Capitolo 14 "È stato un piacere Thalia."

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«Tyler..» cantileno, ma lui non mi risponde.

Faccio un passo verso di lui e allaccio le braccia dietro al suo collo prima di poggiare le labbra sulla sua mascella quadrata, lascio baci umidi ma questo non lo smuove di un millimetro.

«Ammettilo, renderai le cose più semplici..» sussurro in tono suadente poggiando una mano sul cavallo dei suoi jeans, Tyler deglutisce evitando di guardarmi.

Faccio una risata carica di cattiveria e con una mano gli afferro il mento costringendolo a guardarmi negli occhi, sotto il suo sguardo sicuro si nasconde la paura.

«Se non lo ammetti tu, lo farà lei.» Gli sorrido

«Urlerà a tutto il mondo che lei non è altro che..» sospengo la frase a metà «..una putt-»

«Basta!» Urla Tyler con gli occhi carichi di frustrazione. Si allontana da me facendomi fare il broncio.

«Si, hai ragione, lo ammetto!» Continua portandosi le mani sui capelli e strattonandoli.

Faccio una finta faccia confusa «Ammetti che cosa?»

«Ammetto..» si blocca con tono di voce sofferente «di essere uscito con Lara.»

Incrocio le braccia al petto e sbatto lentamente le ciglia mentre sento il mio cuore battere a una velocità impressionante, faccio un sospiro e poi stringo i pugni.

«Dimmi dov'è lei, dove l'hai nascosta?» Gli domando in tono pacato facendolo allarmare, Tyler deglutisce e spalanca gli occhi.

«Non lo so.» Risponde facendo un passo indietro.

Io sorrido facendo un passo verso di lui, non aspettavo altro. «Ti credo.» Gli dico con sincerità, Tyler aggrottata le sopracciglia.

«Ma non appena la troverò rimpiangerà di aver posato gli occhi su di te, farò in modo che non sappia più distinguere se quello che le succede sia un semplice mal di testa o un trauma cranico.» Aggiungo.

«Freya.»

Mi metto a sedere di scatto portandomi una mano sulla fronte sudata, chiudo gli occhi e cerco di regolare il respiro.

«Tutto bene?» Apro gli occhi incontrando quelli assonnati e preoccupati di Jordan.

«Si.» Rispondo stroppicciandomi gli occhi. Lego i miei capelli in una coda alta e sbatto un paio di volte gli occhi per abituarmi alla luce del sole che entra dalle grandi vetrate.  Sposto il mio sguardo su Jordan beccandolo a fissarmi, due grandi borse sotto gli occhi mi fanno capire che non ha dormito molto durante la notte.

Continuo a guardarlo e noto che indossa una maglietta a maniche corte bianca e dei jeans neri strappati sulle ginocchia, i suoi capelli sono tirati perfettamente all'insù.

«Hai un aspetto...» lo indico «uhm, lasciamo perdere.»

Jordan si passa una mano tra i capelli biondi distogliendo lo sguardo.

«Non ti critico se hai cambiato pigiama.» Roteo gli occhi, ma Jordan non parla. Rimaniamo in silenzio per secondi che sembrano ore, un silenzio formato dalle mie occhiate curiose e dagli occhi di Jordan che vagano per la stanza senza soffermarsi nemmeno un istante su di me. Mi alzo dal letto facendolo scricchiolare sotto il mio peso, mi siedo accanto a lui sul bordo e guardo a terra, dove le punte delle sue vams nere sfiorano i miei piedi nudi.

«Qualcosa. non va?» Chiedo titubante.

Studio la sua mano che non accenna a posarsi sulla mia per tranquillizzarmi. La sua mascella si contrae di colpo e le pupille dei suoi occhi verdi si dilatano. Fa un respiro profondo, e poi le sue labbra iniziano a muoversi.

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