Capitolo 18

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Luke's Pov

Freddo.

É questo ció che provo, mentre mi incammino verso casa.

All'improvviso é come se tutte le cose belle e positive di questo mondo fossero state risucchiate via, avvolgendomi in una cappa ombrosa soffocante.

L'unica certezza che avevo. Strappata via.

Se non fosse stato per quel coglione di Jake adesso non avremmo questi problemi.

Ora capisco cosa si prova a vedere andare via la cosa che più avevi bramato, capisco che se solo avessi aperto gli occhi prima Isabelle sarebbe stata mia fin da subito.

Non é un concetto di possessione o proprietà, semplicemente di attrazione, di amore incondizionato.

Non ci si innamora dell'anima gemella, é bene saperlo.

É una cazzata, come quella degli opposti che si attraggono.

Ci si innamora dei piccoli gesti di una persona, delle sue imperfezioni, del tempo che sprechi a pensarla invece di dedicarti ad altro, del suo carattere, che sia dolce o acido,

Isabelle non mi sentirei mai in dovere di chiamarla anima gemella.

Non é la definizione adatta per quella ragazza che ha un perenne atteggiamento da maschera, stronza e antipatica, crepatasi solo a poche persone.

E la fortuna più grande é essere tra quelle.

Isabelle, con i suoi occhi plumbei che ti scavano dentro fino ad estrarre il vero te stesso, nudo e spoglio davanti a lei; Isabelle, con la sua risata cristallina che tira fuori solo in occasioni speciali, e posso giurare che non c'é suono più bello a questo mondo; Isabelle, la bambina costretta a vedere sua madre picchiata ogni giorno, cresciuta senza un fratello;Isabelle, che é semplicemente Isabelle, milioni uguali a lei, come si definisce sempre, eppure di Isabelle che amo c'é n'é solo una.

E non ho saputo dimostarglielo.

Non abbastanza, almeno.

***
Isabelle's Pov

Sono rannicchiata dentro a un piumone di lana morbida, una tazza di cioccolata é stretta tra le mie dita gelate.

Tecnicamente dovrei studiare filosofia, però credo che fare zapping in televisione sia un programma decisamente migliore, se non fosse che non c'é uno straccio di canale decente.

Do uno sguardo all'orologio appeso al muro.

Le sei e mezza.

Luke dovrebbe essere già tornato dalla sua specie di appuntamento, penso con un filo di preoccupazione.

Sospiro e poggio la tazza a terra, per poi alzarmi sbadigliando vistosamente.

Sarà il caso di darsi una ripulita prima che il mio adorabile compagno faccia ritorno, almeno non troverà ad attenderlo una copia degli zombi di The Walking Dead.

Faccio per scrollarmi di dosso la coperta quando sento un trafficare dall'altra parte dettato dalle chiavi che non ne vogliono sapere di aprire la porta.

Mi affretto verso l'ingresso vedendo Luke fare capolino da fuori proprio in quel momento.

Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, la sera in cui si presentò ubriaco.

La sera in cui mi disse ti amo, anche se sotto effetto dell'acool.

Solo che quella sera i suoi occhi erano iniettati di sangue, non vitrei e infossati come oggi, privi di quell'azzurro ctistallino che può competere l'oceano.

Quella sera le mani erano strette a pugno lungo i fianchi, non lasciate a ciondolare senza forze come oggi.

Quella sera la sua voce era tagliente e mirata ad offendere, oggi neanche una parola lascia le sue labbra soffici.

Gli studio attentamente il viso.

Lo sguardo indecifrabile, come quella sera.

"Lukey va tutto bene?".

Sussurro portando una mano sul suo viso, accarezzandogli dolcemente gli zigomi.

Lui punta i suoi occhi di nuovo sfavillanti di un azzurro chiarore nei miei prima di afferrarmi la nuca facendo scontrare le nostre labbra violentemente.

Resto basita per un attimo prima di intrecciare le mani dietro al suo collo, sento le sue braccia sollevarmi senza sforzo mentre lascia una scia di baci umidi lungo tutto il mio collo.

Sono completamente ebbra, non riesco a ragionare lucidamente, sento le ginocchia diventare sempre più molli e cadenti ogni secondo che le sue labbra sfiorano la mia pelle.

Lo scatto secco della porta che si chiude improvvisamente mi riporta alla realtà, anche se Luke non perde tempo a rimettere le labbra sulle mie.

"Luke...".

Cerco di sillabare senza successo.

"No, Izzy, ti prego. Non parlare. Fallo per me".

Quella parole, sputate quasi con violenza, ma piene di dolore, smuovono qualcosa dentro di me.

Qualcosa che non so neanche descrivere.

Il calore in cui si fondono i nostri corpi ogni singolo istante che passa mi manda letteralmente in delirio.

Una lacrima gli riga la guancia, lenta e letale come nessun altro veleno.

"Perché piangi?".

Chiedo al di sopra delle sue labbra.

Lo vedo sorridere leggermente, il labbro inferiore che trema per non farlo  scoppiare a piangere.

"Non voglio perderti".

Solo tre parole.

Un significato immenso.

Come siamo passati da "sei solo una ragazzina viziata" a "Isabelle non voglio perderti"?

Non c'é risposta, per quanto possa essere la domanda semplice e comprensibile.

Solo le prime due parole che mi vengono in mente.

Ma che hanno un significato immenso.

"Sono tua".

Lui mi accarezza il fianco nudo, riprendendo a baciarmi.

"Non dubitarne mai".

Angolo autrice:

BANG BANG INTO THE ROOM..

*ecco come rovinare un capitolo dolce e serio*, no ok mi ritiro basta.

Spero ve piasa, scusate se non ho aggiornato prima ma avevo proprio zero e dico zero ispirazione.

Kiss alla prossima, voglio vedere tanti bei voti :*

Ve se ama ❤

Before you|| Luke Hemmings||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora