno timidamente e di nuovo il mio tentativo non andrò a buon fine, adesso mi stavo davvero incazzando, ma chi si credeva di essere!
"Ehi tu testa di cazzo, hai intenzione di darmi da bere o mi vuoi far morire di sete e di noia?" urlai isterica. Finalmente notai una reazione, alzò la testa e si girò verso la fonte di quelle parole.
"Ma porca troia, non tu di nuovo!" imprecai quando i suoi occhi nocciola si posarono sui miei cioccolato e un sorrisetto beffardo si aprì scoprendo la sua dentatura perfetta. Merda, Marco.
Si passò la lingua sul labbro inferiore con fare avido e una mano tra i capelli, ormai avevo già il battito accelerato e non potevo farci nulla. Per un momento ebbi il flash del nostro bacio, le sue mani sul mio collo e le sue labbra sulle mie, feci un respiro profondo.
Lui approfittando della mia debolezza si stava avvicinando e non aveva intenzione di fermarsi. Si sporse sul bancone, appoggiando gli avanbracci su di esso, e iniziò a fissarmi con un mezzo sorrisino che era davvero troppo per il mio cuore. Ormai il mio battito cardiaco era andato a puttane e continuavo a lottare per tenere una respirazione controllata.
Iniziò a fissare il mio labbro inferiore che mi stavo mordendo da quando si era girato e con un movimento di due dita mi prese il tagliandino della consumazione dalle mani. " Cosa ti posso fare, dolcezza?" ammiccò.
Un quello che vuoi mi stava per scappare ma lottai contro me stessa per tapparmi la boccaccia e deglutii semplicemente.
Mi sentii toccare la spalla e, prima che potessi rispondere a quella bella visione di barista, Margherita mi disse all'orecchio che avevano portato la vodka al tavolo. Ci misi qualche minuto per capire le sue parole ma quando lo feci mi girai di nuovo verso Marco e questa volta fui io a sporgermi sul bancone.
Con tutto il coraggio possibile, cercando di sembrare più sexy dell'elefantessa che sembravo di solito, mi avvicinai pericolosamente al suo viso, osservando i suoi occhi.
Sentii il suo respiro farsi pesante e quando eravamo abbastanza vicini, mi ripresi il tagliandino e mormorai: " Sarà per la prossima"
Mi ritrassi velocemente con il mio premio in mano per dirigermi verso il tavolo dietro la postazione del dj e mi sforzai di continuare con una camminata sensuale perchè sapevo che mi stava osservando.
Mi ci volle un po' per riprendere le mie normali facoltà respiratorie e cardiache quando arrivai al tavolo ma ero soddisfatta da come mi ero comportata. Per una volta avevo preso le redini io.
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Eravamo scesi in pista da poco e l'alcol, forse un po' troppo, aveva già inziato a fare effetto ma non mi importava. Iniziai a muovermi senza pensarci troppo a ritmo della musica che mi scorreva dentro. E' stupefacente come una serie di note possano darti lo stesso effetto di una droga, te le senti nelle vene e ti portano in alto verso un mondo tutto tuo.
Mi stavo davvero divertendo e rilassando mentre i miei fianchi e la mia testa andavo a ritmo di un remix di Summertime Sadness di Lana, quando vidi in mezzo alla folla in lontananza quei due occhi nocciola che conoscevo troppo bene. Li ignorai continuando e sapevo che se non avessi bevuto così tanto mi sarei fermata imbarazzata in mezzo alla pista, non riuscii a resistere per molto perchè il mio sguardo continuava a vagare nella sua direzione. Ora si stava passando il pollice sul labbro inferiore proseguendo verso l'angolo della bocca mentre i suoi occhi erano sempre su di me, vidi un balenio strano quando si rese conto che anche io lo stavo guardando. Si mosse per farsi strada verso i corpi sudaticci e il mio cuore smise di battere.
Prima che potessi fare qualcosa sentii un paio di mani sui miei fianchi e scontrai con il mio fondoschiena i fianchi della persona a cui appartenevano quelle mani. Mi girai arrabbiata e stavo per tirare un ceffone al cafone che ci stava provando con me così spudoratamente, ma quando mi voltai mi scappò l'ennesima imprecazione. Conoscevo bene quel ragazzo e per quanto poco mi importava ora delle apparenze, ubriaca com'ero e con Marco che stava venendo verso di me, allacciai le braccia dietro al suo collo e iniziammo a ballare.
Sapevo che se Marco fosse venuto da me ora l'alcol mi avrebbe giocato un brutto scherzo e avremmo finito la serata sui sedili posteriori di qualche macchina a pomiciare o peggio e non volevo, non sono così facile io.
Sempre quella bastarda della mia coscienza mi disse: " Sicura che sarebbe colpa di tutta quella vodka?"
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Cosa mi sta succedendo
RomantizmOrmai vicino, troppo vicino a me, mi disse:" Hai dimenticato una cosa" [...] Sono ufficialmente nei casini. Tratto dal capitolo 2, mai una gioia, o forse si?