Capitolo Dieci "Fai vincere il cuore utilizzando la testa"

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Guardo fuori la finestra, la pioggia sembra voler abbattere questa lastra di vetro. La sfioro con i polpastrelli ritirando subito dopo la mano a causa del freddo.

«Adoro la pioggia..» sussurra una voce alle mie spalle. Mi volto e faccio cenno a Ryder di entrare, si siede vicino a me e mi guarda in viso. Sicuramente ha notato le mie profonde occhiaie, e il fatto che mi sto trascurando un pò.

«Stai male per Tyler.» Nota. Distolgo lo sguardo dal suo e torno a guardare la pioggia. Sul vetro, due goccie fanno a gara su chi arriverà a schiantarsi per prima. Mi ricorda un pò la mia coscienza, la lotta tra il cuore e la mente.

«Cosa c'è che non va?» Domando a Ryder. È più una domanda per me, ma spero che lui sappia darmi la risposta. Ryder mi sorride leggermente e appoggia una mano sulla sua tempia «È tutta una guerra psicologica, la tua testa vuole impedirti di dirgli la verità perchè non conosci la sua reazione.»

Sospira. «Vedi, Freya. La tua mente è la tua zona sicura, preferisci far rimanere tutto lì in modo da non correre nessun pericolo, pensi al tuo benessere, ma anche a quello altrui.» Posa la sua mano sul suo petto e sorride «Ma anche il cuore vuole la sua parte, così inizia la guerra, vuole liberarsi, vuole dire ciò che pensa ma la mente glielo impedisce. Quindi fai vincere il cuore utilizzando la testa.»

Rilascio andare un sospiro mentre rivivo i pochi ricordi che ho con Ryder, lui era la mia fonte di saggezza preferita. Non era aperto come Nathan, non gli piace giocare alla playstation, odia le feste, il rumore, l'alcool e il tabacco. Non ha mai nascosto ciò che lo irrita, lui è fatto così, non ha paura di mostrarsi così com'è.

«Il sapere può essere una cosa avvantaggiosa, così come no. Quando inizi a comprendere tutti i pericoli che si nascondono dietro delle azioni così apparentemente semplici, smetti di vivere.»

Mi ripeteva ogni volta che gli chiedevo perchè non andasse più alle feste. L'ultima festa in cui era andato risale a quando aveva appena compiuto sedici anni, da lì in poi, mio fratello ha iniziato a perdere contatto con tutti i suoi amici e la sua ragazza. Ho capito cosa intendeva con quella frase. Non ci ho messo molto a capire che forse è meglio essere ignoranti che conoscere ogni, più piccolo, dettaglio del mondo.

Per questo sono rimasta in silenzio.

D'altronde la vita era la sua, poteva decidere di farne ciò che vuole. E lui ha deciso di restare chiuso nella sua stanza con la testa immersa nei libri, alternando tra lo studio e una passeggiata in riva al mare.

Abbasso lo sguardo sul mio vestito rosa cipria con una scollatura profonda e istintivamente chiudo gli occhi. Forse avrei dovuto fare come lui. Pensare ad ogni pro e contro della festa, e poi, dare una risposta finale.

Ho arricciato le punte dei miei capelli e ho messo dei tacchi a spillo, ho preferito non esagerare con il trucco e restare un pò sul naturale. Decido di ingannare il tempo stando su instagram, il mio sguardo ricade sulla barra delle notifiche faticando a credere a ciò che mi presenta davanti.

Zero. L'ultima risale a quasi un mese fa.

Controllo anche la casella postale. Vuota.

«Non può essere...» sussurro deglutendo un boccone amaro.  Eppure era tutto i vero, i miei quasi diecimila follower si erano ridotti in modo drastico arrivando ad un misero 3. Solo un tre. Schiudo le labbra e sento una fitta al petto che provo ad ignorare.

Ma com'è successo?

Ma presto ogni pensiero viene rimandato indietro da un caclson. Balzo in piedi e guardo dalla finestra scorgendo una jeep bianca. È Damian, è davvero Damian. Pensavo che mi avrebbe mollato in asso visto che non ha risposto al mio messaggio.

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