Capitolo 21 "Lasciati cadere"

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Il vento mi scompiglia i capelli mentre con la coda dell'occhio intravedo Jordan con lo sguardo fisso sul tramonto che il cielo ci sta regalando.

Mozza il fiato. Prende le ultime gocce del tuo lato negativo e le risucchia via uno dopo l'altra, regalandoti un senso di pace e completezza. Sarebbe potuto essere diverso, riesco ad immaginare Tyler al mio fianco al posto di Jordan, ma le sensazioni non sarebbero le stesse.

Niente sarebbe potuto essere lo stesso. Mi volto per studiare i lineamenti delicati del suo viso rischiando di rimanerne incantata. Come ho fatto a non notare il suo sorriso raggiante tra la massa di studenti perennemente incavolati? Jordan si volta nella mia direzione nello stesso momento in cui granelli di sabbia si depositano sui suoi jeans, il sole gli illumina una parte del viso mostrando la profondità e intensità dei suoi occhi verdi.

Mi riferivo a questo quando dicevo che era mozzafiato.

«Volevo parlarti di Thalia»

Smetto di sorridere.

«Hai rovinato un momento romantico, lo sai questo?» Gli domando infastidita. Jordan ride, una risata rilassata nonostante vuole parlarmi della sua ragazza attuale.

«Avremmo dovuto parlarne prima o poi..» mormora accarezzando con gesti lenti il mio braccio.

Sospiro; roteo la mano un gesto annoiato.

«Sii rapido. Anche se in realtà so già cosa vuoi dirmi, ti sei pentito e tutto il resto. Me lo aspettavo se devo essere sincera, sei un bravo ragazzo e vuoi-» non riesco a finire che le sue labbra si posano dolcemente sulla mie. Inspiro di scatto totalmente colta alla sprovvista, le sue labbra sono così dolci e morbide..

«Non è mai stata la mia ragazza, non siamo mai stati una coppia.»

Le mie labbra si schiudono emettendo un verso di stupore. Nonostante lo sospettavo già da un pò, non riesco ancora a convincermi del tutto. Ogni domanda al perchè Jordan continuasse a vedersi con me nonostante la sua relazione, ha una risposta. Sono sollevata e divertita allo stesso tempo; guardo il ragazzo accanto a me e non posso fare a meno di sorridere.  È così dolce e gentile che sembra impossibile accertarne la sua esistenza, è una cosa abbastanza ovvia che lui non tradisca Thalia, lui non farebbe mai niente per ferire qualcuno.

«Lo sospettavo già da molto tempo..» Ammetto divertita.

Jordan sorride dolcemente mentre gioca distrattamente con una ciocca dei miei capelli castani. «Non ne dubito, e poi Thalia mi ha raccontato di ogni vostro incontro anche se credo che mi nasconda ancora qualcosa. Lei è una brava ragazza, ed è anche timida, ma date le circostanze mi ha dato il permesso di potertene parlare.» Fa un sospiro.

«La nostra relazione era una copertura per nascondere le sue vere preferenze, lei preferisce le ragazze al posto dei ragazzi.»

Breve, deciso e sollevato.

Sbatto lentamente le ciglia. «Sospettavo anche questo.» Dico in un sussurro appena udibile.

Passiamo il tempo parlando di Thalia e del futuro brillante che le aspetta. Mi racconta che suo padre ha in mente di mandarla in un accademia di danza insieme alla sorella adottiva. Chiudo gli occhi gustandomi l'odore del mare e il suono delle onde mentre lascio che gli ultimi raggi di sole si scontrino con la mia pelle.

«Riguardo a oggi..» Inizia cauto, spalanco gli occhi. «Avrei voluto aiutarti.» sbuffa passandosi una mano tra i capelli biondi, sembra combattuto.

Alzo la testa dalla sua spalla e mi allontano da lui sotto il suo sguardo attento e preoccupato. Ma non l'hai fatto. Avrei voluto dirgli, ma i miei occhi hanno parlato già da loro, riesco a vedere un lampo di imbarazzo e mortificazione in quelle pozze verdi, adesso vuote. Vorrei baciarlo e dirgli che è tutto okay, che ci sono passata sopra, ma non riesco ad avvicinarmi a lui, è come se ci fosse una barriera invisibile che ci divide.

Jordan percepisce il mio distacco e istintivamente allunga una mano verso di me alla ricerca di un contatto fisico, ma io abbasso lo sguardo.

«Non farlo, per favore.» Sussurra, ha la voce incrinata e questo mi provoca una fitta al petto. «Non chiuderti in te stessa, non ti allontanare un'altra volta.»

Mi volto nella sua direzione, piccole lacrime solcano le mie guance mentre il suo sguardo si spegne secondo dopo secondo.

«È colpa mia?» Domanda in un sussurro guardandomi in viso, ma non accenna ad avvicinarsi.

Scuoto lentamente la testa. È colpa mia.

«Sono stata io a scappare, sono stata io a farti stare male, ho cercato conforto in-» mi blocco improvvisamente.

«Ho provato a dimenticarti. Ma adesso siamo di nuovo insieme e ti sto facendo soffrire... ancora. Facciamo parte di un circolo vizioso destinato a durare per sempre.» Mormoro asciugando le lacrime; non riesco a sentire la sua risposta, il suo silenzio mi spaventa.

Mi volto verso di lui e ciò che vedo mi fa mancare il respiro, dai suoi magnifici occhi verdi escono lacrime, percorrono gli zigomi definiti e poi indugiano sulle sue labbra prima di schiantarsi al suolo.

«Mi dispiace.» Mi dice. Una stella cadente fa la sua comparsa nel cielo e lui la nota.

«Non dovresti scusarti, non hai fatto niente, sono stata io a trascinarti nella mia storia incasinata.» Gli faccio notare a bassa voce.

Jordan scuote la testa. «Mi dispiace. Non dovevo lasciarmi convincere. Spero potrai perdonarmi un giorno Freya, ma sai cosa? Siamo qui adesso. Qual è il momento adatto se non ora? Lotti per non cadere come le stelle di stanotte ignorando la luce che si portano dietro. Cadere non è una vergogna, sopratutto se sei tu a farlo. È coraggio, fiducia. È la dimostrazione più sincera di qualcosa che non si può spiegare a parole. Perciò lasciati cadere Freya. Ci sarò io a prenderti.»

Continua a dire frasi sconnesse di cui non ne comprendo il significato, sento solo la voragine nel mio petto crescere, le lacrime fanno la loro comparsa distruggendomi.

«Mi dispiace. Non dovrei avere segreti con te, eppure-» non lo lascio finire perchè le mie mani sono attorno al suo collo e la sua testa poggiata sul mio petto, inspiro l'odore dei suoi capelli mentre chiudo gli occhi. Lo abbraccio.

«Abbiamo tutti dei segreti.» Sussurro al suo orecchio mentre lo tengo stretto a me. Restiamo in questa posizione per minuti, forse ore, fino a quando non riprendiamo il controllo delle nostre emozioni. E in un silenzio fatto di pace e piene emozioni riesco a sentire Jordan sussurrare un flebile: «Ti amo»

«Non ti allontanare mai da me, promesso?» Mi domanda voltandosi verso di me per guardarmi negli occhi.

«Promesso.» Gli dico. Jordan fa un piccolo sorriso e torna a guardare l'orizzonte con la mente persa nei suoi pensieri, gli accarezzo i capelli e mi chino sul suo orecchio sussurrandogli: «Ti amo anch'io, Jordan.»

Cos'era lui se non la causa dell'incendio che ho nel petto?

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