Capitolo 15 "Il mio posto nel mondo"

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Sbatto le palpebre confusa da ciò che ho davanti a me: uno strato spesso di eyeliner, delle labbra carnose tinte di un rosa che si intona alle labbra di chi lo indossa. Il tutto si rimpicciolisce ad un solo nome: Greta. Ma stento a credere che si tratti davvero di lei, non credo che dei mini pantaloncini e un top a fascia facciano parte del suo armadio. Eppure sembra davvero lei.

«Ma che cazzo hai fatto alla faccia?» Riesco a domandarle incredula. Lei rotea gli occhi annoiata.

«Chi è la tua amica?» Domanda Theo alle mie spalle, mi ero quasi dimenticata di lui. Sento diverse imprecazioni e poi la figura di Theo che si sposta accanto a me. I suoi occhi hanno una luce strana mentre fissa Greta in un modo che non riesco a decifrare.

Theo si schiarisce la gola e poi fa un sorriso.
«Oh Greta, da quanto tempo!» Esclama.

Mi acciglio. La sua voce ha preso una piega strana, quasi come si sforzasse di sembrare allegro. Greta gli batte il cinque prima di incrociare le braccia e mettere una buona parte del suo seno in esposizione, intravedo la mascella di Theo serrarsi e l'espressione farsi dura.

«Come sta Jake?» Chiede infatti.

Greta sorride senza smettere di guardarmi. E io vorrei solo mettere da parte tutte le buone maniere e finirle addosso per toglierle il sorriso dalle labbra. Il suo modo di guardarmi dall'alto come se non valessi niente rispetto a lei, come se fossi solo una formica da schiacciare, priva di importanza. Poi mi riscuoto. Sono quì per parlare con Theo dei suoi sporchi affari, non della vita amorosa della ragazza accanto a me che sembra essere appena uscita da un episodio di gossip girl.

«Theo, devo parlarti.» Gli dico roteando gli occhi. Lui distoglie lo sguardo da Greta per posarlo su di me.

Aggrotta le sopracciglia «In realtà dovrei parlare con Greta. Da soli.»

Greta ringhia cogliendo entrambi di sorpresa. «In realtà devo parlare con Freya, io e te non abbiamo niente da dirci.»

Resto sorpresa. È ovvio che entrambe abbiamo qualcosa da dirci, il nostro affare in sospeso che galleggia nell'aria come un mattone tenuto in aria da un palloncino pieno di elio, pronto a scoppiare. Theo sembra agitato, si gratta la nuca e poi prova ad afferrare il polso della ragazza a pochi centimetri da me, ma lei è più veloce perchè si scansa.

«Vattene.» Sibila sbattendo i suoi occhi verdi da cerbiatta.

«Non ascoltare la barbie. Devo parlarti.» Ribatto prontamente, Greta sembra infastidita.  «Scusa tesoro, l'unica volta in cui parleremo in modo quasi civile sarà quando cambierai stato.»

Le do le spalle e afferro il polso di Theo strattonandolo verso l'uscita della palestra. Mi segue in silenzio mentre entriamo nei bagni maschili, prova a ribattere ma il mio sguardo lo mette a tacere. Una volta dentro chiudo la porta alle mie spalle e mi guardo attorno accertandomi di essere da soli.

Guardo Theo con sguardo carico d'odio.

«Proverò ad usare le buone maniere.» Inizio.

Theo annuisce. «So del tuo piccolo lavoro, e non intendo quello da bravo figlio di papà. Distruggi case sotto richiesta o sbaglio?» Domando facendo un passo nella sua direzione.

«Sbagli.» Afferma afferrando il suo telefono.

«Che diavolo fai?» Gli domando. Theo si schiarisce la gola e ripone il suo telefono.

«Non volevo entrarci nemmeno in questa storia.» Sbotta in tono basso passandosi le mani sui capelli come se volesse strapparli, mi acciglio continuando ad avanzare vero di lui.

«Che storia?» Domando confusa. Theo scuote la testa.

«Doveva andare tutto bene, doveva essere una svolta positiva.» Continua poggiando entrambe le mani sul lavandino, i suoi occhi incontrano il mio riflesso allo specchio facendomi rabbrividire. È arrabbiato, lo vedo da come stringe i bordi del lavandino fino a far diventare le nocche bianche, e la mascella è serrata. Chiude gli occhi e fa dei respiri profondi mentre continuo con le mie domande. Non posso permettere che si fermi proprio adesso.

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