Capitolo tre "Senso di impotenza"

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Capitolo 3

«Scusa, puoi spostarti..?»

«Fa attenzione. Stupida matricola!»

«Cristo. Potrei seriamente vomitare per gli orrendi occhiali che indossa l'ex vice capitano, ti presenti davvero con quei cosi Annabeth? Tu che ne...- Oh! E sta attenta cavolo! Dovrebbero vietare il passaggio agli individui come te!»

E io che mi ero fermata per scusarmi. Cazzo le buone maniere sono inutili. Sospirando pesantemente afferro il polso della ragazza che ha pronunciato quelle parole puntando il mio sguardo minaccioso nel suo, incredulo.

«Io la penso diversamente tesoro. Dovrebbero vietare la parola a gente senza cervello ma non mi sembra proprio che mi stia lamentando.» Dico. Le rivolgo un ultimo sguardo prima di lasciarla andare bruscamente, atterra accanto alla sua amica già pronta ad afferrarla. Ignoro le occhiate furtive da parte dei ragazzi di fronte a me. Il mio piede sbatte ripetutamente contro il pavimento rischiando di poter creare una buca, una profonda buca, e magari poi potrei buttarci qualcuno dentro.

«Dannazione Tyler.» Sussurro scuotendo la testa con rabbia. Incrocio le braccia al petto sollevando la testa cercandolo tra la folla: la palestra è gremita di studenti curiosi di sapere come andranno le audizioni. Tutti gli studenti sono ammassati tra loro e cercare di vedere la figura del mio ragazzo è praticamente una missione impossibile, così come riuscire a sopportare per qualche minuto in più la puzza di sudore di chi circonda.

Ma proprio quando sto per cedere e uscire ecco che intravedo la chioma lucente di Chloe entrare in palestra e passarmi accanto come se nulla fosse. Spintono i ragazzi di fronte a me alzando il braccio in modo che potesse notarmi.

«Chloe..!» La chiamo ad alta voce avvicinandomi a lei.

A quanto pare sembra non avermi sentito. Si avvicina al gruppo di strambi vestito interamente di nero, riesco a vedere la ragazza dei capelli blu parlare con la mia migliore amica, questo prima che qualcuno mi venga addosso. Il mio sedere si schianta contro il pavimento duro e sporco della palestra provocando un tonfo. Schiudo le labbra ed emetto un verso di dolore mentre sbatto ripetutamente le palpebre per riacquistare lucidità.

«Ahi..» sussurro massaggiandomi le ginocchia dolenti. Placo il dolore prima di potermi rialzare ritrovandomi davanti l'idiota che mi ha spinta. Prima che la mia voce esca per insultare il rosso davanti a me, qualcuno mi tocca la spalla.

«Tutto bene?» Mi domanda qualcuno alle mie spalle. Mi volto incontrando lo sguardo preoccupato di Tyler. Schiudo le labbra dimenticandomi completamente della caduta. L'unica cosa che adesso provo è sollievo.

Non sono stata io a trovare Tyler, ma è Tyler ad aver trovato me.

«Adesso si», mi fiondo su di lui allacciandogli le mani dietro il collo. Chiudo gli occhi stringendolo a me e desiderando di restare in qualche posizione per più tempo possibile. Tyler in quel momento rappresentava il mio punto fisso in una stanza che non fa altro che girare su se stessa.

Ma lui non sembrava avere i miei stessi piani quel giorno; le sue mani sono sui miei fianchi e invece di stringermi mi stanno allontanando e non riesco a capire il motivo. Cerco di mascherare la delusione con un sorriso preoccupato.

«Cavolo, devi aver preso una brutta botta.» Ride passandosi una mano tra i capelli, il sorriso mi si congela.

«Come?» Domando confusa.

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