Capitolo quattro "Una giornata di ferie?"

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Capitolo 4

«Roberto vuoi spiegarmi una volta per tutte dove sei?» Domando urlando al mio autista con il cellulare accostato all'orecchio. Cerco tra le varie auto disposte in fila la limousine di Roberto, ma di essa nessuna traccia, solo auto di basso valore, dei furgoni, scooter e delle insulse biciclette.

«Scusi, chi parla?»

Sospiro pesantemente. «Non ti conviene fare finta di non conoscermi. Rischi solo di trovarti per strada insieme a tua moglie e ai tuoi figli.»

Ci sono attimi di silenzio che mi fanno sospettare che non mi abbia sentita. Perchè dev'essere tutto così complicato? La gente non può soltanto rispettare i loro doveri senza repliche o scuse assurde? Faccio per parlare ma vengo preceduta dal famoso beep di fine chiamata.

Resto con le labbra schiuse dalla sorpresa e il cellulare ancora accostato all'orecchio. Serro la mascella e rilascio andare un sospiro mentre mi ripeto di non perdere la calma.


Lui è solo un autista, un insulso e stupido autista. I miei polpastrelli schiacciano con decisione il cerchio verde sullo schermo. Quello che Roberto ha appena fatto è impagabile, non può e non voglio che riesca cavarsela così facilmente. Chiudo gli occhi respirando profondamente battendo ritmicamente il piede sull'asfalto in modo da dare un minimo di sfogo alla mia rabbia.


«Salve. Sono Mark Roberts, siete pregati di lasciare un messaggio dopo il segnale, vi richiamerò il più presto possibile.»

Oh, sai che novità papà.

«Papà, ti chiamo solo per informarti che l'autista Roberto Esposito, quello che hai assunto due settimane fa, non si è presentato a scuola dicendo di non conoscermi. Vuoi licenziarlo tu o cedi a me gli onori?» Dico roteando gli occhi prima di chiudere la conversazione.

Riprovo a chiamare ma la segreteria continua a ripetersi senza sosta.

«Sono di nuovo io. Potresti richiamarmi non appena senti il messaggio?»

«Capisco che sei indaffarato con il tuo lavoro, ma ho bisogno del tuo aiuto.»

«Papà dimmi almeno che non hai il cellulare spento. Mi hai promesso che mi avresti risposto sempre!»

«Richiamami al più presto papà.»

«Ok, questo è l'ultimo messaggio che ti lascio. Vuoi deciderti a far venire quì quel buono a nulla del tuo sottoposto?»

Dopo vari tentativi andati a male capisco che non risponderà. Sospiro e decido di fare la cosa più logica: digito il numero di Ryder. Poggio il telefono all'orecchio sicura che mi avrebbe risposto, ma le mie buone aspettative da persona ottimista vengono asfaltate dall'ennesima segreteria.

Ripongo il telefono dentro il mio zaino con un sonoro sbuffo. Passo una manovra i miei lunghi capelli rossi guardandomi attorno per scorgere la figura di Chloe, lei è l'ultimasperanza che mi rimane visto che non intenzionata ad andare da Jake o Tyler. E poi me lo deve per quella volta in cui l'ho accompagnata a casa dopo aver bevuto, e non solo.

Aspetto la mia migliore amica, ma di lei nessuna traccia.

È come se tutti si fossero volatizzati.

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