Capitolo 3

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Mi avvio in tutta fretta verso casa, di solito Katy non mi chiede mai di tornare prima, a meno che non sia successo qualcosa di grave. E grave può includere diversi tipi di avvenimenti, dallo scoppio di una lavatrice, all'omicidio di un passante sotto al nostro palazzo.

Mentre mi affretto tra le vie affollate di Sidney non posso fare a meno di ripensare alla giornata appena trascorsa. Non posso fare a meno di ripensare a Luke. Ai suoi occhi gelidi che mi scrutavano con attenzione, alla presa della sua mano calda sul mio ginocchio, al fuoco che mi ha divampato dentro quando ha poggiato le labbra sulla mia pelle.

Mi tocco la guancia, solo per assicurarmi che non me lo sia sognato. Il suo sapore di vaniglia è ancora presente al contatto con le mie mani. Nonostante non lo ammetterei mai a nessuno, neanche a me stessa, ho ancora i brividi per quello che è successo. Mi mordo il labbro inferiore. Non ho mai avuto buoni rapporti con i ragazzi. Mi hanno sempre trattato come fossi un oggetto, dicendomi che mi amavano, quando volevano solo il mio corpo, non me.

E credetemi, c'è una grossa differenza.

Luke mi ha proprio dato questa impressione. Di essere un ragazzo, si attraente, ma anche freddo e bisognoso solo di soddisfare le sue voglie. Ho sempre odiato questo genere di persone. Risvegliavano in me i ricordi del passato, quelli che ho sempre cercato di dimenticare, ma non ci sono mai riuscita.

Urla. Pianti. Graffi. Lividi. Singhiozzi. Risvegli nel cuore della notte coperta di sudore. Sento le lacrime tornare su e deglutisco per non farle scendere. Non posso permettermi di piangere, non ora che ho faticosamente riacquistato la serenità dopo il grave periodo di depressione in cui ero caduta. Non ora che ho degli amici che mi vogliono bene e che mi aiuterebbero in qualsiasi momento. Non ora che ho qualcuno come Katy.

Nonostante all'inizio li abbia sempre trattati con freddezza dato che volevo mantenere le distanze loro sono ancora qui. E non se ne andranno.

Mi maledico mentalmente per aver portato me stessa a fare certi pensieri. Non finiscono mai bene.

Finalmente scorgo l'appartamento di Katy in fondo alla strada e comincio a correre per fare piu in fretta. Busso velocemente il citofono e lei mi apre subito. Adesso sono davvero curiosa di quello di cui mi deve parlare.

Il tragitto in ascensore sembra durare secoli, anche perché ho i nervi a fior di pelle. Indugio qualche secondo davanti alla porta di ingresso per poi a spalancarla ed entrare nel piccolo ingresso.

All'apparenza sembra tutto normale, Katy è acciambellata su un cuscino a gambe incrociate davanti al tavolino di mogano, dove è posata una busta bianca un po' stropicciata. Mi rivolge un sorriso nervoso e fa cenno di sedermi davanti a lei. Butto frettolosamente la tracolla per terra e prendo un cuscino dal divano su cui sedermi.

Apro la bocca per iniziare a parlare, ma lei mi blocca prima che riesca a mettere fuori una parola :"Ascoltami Isabelle", comincia in tono un po' incerto, "prima di iniziare a raccontarti tutto devo darti questa", indica la busta bianca. Faccio per prenderla ma lei mi blocca nuovamente.

"Dopo" istruisce, lo sguardo serio e attennto fisso nei miei occhi.

Ok, mi sto seriamente preoccupando.

Katy prende un respiro profondo e comincia :"Stamattina mentre andavo a lavoro ho ricevuto una telefonata dal portiere che diceva che era arrivata una lettera ler me. Niente di strano fin qui. Mi sono solamente stupita, visto che me la poteva consegnare anche quando sarei ritornata." Mentre parla evita tutto il tempo di incrociare il mio sguardo. Ha le mani intrecciate in grembo e si sta torturando il labbro inferiore con i denti.

"Il portiere mi ha informato che la lettera era urgentissima e che il mittente non era specificato. A quel punto mi sono insospettita parecchio e sono tornata subito qui a casa. Ho preso la lettera, ma prima di aprirla ho visto che come francobollo aveva la corona inglese. "

Before you|| Luke Hemmings||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora