Capitolo 17

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Luke's Pov

Attacco frettolosamente la telefonata e mi dirigo verso casa di Jake.

Me lo sento, non sta per succedere nulla di buono.

La sua voce smorzata dall'apparecchio elettronico appariva così rauca e strascicata, probabilmente era fatto.

Peró sono riuscito a capire benissimo ciò che voleva.

Ovvero che mi precipitassi subito qui.

Se Isabelle é coinvolta dentro questo casino gli spacco la faccia.

Tutto, non lei.

Non la mia Izzy.

Sospiro, sto diventando troppo sentimentale.

Ma per quella ragazza ne vale la pena.

La zona di Sidney in cui vive suo fratello fa veramente pena, mai visto dei palazzi ridotti ad uno stato così trascurato e sciatto.

Mi fermo per riprendere fiato vicino al portone sgangherato da cui si entra nell'appartamento.

Controllo di avere tutto nelle tasche dei jeans, i palmi delle mani sono terribilmente sudati quando entrano in contatto con il metallo freddo della maniglia.

Prendo un respiro profondo e spingo.

La penombra fioca in cui é avvolto l'abitacolo non fa altro che aumentare l'ansia che mi attanaglia il petto, stringendolo in una morsa soffocante.

Sento il cellulare vibrare nuovamente nella tasca, lo estraggo cautamente sbloccando lo schermo.

"Sta attento".

Calum.

É bello sapere che qualcuno ancora si preoccupa per te.

I miei passi pesanti riecheggiano tra i gradini vuoti del palazzo, posso sentire il battito cardiaco entrarmi nelle orecchie e perforarmi i timpani.

Sta' calmo, Luke.

"Hemmings".

Di nuovo quella voce fredda e priva di qualsiasi intonazione.

Sembra risvegliarsi dagli angoli più remoti e arcani della mia mente.

Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, di risentire quelle urla strozzate nel cuore della notte, quei fiati fetidi sul collo, quegli occhi spiritati dall'alcool, le facce esangui dallo sguardo vitreo.

Come degli animali.

Mi faccio coraggio ed entro nell'appartamento.

Jake é disteso in una posizione innaturale sul divano, uno straccio bagnato a ricoprirgli la fronte, il petto che si alza e abbassa affannosamente.

Distolgo lo sguardo, disgustato.

I miei occhi si fermano sul ragazzo all'altro capo della stanza.

Ingoio il groppo che mi si é formato in gola, improvvisamente ho voglia di vomitare.

"Luke".

Mi saluta con un cenno del capo, scoprendo i denti in un sorriso senza allegria.

"Evans".

Rispondo con la gola secca.

Lui si avvicina per battermi una mano sulla spalla.

"Ci sei mancato, sai. Nessuno ti ha ancora sostituito lì. Eri il migliore, dopo di lui.

Anche se adesso...".

Rivolge uno sguardo sprezzante alla figura distesa che geme a intervalli regolari.

Before you|| Luke Hemmings||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora