Capitolo 1

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Non le era mai piaciuto giocare con le bambole.

Molti la definirebbero un maschiaccio e come dargli torto?

Fin da piccola aveva preferito svolgere attività 'da maschio'.

Preferiva ruzzolare nel fango con Ashton che giocare con le bambole o a versare il tè come le altre bambine della sua età.

Ed ora si trovava davanti allo specchio della sua camera, in cui era riflessa una ragazza vestita semplicemente con una maglietta grigia, un paio di jeans e converse nere.

Strinse la coda di cavallo e sorrise al mio riflesso.

Quello sarebbe stato un gran giorno. Sarebbe entrata nella squadra di basket.
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Si sedette accanto ad Ashton e appoggiò il suo vassoio straripante di schifezze sul tavolo della mensa.

"Charlie come diavolo fa ad entrati quell'orda di cibo nello stomaco?"

"Guarda che perdo molte calorie nell'arco della giornata e ho bisogno di ricaricare le batterie e poi non fare la predica a me, dì al tuo amico di darci un taglio."

Entrambi rivolsero lo sguardo a Michael intento ad ingurgitare il suo terzo hamburger.

"Michael sei un maiale. Butta subito via quella massa abnorme di calorie."

"Non ci penso neanche a sprecare questo ben di Dio."

"Guarda che se continui a mangiare così non riuscirai più a fare neanche passaggio."

"Mi stai dando del grassone?"

"Lui è nella squadra?"

"Si e si. Dovresti mangiare meno e metterti in forma."

"Ma se io sono un Dio greco con addominali scolpiti. Guarda che roba."

Alzò maglia mostrando gli addominali.

"In effetti ce li ha."

Ashton le coprì gli occhi con la manona che si ritrova.

"Non puoi guardare certe cose, sei troppo piccola."

"Ma se sono più grande di te. E poi ho già visto degli addominali nella mia vita e non solo quelli."

"Cosa?"

"Ok siete noiosi, sembrate una coppietta che bisticcia. Io me ne vado. Ci si vede."

"Mi devi dire qualcosa?"

"Zitto Ashton. Ci vediamo dopo agli allenamenti."

"Pensavo avessi perso interesse."

"No è non succederà mai. Ci vediamo dopo."
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Nell'istante in cui mise piede in palestra la confusione che dominava venne sostituita da un silenzio tombale.

Ed in quel momento circa venti paia di occhi vennero puntati su di me.

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