Capitolo 4- Come un libro aperto.

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Dopo quella sera in cui avevo ballato con Enrico per stare lontana da marco parlammo solo una volta e sapevo che me ne sarei pentita amaramente di quella conversazione.

*******

Era passata una settimana buona da quell'episodio ed ero da poche ore tornata da un fine settimana di vacanza con i miei genitori ed era stato indimenticabile. avevo passato un giorno al mare con una mia carissima amica e avevo incontrato due delle mie migliori amiche a distanza, cosa potrei volere di più?

Aprii facebook e vidi uno stato di Gaia, era uscita ed era su una panchina, da sola. Non andava affatto bene. Presi il cellulare e le mandai un messaggio su whatsapp "cosa ci fai tutta sola su una panchina?"

"Penso" rispose.

" se hai voglia di venire sotto casa mia possiamo meditare insieme, non sarò molesta promesso"

" venti minuti e sono da te, prendo la macchina"

Mi alzai dal divano e avvertii i miei che sarei uscita di li a poco, dopo di che corsi a prepararmi.

*******

Quando scesi, la trovai già li ad aspettarmi con un paio di shorts e una maglietta semplicissima, capelli rossicci un po' scompigliati e occhi rossi, avevo la conferma che avesse pianto ma mascherò con un sorriso stanco.

Andai verso di lei e la abbracciai. "Mi sei mancata tanto gaia!" Le dissi stringendola e lei rispose all' abbraccio calorosamente.

Detestavo vederla così, soprattutto perché sapevo per colpa di chi aveva pianto ma non volevo costringerla a parlarmi se non voleva. Così ci avviammo alla macchina senza dire molto.

Era già qualche minuto che giravamo senza meta mentre lei mi raccontava che quel giorno erano andati tutti a casa di una mia amica che aveva la piscina e avevano fatto il bagno. Percepii una certa tensione quando mi disse che erano andati anche Andrea e la sua ragazza Carlotta con i loro amici, quasi come se cercasse di proteggermi.

Avevamo un tacito accordo io e lei, io non chiedevo a lei nulla di quel deficiente che le stava spezzando il cuore e lei non mi chiedeva nulla di Andrea ma sapevamo entrambe che nel momento di bisogno ci saremmo state sempre l'una per l'altra. Per un momento pensai a come avrei fatto l'anno prossimo senza di lei e sentii la morsa pungente delle lacrime, le ricacciai dentro, non era il momento.

Decidemmo di fermarci in un parcheggio per chiacchierare un po' in pace. "Com'è andata a torino? Al concerto.." Azzardai

" oh, bene! Sai a me piacciono questi gruppi poco conosciuti in giro e hanno suonato davvero bene, poi abbiamo fatto un bel giro per il centro io e Margherita" disse. Dopo di che si lanciò in una descrizione dettagliatissima del suo sabato sera ad un concerto di gruppi e cantanti poco conosciuti. Non capivo quasi nulla quando parlava di musica, lei se ne intendeva sul serio e io ogni volta rimanevo affascinata da quel guizzo che aveva negli occhi quando ne parlava.

Non mi concentrai nemmeno più sulle parole ma su di lei. Su come gesticolava forsennata quando iniziò a descrivermi un cantante che le piaceva, su come si spostava i capelli quando parlò di qualcosa che era successo e l'aveva infastidita e sul sorriso che le spuntò parlando dell'assolo di chitarra durante la sua canzone preferita.

Un cambiamento nell'intonazione della sua voce mi distrasse, era più debole, tentennava, era sicuramente successo qualcosa.

" e poi mi sono girata e l'ho visto persino sui mega schermi, mi odiano, l'hanno proiettato sullo schermo capisci?" Sputò fuori in un misto di odio e frustrazione.

La sua era una storia complicata, si era innamorata di un ragazzo e forse anche lui di lei ma c'era un'altra di mezzo e come sempre lui aveva scelto l'altra, lei però non riusciva a farsene una ragione e il comportamento di lui non aiutava.

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